Università di Siena, al via l'anno accademico col Ministro Fioramonti
Si è tenuta oggi, 23 novembre, all’Università di Siena la cerimonia di inaugurazione del 779° anno accademico, alla presenza del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti.
Il rettore dell’Ateneo senese, Francesco Frati, nel tradizionale momento dedicato alla sua relazione, ha colto l’occasione per tracciare un bilancio della prima metà del suo mandato, giunto alla conclusione del terzo anno. “Permettetemi di cogliere questa opportunità - ha detto Frati - per affermare che anche oggi, a tre anni dall’inizio del mio mandato, continuo a provare la stessa emozione e lo stesso orgoglio nel ricoprire un incarico così prestigioso in una istituzione così importante e in una città straordinaria che avevo il primo giorno. E cercherò di continuare a svolgere questo compito come ho fatto in questi tre anni, con le orecchie pronte ad ascoltare consigli, suggerimenti e critiche, e con gli occhi aperti per cercare di guardare nel prossimo futuro ciò di cui i nostri studenti e la nostra società hanno bisogno”.
Il numero degli studenti e dei laureati in aumento, le attività di orientamento, le borse e i servizi, il placement: il rettore nella sua relazione ha ricordato come gli studenti siano sempre al centro degli sforzi per migliorare l’offerta dell’Ateneo.
“Negli ultimi tre anni accademici - ha evidenziato Frati - siamo cresciuti del 15% sul numero di studenti immatricolati e del 6% sul numero degli studenti iscritti al primo anno delle Lauree Magistrali. E i dati preliminari che si stanno conoscendo in questi giorni relativi alle immatricolazioni per l’anno accademico 2019/20 sono ancora più promettenti, soprattutto per quanto riguarda l’iscrizione alle Lauree Magistrali. Tale tendenza è confermata anche dal numero dei laureati usciti dall’Università di Siena, cresciuti, dal 2015 al 2018 (i dati 2019 sono ancora incompleti) dell’1.5% e di oltre il 10% con riferimento agli studenti che si laureano nei tempi previsti dal loro percorso”.
“Qui in Toscana – ha aggiunto il rettore - anche grazie all’impegno e agli investimenti della Giunta Regionale, l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio offre borse e servizi tra i migliori in Italia . Ma certamente, un sistema di università pubblica come il nostro non può prescindere dai finanziamenti statali se vogliamo davvero, per rispettare i principi sanciti nella nostra carta costituzionale, consentire a tutti i capaci e meritevoli di accedere agli studi universitari indipendentemente dalle possibilità economiche”.
Non è mancato il riferimento al tema dei finanziamenti, portando all’attenzione che sul fronte del Fondo di Finanziamento Ordinario gli ultimi tre anni hanno fatto registrare una ulteriore diminuzione rispetto a quella avviata nel 2009. “L’impatto di tale contrazione – ha detto il rettore - è stato amplificato negli ultimi due anni dalla riattivazione degli scatti stipendiali dei docenti e dalla stipula del nuovo Contratto Collettivo Nazionale del personale tecnico e amministrativo. Provvedimenti da salutare con soddisfazione ma che richiedono un adeguamento del Fondo di Finanziamento Ordinario per consentire agli Atenei di sostenere questi impegni”. E, rivolgendosi al Ministro Fioramonti, presente in aula magna, ha proseguito: “Sappiamo bene, dalle sue dichiarazioni, quanto il Ministro abbia contezza di questa criticità e quanto sia consapevole della necessità urgente di porvi rimedio. Ci auguriamo che ciò possa avvenire tempestivamente. Il sistema universitario italiano non si sgretolerà se verranno a mancare le risorse, ma il suo indebolimento gli impedirà di svolgere efficacemente il proprio ruolo di spinta innovatrice per lo sviluppo del Paese e per la formazione delle nuove generazioni”.
Particolare attenzione è stata dedicata ai dati sull’internazionalizzazione registrati dall’Ateneo, con quasi il 9% degli iscritti provenienti da altri paesi, a fronte di una media nazionale che si attesta sul 5%, 18 corsi interamente in lingua inglese, di cui 2 corsi di laurea triennale e uno a ciclo unico, l’implementazione del programma Erasmus con una costante crescita degli studenti in entrata e in uscita.
Il rettore ha poi ricordato l’impegno nel placement dei laureati e in particolare del successo dei contratti di apprendistato di alta formazione e ricerca che si sono poi trasformati in assunzioni a tempo indeterminato.
Un capitolo importante quello della ricerca e del trasferimento tecnologico. “Con il Piano di Sostegno alla Ricerca – ha evidenziato Frati - negli anni abbiamo aumentato le sempre pur limitate risorse dedicate alle esigenze di base dei nostri ricercatori, riattivando al contempo risorse per sostenere l’ammodernamento delle nostre infrastrutture di ricerca. Consistenti aiuti ci sono venuti in questi anni dalla Regione Toscana, che ringrazio per la grande attenzione mostrata nel voler sostenere il sistema universitario toscano, specialmente con riferimento agli assegni e alle borse di ricerca, che denota la volontà di investire soprattutto sui giovani ricercatori”.
Il sostegno alla costituzione di spin-off, per il quale l’Ateneo si è collocato nelle prime 15 posizioni nel ranking pubblicato da Netval nel 2018, e la stipula di accordi per la realizzazione di Laboratori congiunti con le imprese, 10 già costituiti e 2 in fase di realizzazione, sono alcune delle iniziative a sostegno del trasferimento tecnologico che sono state ricordate.
Innovazione la parola chiave, nella ricerca, ma anche nella didattica e nell’organizzazione.
“Continui sono gli interventi migliorativi nell’offerta didattica – ha detto Frati - che includono, negli ultimi anni, il corso di laurea professionalizzante in Agribusiness, la Laurea Magistrale in inglese in Dentistry e la già citata attivazione di programmi offerti in lingua inglese anche a livello di Lauree Triennali. E nel secondo semestre del corrente anno accademico attiveremo un insegnamento trasversale di Filosofia aperto a tutti gli studenti dell’Ateneo, proprio perché siamo convinti che alla base di ogni competenza ci sia soprattutto l’amore per la conoscenza”. “Per quanto riguarda la sfida dell’innovazione nell’organizzazione – ha aggiunto il rettore - abbiamo avviato una procedura di misurazione dei carichi di lavoro e reingegnerizzazione dei processi con l’obiettivo di migliorare il funzionamento della macchina amministrativa, ma anche di mettere il nostro personale nelle migliori condizioni per contribuire allo sviluppo dell’Ateneo”.
Una riflessione aggiuntiva è stata dedicata all’area medica alla partecipazione universitaria al funzionamento dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese: “In riferimento alla grande discussione che ha interessato il servizio sanitario nazionale con riferimento ai pericoli di depauperamento del numero di medici disponibili, coerentemente con l’impegno preso dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, abbiamo accresciuto del 15% il numero degli accessi al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, e, grazie ai nuovi investimenti del Governo nazionale e di quello regionale, abbiamo visto incrementate del 45% le borse destinate agli studenti delle Scuole di Specializzazione”. “Insieme al professor Nuti – ha aggiunto il rettore - che in questi tre anni mi ha accompagnato in questo viaggio da delegato alla Sanità e che ha terminato il suo onorato servizio al nostro Ateneo e al nostro Ospedale, e con la collaborazione del Direttore Generale dell’Azienda Dottor Valtere Giovannini, che ringrazio, abbiamo lavorato per far crescere il nostro Ospedale arricchendolo di professionisti di valore e di servizi adeguati e immaginando soluzioni innovative alla capacità di trasferire in protocolli assistenziali i risultati della ricerca con la costituzione del Centro Regionale di Medicina di Precisione. E ringrazio la Regione Toscana, qui rappresentata dalla vice-presidente, professoressa Monica Barni, senza il cui supporto tutto ciò non sarebbe stato possibile”.
In chiusura il rettore ha voluto richiamare l’attenzione sul dibattito esploso attorno al tema dello sviluppo sostenibile e del cambiamento climatico, e al contributo importante dei ragazzi dei “Fridays for Future”.
“Potrei dire con orgoglio – ha concluso Frati - che all’Università di Siena il tema è stato affrontato da tempo. Era, infatti, e lo considero un fatto positivo, tra gli obiettivi della nostra Programmazione Strategica già nel 2013, e da allora abbiamo cercato di contribuire al dibattito con la partecipazione al Sustainable Development Solutions Network, con l’organizzazione del corso trasversale sullo Sviluppo Sostenibile, con l’istituzione del Santa Chiara Lab (la nostra “casa della sostenibilità”), con l’adesione ad ASviS e alla RUS (la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile). Ma ho come la sensazione che senza quel movimento giovanile di massa che è scattato con i Fridays for Future, l’argomento avrebbe rischiato di rimanere confinato a qualche aula universitaria o a qualche sofisticato Think Tank. Questa, io credo, sia la sfida che ci aspetta nei prossimi anni, o addirittura nei prossimi mesi. Quella di non tradire questa richiesta e di passare rapidamente dalle parole ai fatti. Anche noi, nel nostro piccolo universo dell’Università di Siena. E dobbiamo farlo senza indugi”.
Fonte: Università di Siena - ufficio stampa