Turista morto a Santa Croce, a processo i vertici dell'Opera
I quattro indagati nell'inchiesta per la morte del turista spagnolo a Firenze vanno tutti a processo. Daniel Testor venne colpito da un frammento di pietra nella basilica di Santa Croce nell'ottobre 2017 e morì poco dopo. Il gup ha disposto il rinvio a giudizio con l'accusa di omicidio colposo al presidente dell'Opera di Santa Croce Irene Sanesi, al segretario generale Giuseppe De Micheli, al tecnico responsabile geometra Marco Pancani e a Stefania Fuscagni, presidente prima di Sanesi. Prima udienza il prossimo 7 aprile.
L'Opera ha diramato la seguente nota: "Ben venga l'accertamento della verità anche attraverso il dibattimento. Rispettiamo la decisione oggi assunta dal Gup, che era per certi versi attesa, ma con tutta serenità riteniamo di non poterla condividere. L'Opera mette in evidenza la sua condotta di diligenza nella cura del complesso monumentale. È la concretezza dei fatti e delle cifre a dimostrare quanta attenzione l'Opera abbia prestato alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Siamo certi che il confronto dibattimentale metterà in evidenza ancor maggiore questa azione di cura e diligenza. Negli ultimi 15 anni sono stati posti costantemente in essere interventi diffusi che hanno visto un impegno economico complessivo di oltre 23,5 milioni di euro. Si è agito in particolare sulle coperture, sugli elementi architettonici, sulla struttura muraria, sulle bifore e sul campanile, interessato da indagini specifiche che hanno portato alla realizzazione di una speciale struttura antivibrazioni".
"Non meno impegnativi - prosegue l'Opera di Santa Croce nel comunicato - sono stati gli adeguamenti dell'impiantistica e dei sistemi di sicurezza, che includono impianti elettrici, rilevazioni antincendio, impianti di videosorveglianza e antintrusione, oltre a indagini georadar sui sottoservizi nell'area museale e nel chiostro grande. Importanti sono state le attività di monitoraggio microclimatico e le moltissime operazioni di restauro e di salvaguardia delle opere d'arte dal rischio alluvionale. Tutto questo in collaborazione e sotto il diretto controllo delle Soprintendenze competenti, per un'area di circa 12.000 metri quadrati dove vengono custodite oltre 4.000 opere d'arte. Adesso esperti qualificati potranno confrontarsi sui numerosi aspetti tecnici della vicenda, di non scontata valutazione, e potranno dare un contributo approfondito all'accertamento dei fatti. Già nei mesi scorsi sono stati definiti tutti gli aspetti risarcitori della vicenda grazie ad una intesa, con il ricorso alla copertura assicurativa, promossa dall'Opera con la famiglia Schnell che ha scelto di non costituirsi parte civile".