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Scavi archeologici a Lucca: i ritrovamenti della Domus Romana in mostra

Fare archeologia in un centro urbano come Lucca non è mai semplice. Il dato archeologico si trova per definizione sotto terra e quando al di sopra è attiva una città con i suoi ritmi e la sua quotidianità, è facile capire che scavare a fini prettamente scientifici è fonte di disagio.

Viceversa, ogni volta che in quella stessa città sono necessari scavi per cantieri, manutenzioni o servizi, sorge il rischio di danneggiare quanto il terreno può aver conservato.

Nel 1982, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana emette una declaratoria di importante interesse archeologico su tutta l’area compresa entro la cerchia rinascimentale di Lucca e, con rara sensibilità, nel 1996 il Comune recepisce questa dichiarazione nel proprio Regolamento Edilizio, imponendo che chiunque, privato o ente, debba praticare scavi all’interno delle mura avverta la Soprintendenza e sottostia alle sue prescrizioni.

Questa tutela condivisa ha permesso negli anni rinvenimenti numerosi e significativi, che hanno composto tassello dopo tassello la storia della città integrando e talora correggendo quanto riportato dalle fonti scritte.

La Domus Romana di Lucca è un esempio evidente dell’efficacia di questo strumento: quando nel 2010 sono iniziati gli scavi per il rifacimento delle cantine, proprio l’assistenza archeologica ha permesso di ritrovare e di documentare con attenzione scientifica le diverse fasi di occupazione di questo settore della città, di per sé già interessante per la presenza della chiesa medievale di Sant’Agostino e dei resti dell’antico Teatro Romano. Gli ambienti messi in luce allora ripercorrono un periodo storico lungo, peraltro leggibile anche nella stratigrafia muraria: dal Rinascimento, testimoniato dalle volte in laterizio e da bei frammenti di piatti decorati in maiolica graffita dai colori vivaci, si scende al periodo medievale, visibile nelle murature in ciottoli e nel vasellame di uso comune. Infine il periodo romano è documentato da resti di muri perimetrali che descrivono ambienti abitativi e dai numerosi reperti legati all’edificio, quali tegole e mattoni, intonaco dipinto, tessere di mosaico colorate, e alla vita quotidiana degli abitanti della casa, come vasellame da mensa, monete, oggetti da toeletta. Particolarmente significativo è il ritrovamento delle tracce di un rito celebrato nel I sec. a.C.: in una buca era collocata la porzione centrale di un’anfora sistemata in posizione orizzontale, contenente un vasetto globulare intero, di buona fattura, e una fibula di bronzo in perfetto stato di conservazione. Si tratta di oggetti deposti intenzionalmente nell’ambito di un rito domestico che è stato riprodotto in una delle vetrine espositive della mostra. A dare importanza all’esposizione è una terracotta architettonica romana con l’immagine di Gorgone affiancata da fanciulli che cavalcano delfini, che ha dato il nome al sito e che è stata ben valorizzata da un’originale soluzione espositiva.

L’importanza di questa esposizione risiede non solo nell’evidente interesse scientifico dei ritrovamenti, ma anche nei risultati di valorizzazione e di tutela realizzati con la collaborazione fra Enti pubblici e privati. L’opportunità di esporre il materiale nel luogo stesso del suo rinvenimento ne rende più accessibile il significato e questo è stato reso possibile da un dialogo iniziato molti mesi fa, che ha coinvolto la Bulleri SaS, che ha messo a disposizione locali e personale, la Soprintendenza di Lucca ed il Polo Museale della Toscana, che hanno prestato il materiale archeologico di proprietà statale.

L’esposizione è stata curata dall’archeologa dott.ssa Elisabetta Abela, che aveva anche partecipato alla fase di scavo dell’area, con la supervisione scientifica della dott.ssa Neva Chiarenza, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara. Il progetto architettonico della mostra è a cura dell’architetto Simona Velardi, che dirige il sito insieme al dott. Giuseppe Bulleri.

Fonte: Domus Romana Lucca - Ufficio stampa

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