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Due 80enni per ore su una barella del pronto soccorso di Livorno. L'Asl: "Boom di accessi. Ci scusiamo"

Due 80enni tenuti per 37 ore su una barella del pronto soccorso di Livorno. È quanto denunciano Forza Italia e la Lega che riferiscono attraverso due note distinte di quanto sarebbe accaduto. Attraverso una nota l'Asl Toscana Nord fa sapere che nell'ultima settimana, a martedì 5 a lunedì 11 novembre, vi sarebbe stato un boom di accessi al pronto soccorso che ha creato alcune difficoltà e "si scusa con i due pazienti che hanno aspettato più del previsto e contemporaneamente ringrazia tutto il personale che anche in questi momenti di difficoltà dimostra competenza e responsabilità".

"Nell’ultima settimana - si legge nella nota - gli accessi sono stati 1.345, circa 192 al giorno ovvero venti in più al giorno rispetto al consueto afflusso ed hanno portato a 157 ricoveri. Di questi pazienti sono 13 (meno dell’1% rispetto agli accessi) quelli che per il ricovero hanno aspettato oltre 16 ore (parametro monitorato per l’attivazione del piano di sovraffollamento) e solamente nella giornata di lunedì 11 novembre, sono stati trattati 8 codici in emergenza e 19 in urgenza non differibile. I dati confermano che la gestione degli utenti è generalmente appropriata e che purtroppo la concentrazione di casi gravi può dar luogo ad attese più lunghe della norma".

Per far fronte all'emergenza "l’Azienda USL Toscana nord ovest ha deciso di convertire temporaneamente all’ospedale di Livorno 10 posti letto utilizzati per la chirurgia minore (day surgery) in letti per ricovero ordinario per rispondere all’improvviso aumento degli accessi al pronto soccorso".

La nota di Forza Italia

Tenere due coniugi di 84 e 87 anni per 37 ore sulla barella del pronto soccorso, per mancanza di posti letto, è una roba da terzo mondo, inspiegabile e ingiustificabile in Italia e a maggior ragione in Toscana, dove la Giunta regionale si vanta di avere un sistema sanitario all'avanguardia. Purtroppo non è così, e fatti come quello accaduto nella città labronica ne sono l'ennesima controprova". Lo affermano il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia) e il capogruppo azzurro a Palazzo del Pegaso, Maurizio Marchetti, che hanno presentato un'interrogazione urgente sulla vicenda dei due coniugi tenuti un giorno e mezzo sulla barella del pronto soccorso dell'ospedale di Livorno, per mancanza di posti letto. L'uomo era stato colpito da ischemia e la moglie da sincope.

"Altro che modello toscano per la sanità, qui siamo a livelli da Paesi in via di sviluppo - accusano Stella e Marchetti -. E' inaccettabile offrire servizi del genere a persone che pagano tasse salate ogni anno, facendo rischiare loro la vita. I tre quarti del bilancio della Regione Toscana va al sistema sanitario: come è possibile che esistano situazioni del genere, degradanti? E nel frattempo, il governatore Rossi e la sua giunta si permettono anche il lusso di stanziare 2 milioni di euro per le cure dentistiche ai migranti. E' ora di dire basta alla carenza di posti letto, ai tagli al 118, a liste d'attesa infinite, alla dismissione dei nostri ospedali montani e a tutte le prestazioni sanitarie che da diritto diventano miraggio. Il diritto alla salute è un diritto basilare, fondamentale, ed è gravissimo che la Giunta Rossi non riesca a garantirlo".

La nota della Lega

“E’ mai possibile - afferma amareggiato Roberto Biasci, Consigliere regionale della Lega - che due persone anziane debbano aspettare più di un giorno al Pronto soccorso dell’ospedale di Livorno, prima di trovare posto in reparto? Una domanda lecita che dovrebbe avere una risposta immediata ed adeguata da chi ha permesso che ciò avvenisse. Siccome, tra l’altro questi non sono fatti isolati, ci chiediamo come si possa ancora affermare che la Sanità toscana sia eccelsa, quando si costringono degli ultraottantenni su delle scomode barelle, in un’attesa estenuante, prima di poter trovare un’idonea collocazione. E’ palese, dunque che vi sia una notevole carenza di posti letto nel nosocomio labronico e che nessuno, ad oggi, abbia minimamente pensato a porre rimedio a questa reiterata e grave problematica. Immaginiamo, dunquecosa succederà quando ci sarà il consueto picco influenzale….”

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