Piaggio, Potere al Popolo: "Un contratto integrativo da rispedire ai mittenti"
Era dai tempi di Marchionne che non leggevamo un contratto come quello proposto lo scorso 23 gennaio da Piaggio e Fiom Fim Uilm.
La differenza tra la “dottrina” Marchionne, sperimentata sulla pelle dei lavoratori della FCA di Melfi, e quella uscita dalle stanze dei padroni a Pisa sta nel fatto che, allora, la Fiom di Landini finse una opposizione arenatasi nel giro di pochi mesi.
Landini ha fatto carriere in cgil, e ora gestisce un sindacato neo corporativo che prevede la partecipazione attiva dei sindacati complici nella cogestione padronale.
Per portare avanti una linea sindacale del genere occorre sbarazzarsi sia dei delegati riottosi all’interno della Fiom, sia dei sindacati di classe come l’Unione Sindacale di Base che danno filo da torcere a Colaninno.
La proposta di contratto integrativo, che dovrà essere approvata con un referendum interno il prossimo 13 e 14 febbraio, taglia fuori i rappresentanti delle RSU e delle RLS interne, accentrando il potere di trattativa nelle mani dei vertici nazionali e provinciali di Fiom Fim e Uilm.
Inoltre si tenta di mettere la parola “fine” alla lotta portata avanti da un anno dalle lavoratrici e dai lavoratori a Contratto a Termine estromessi dall’azienda, attraverso una lettura dell’accordo del 2009 tutta a favore della Piaggio e contro i lavoratori precari .
In questo accordo sembra di leggere una traduzione della barzelletta che dice: “se il popolo non accetta le decisioni del governo basta cambiare popolo…!”
Ma c’è poco da ridere e tanto da lottare contro una decisione che fa emergere da una parte l’arroganza di vertici sindacali complici della famiglia Colaninno, dall’altra la loro debolezza, che li spinge a prendere decisioni sempre più antipopolari ed anti democratiche di fronte alla resistenza operaia.
Conosciamo la determinazione dei lavoratori Piaggio e la loro dignità, che non sarà piegata da questi accordi capestro. Bene ha fatto USB a proporre il boicottaggio del referendum. Partecipare significherebbe riconoscere un tavolo di trattativa illegittimo perché non ha mai coinvolto le reali istanze portate avanti dai delegati più combattivi e dal sindacalismo di classe.
Nei prossimi giorni saremo al loro fianco, per gettare nel cestino questo accordo vergognoso, per il reintegro delle lavoratrici e dei lavoratori CT espulsi dalla fabbrica, per impedire a Colaninno di continuare ad utilizzare i soldi dello Stato a soli fini di profitto e di sfruttamento della mano d’opera.
Potere al Popolo! Pisa