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Dissesto Massarosa, opposizioni ed ex amministratori: "Non c'erano le condizioni"

Come Nerone diede fuoco a Roma per darne la colpa ai Cristiani, così Coluccini ha trattato Massarosa per avverare le sue profezie. Perché non c’erano le condizioni né per il dissesto, né per il predissesto.

In ogni caso adesso i fatti saranno verificati in tutte le sedi, giurisdizionali e non: perché saranno le forze di centro-sinistra a portare gli atti ovunque e avvocati e tecnici stanno già lavorando a questo.

Nell’interesse di Massarosa e anche a tutela di dieci anni di amministrazione che hanno lasciato tante cose positive per Massarosa, e non possono essere liquidati così.

L’ultima notizia clamorosa del reperimento di 1,344 milioni di multe, non iscritte a bilancio, taglia la testa al toro, aldilà dei tecnicismi contabili, sul disequilibrio accertato a luglio, dove già si erano fatte operazioni che a definirle forzate è poco, come l’eliminazione delle entrate da alienazioni con la motivazione dell’assenza di professionalità interne, quando risulterebbe che gli atti erano pronti.

Nel merito la maggioranza non può nascondersi dietro i revisori. Peraltro, senza discutere la professionalità di nessuno, il fatto che sei mesi fa erano state prodotte due pareri molto favorevoli (a preventivo e consuntivo) e oggi si chieda il dissesto è fatto che richiede spiegazioni, che saranno promosse nelle sedi competenti.

Dissesto e predissesto non sono la stessa cosa: col dissesto la politica perde sovranità e saranno dei tecnici mandati da Roma a decidere cosa vendere, cosa tagliare, le tariffe e le imposte da aumentare e in che misura.

Quanto poi al “buco” di 10,8 milioni, noi abbiamo contestato e contestiamo tutte le somme che vi sono state inserite, frutto di forzature volte ad aggravare il quadro, e in certi casi frutto di veri e propri errori procedurali e sostanziali. Perché dovremmo rinunciare, almeno in toto, a sei milioni di residui attivi di tributi da incassare? Perché dovremmo mettere 900.000 euro a garanzia dei contenziosi in essere, quando negli ultimi venti anni il Comune di Massarosa ha fronteggiato cause dieci volte tanto di valore?

Avremmo dovuto fare dieci dissesti? Ce ne sarebbero state tutte le condizioni. Perché dobbiamo riscattare subito la sede distaccata del Comune, che può rimanere a Sermas per un tempo indefinito, e pagarci 400.000 euro di tasse? E si può continuare.

La verità è che Coluccini scappa dalle sue responsabilità di Sindaco. I problemi affrontati nei dieci anni precedenti sono stati enormi ma gli amministratori si sono rimboccati le maniche giorno per giorno, spiegando all’inizio come stavano le cose, ma poi senza più lamentarsi.

Coluccini ha trovato problemi, mai nascosti, ma anche opportunità. Il bilancio di Massarosa, che in dieci anni ha più che dimezzato l’indebitamento, ha una spesa rigida (personale più interessi sul debito) largamente inferiore al 25% delle entrate correnti; ha partecipate che fanno utili e non buchi. In questi condizioni nessun comune italiano ha mai dissestato, e farlo è un danno fatto alla nostra storia e ai nostri concittadini.

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