Rossi nel Cuoio post-alluvione: "Altre due casse di espansione per Fucecchio"
Da zona critica in caso di alluvioni a soluzione per le piene dell'Arno, ancora durante i periodi di lunghe e copiose piogge. La frazione di Roffia e il suo simbolo, il bacino remiero, sono stati celebrati oggi con il ritorno del presidente della Regione Enrico Rossi, in visita nei territori colpiti dall'ondata di maltempo dello scorso weekend.
Dopo l'appuntamento di Pontedera allo Scolmatore, il presidente è passato dal Bacino di Roffia e dalla zona tra Fucecchio e San Pierino, due aree nevralgiche del Comprensorio del Cuoio per quanto riguarda l'alluvione di domenica 17 novembre. Inoltre ha fatto visita ai Canottieri, la cui sede ha subito alcuni danni dopo che un metro d'acqua aveva inondato palestre e uffici.
Il presidente ha ribadito come l'opera fondamentale del Bacino divenuto cassa di esondazione ha permesso la riduzione del rischio idraulico da San Miniato fino alla foce delll'Arno, realizzata con circa 18 milioni di finanziamenti regionali, che consente di smaltire fino a 5 milioni di metri cubi.
"Adesso noi pensiamo di fare una programmazione di 5 anni, sempre con investimenti di 100 milioni all'anno, che discuteremo in giunta e in Consiglio per altre due casse di espansione, nella riva destra dell'Arno così che anche la situazione di Fucecchio possa essere recuperata".
A cosa si devono nel dettaglio questi 100 milioni? "Si tratta - ha spiegato Rossi - dei 14 milioni di euro che serviranno per scavare ulteriormente il letto del canale scolmatore e per rialzarne gli argini, un intervento che dovrebbe iniziare l'anno prossimo. Circa 50 milioni sono destinati invece ad ulteriori lavori sulle casse di espansione a Figline Valdarno. Sull'Era interverremo con un progetto da 6,8 milioni di euro, mentre circa 30 milioni serviranno a completare i lavori nella zona di Albinia, insieme ad Anas e a Rfi, per costruire la cassa di Camporegio".
I dati dalla Regione sul Bacino di Roffia-Piaggioni
È uno degli interventi strutturali previsti dal "Piano di Bacino del fiume Arno - Stralcio Riduzione del Rischio Idraulico", e risulta il sistema di opere strategicamente più rilevante tra quelli a valle di Firenze, sia per il volume invasabile stimato in circa 18 milioni di metri cubi, sia per la sua estensione, pari a circa 200 ettari, sia per la sua localizzazione, immediatamente a monte di aree fortemente abitate.
Oggi è un'opera capace di accogliere fino a 8 milioni di metri cubi di acqua. E' costata 17,5 milioni di euro di risorse regionali, statali e degli enti locali (oltre 3,6 milioni fondi L.183/89, oltre 8,5 milioni di fondi FAS regionali, quasi 2 milioni di risorse libere regionali ed il resto fondi dei Comuni e della Provincia di Firenze).
Il progetto originario è costituito da un sistema di quattro casse di espansione, due casse sulla sponda sinistra dell'Arno nel territorio dei Comuni di San Miniato e Fucecchio (casse di espansione di Piaggioni e di Scaletta) e due sulla destra nel Comune di Cerreto Guidi (casse di espansione di Navetta Est e Navetta Ovest). Tra queste quella realizzata è la più strategica cassa dei Piaggioni, che riesce a laminare oltre 8 milioni di metri cubi.
Il progetto definitivo del I° lotto (Cassa Piaggioni) è stato approvato nel 2007 per un ammontare complessivo di 17,5 milioni di euro di risorse regionali, statali e degli enti locali (oltre 3,6 milioni fondi L.183/89, oltre 8,5 milioni di fondi FAS regionali, quasi 2 milioni di risorse libere regionali ed il resto fondi di Comuni e Provincia di Firenze). Il contratto di appalto è stato sottoscritto nel 2009.
Durante l'evento del 16-17 novembre 2019 la cassa ha invasato circa 5.38 milioni di mc, permettendo un abbattimento del picco di piena in arrivo dal fiume Arno di circa 100 - 150 metri cubi al secondo.