Morte Arafet Arfaoui, disposte nuove indagini: accolte le richieste della difesa

Saranno disposte ulteriori indagini per il caso della morte di Arafet Arfaoui, il trentenne di origine tunisina morto in un money transfer di Empoli in via Del Papa. La richiesta di opposizione all'archiviazione del caso presentata dal legale della famiglia, Giovanni Conticelli, è stata accolta dal giudice Mancuso. Restano quindi indagati per il reato di omicidio colposo 5 poliziotti, il medico e l'infermiera intervenuti nella notte del 17 gennaio 2019.

Gli approfondimenti richiesti dal giudice saranno condotti dal pm Christine von Borries e riguarderanno soprattutto la correlazione tra la morte e la posizione in cui è stato tenuto Arfaoui durante l'operazione di polizia, considerando "l'incidenza causale" del "mantenimento in posizione prona per circa quindici minuti, ammanettato alle mani e legato alle gambe, e tenuto fermo da tre poliziotti".

Il pm dovrà svolgere anche accertamenti specifici "sull'utilizzo della corda con la quale sono state legate le gambe ad Arafet da parte dei due agenti di Polizia intervenuti per primi e alla condotta dei cinque poliziotti", ma anche sul comportamento dei soccorsi che secondo la difesa sarebbero intervenuti in ritardo.

"Sono stati accolti  -spiega l'avvocato Conticelli - i rilievi della nostra consulente Valentina Bugelli sull'esame autoptico, in evidente difformità rispetto alle conclusioni del pm nella quale non si prendeva in considerazione la correlazione della morte con le modalità del mantenimento a terra. Il giudice ci ha dato ragione e ha stabilito che servono ulteriori indagini, oltre ad accertamenti specifici sulla legittimità dell'uso della corda in quella situazione e sull'intervento dei sanitari che per 5 minuti non si sarebbero avvicinati".

Il pm avrà a questo punto 6 mesi di tempo per svolgere gli ulteriori accertamenti, a quel punto il giudice dovrà decidere se ci sono i termini per il rinvio a processo o per la definitiva archiviazione.