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Bekaert, il PCI: "Se non ci sono acquirenti, Governo intervenga per creare una cooperativa"

Domani mattina, 31 ottobre, i lavoratori della “Bekaert” di Figline Valdarno, assieme alla segretaria generale della FIOM CGIL Re David e a rappresentanti degli Enti Locali, saranno in presidio sotto la sede del Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE), contemporaneamente all’incontro tra sindacati, istituzioni e azienda.

Il prossimo 31 dicembre scadrà la cassa integrazione per cessazione d’attività dei 211 lavoratori rimasti (su 318). La multinazionale belga ha già inviato le lettere di licenziamento e a tuttoggi non ci sono novità sostanziali per quanto riguarda la reindustrializzazione del sito e l’assorbimento di tutti i dipendenti.

Lo scorso anno l’attuale Ministro degli Esteri Di Maio (allora titolare del MISE) si impegnò davanti ai lavoratori che presidiavano la fabbrica a garantire l’occupazione per tutti alla fine del 2019. L’attuale Ministro, Stefano Patuanelli, fa anche lui parte del Movimento 5 Stelle. È ora di dimostrare che le promesse fatte ai lavoratori non furono un mero tentativo di acquisire consensi elettorali.

Soltanto il permanere di una grande azienda con centinaia di dipendenti può garantire un posto di lavoro sicuro, con i diritti rispettati e una ricaduta positiva di benessere economico nel circondario, con famiglie dotate di un dignitoso potere d’acquisto.

Se non ci sono acquirenti in grado di garantire ciò, il Governo PD-M5S-LEU ha il dovere o di agevolare la richiesta di formazione di una cooperativa di lavoratori (come proposto da una parte delle maestranze) o di nazionalizzare lo stabilimento e di rimetterlo in produzione con tutti i suoi dipendenti.

La Costituzione della Repubblica Italiana mette al primo posto l’interesse pubblico rispetto a quello privato:

Art. 41 “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana…”;

Art. 42 “La proprietà privata può essere nei casi provveduti dalla legge e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generali” (terzo comma).

Una misura in tal senso dovrebbe rappresentare il primo passo verso l’adozione di un piano di investimenti e programmazione economica statale, che blocchi le privatizzazioni e avvii un piano di nazionalizzazione dei settori strategici dell’economia, nell’ottica dell’attuazione dell’ultima parte dell’articolo 41 della Costituzione: La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Ogni giorno di più si sente l’esigenza che questi e altri articoli di una Costituzione costata lotte e sangue vengano finalmente applicati, indipendentemente da direttive europee fatte apposta per tutelare gli interessi di industriali e finanzieri.

PARTITO COMUNISTA ITALIANO DELLA TOSCANA

Segreteria Regionale Toscana del PCI:

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