Inquinamento, Marchetti (FI): "Mal'aria nel comprensorio, non ci sono alternative delle sinistra alla mobilità privata"
«C’è mal’aria nel Comprensorio del Cuoio, ma non da ora. Già il rapporto 2019 di Legambiente sull’inquinamento atmosferico registrava per la provincia di Pisa 32 giorni di sforamento rispetto ai parametri. E se le polveri sottili rendono i cieli opachi la responsabilità non è solo del meteo, ma anche e soprattutto di politiche regionali sulla qualità dell’aria insufficienti, tardive quanto a pianificazione e con eredità di incentivazioni che poi si sono rivelate mal mirate come quelle sull’utilizzo del pellet per il riscaldamento domestico. A ciò si aggiunge l’effetto avverso generato dalla mancanza di infrastrutture, con la carenza di sistemi alternativi al trasporto su gomma in particolare per quanto riguarda la movimentazione merci, e di un’offerta pubblica di trasporto per la mobilità individuale poco affidabile e attrattiva che lascia utenti a piedi un giorno sì e l’altro pure. Sembrano mondi distanti, invece quando si parla di inquinamento tutto si tiene. Pd e sinistra, in questi decenni di governo regionale, si sono trincerati dietro un ambientalismo di facciata e di maniera che poi nei fatti si è tradotto in inerzia. E’ una grave responsabilità, quella di avere investito poco e male»: l’articolata riflessione arriva dal Capogruppo di FI nel Consiglio regionale della Toscana Maurizio Marchetti.
«Quanto di responsabilità regionale esista nel progressivo degradarsi della qualità dell’aria – sottolinea Marchetti – è testimoniato dalla diffusione del fenomeno che attualmente interessa il capoluogo Firenze, Prato, porzioni del Pistoiese oltre che la Versilia e l’intera provincia di Lucca. Il Piano regionale per la qualità dell’aria è arrivato solo di recente, a dimostrazione di come sia del tutto mancata la strategizzazione su una materia tanto delicata. Si è proceduto con erogazioni spot che nulla risolvono ma fanno titolo sui giornali – incalza Marchetti – e nel frattempo si è sbagliata mira anche sulle politiche di incentivo con cui si è promossa ad esempio, per il riscaldamento residenziale, l’installazione di stufe a pellet le cui emissioni hanno poi in realtà prodotto danno ancor maggiore».
Ma il traffico resta primattore sulla triste ribalta dell’inquinamento atmosferico: «Pd e sinistre tendono a comprimere la mobilità privata, ma non forniscono alternative valide di trasporto pubblico locale su gomma, né su ferro. Idem per il ben più pesante traffico per la movimentazione delle merci. Questi di oggi sono purtroppo i risultati. E il problema, ormai, diviene emergenziale per la salute pubblica. I blocchi del traffico? Non risolvono. Magari recano sollievo temporaneo ma rappresentano un provvedimento tampone».
Fonte: Ufficio stampa