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Cia sul florovivaismo: "Settore può tornare strategico"

«La filiera del florovivaismo è una delle più importanti del Paese, genera un fatturato di diversi milioni di euro e rappresenta un settore produttivo con un’altissima professionalità, impegnando decine di migliaia di figure altamente specializzate; non possiamo, perciò, che esprimere apprezzamento per i contenuti della Proposta di legge con disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico, che ha come primo firmatario l’On. Marzio Liuni, con la quale si comincia finalmente a restituire attenzione a un comparto dalla valenza strategica».

Lo sottolinea Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro (Firenze, Prato, Pistoia) in seguito all’intervento del coordinamento di Agrinsieme (che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari), intervenuto in audizione davanti alla commissione agricoltura della Camera dei deputati. Il comparto florovivaistico della provincia i Pistoia vale circa il 30% del settore nazionale, ed un quarto del Pil agricolo regionale della Toscana

«Nel complesso – aggiunge Orlandini - occorre che venga confermato il ruolo del settore florovivaistico come filiera già integrata nella logica della ‘green economy’ e, in tal senso, ogni suo aspetto andrebbe pertanto valutato anche con il supporto e il contributo dei ministeri dell’Ambiente, della Salute e dello Sviluppo Economico, visti anche i numerosi risvolti positivi di una corretta gestione del verde urbano».

Sono tante le esigenze del settore – sottolinea la nota di Agrinsieme - che la proposta di legge già ha previsto. Applicare i contratti di coltivazione diventa quindi necessario anche per tutelare un settore che ha cicli produttivi di sette o più anni e per consentire così alle aziende florovivaistiche di accedere alle potenzialità del sistema creditizio. Fondamentale sarà poi prevedere l’istituzione di uno specifico ufficio al Mipaaf, capace di dare risposte alle istanze degli operatori della filiera; un ufficio dedicato, infatti, consentirebbe di collegare

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