Tragedia del bus in Catalogna, Corte d'Appello dice sì al processo
Dopo tre anni (e tre opposizioni alla richiesta di archiviazione) la Corte d' Appello di Tarragona ha accolto l'ultimo ricorso delle famiglie delle vittime della strage di Freginals, l'incidente del bus nella quale morirono tredici studentesse, tra cui sette ragazze italiane in Erasmus, avvenuto il 20 marzo del 2016. Tra le vittime c'erano anche le toscane Valentina Gallo, Elena Maestrini e Lucrezia Borghi. La corte ha stabilito che il processo ci sarà. L'imputato è l'autista del bus, un uomo di 62 anni. In una prima testimonianza quest'ultimo aveva ammesso di essersi addormentato e le analisi della scatola nera del mezzo avrebbero avvalorato questa tesi; ma durante un successivo interrogatorio l'autista ha ritirato quella testimonianza. Inoltre la Procura aveva concluso a seguito di una perizia l'impossibilità di stabilire se i freni funzionavano o no, fatto quest'ultimo che aveva portato ad un'ulteriore archiviazione.
"Si tratta di una decisione che accogliamo con soddisfazione finalmente potremo avere un processo e chiedere giustizia", hanno commentato le famiglie in merito al rinvio a processo, attraverso il legale Maria Cleme Bartesaghi.
La vicenda giudiziaria nel dettaglio
L’Audiencia Provincial De Tarragona ha sancito che sussistono fondati motivi per attribuire all’autista la penale responsabilità rispetto al reato di omicidio imprudente, che equivale all’omicidio colposo in Italia, ai sensi dell’articolo 142 del Codice penale spagnolo e di lesioni personali ai sensi dell’art.152 dello stesso codice, considerando l’elemento soggettivo della grave imprudenza. “Dalle indagini emergevano moltissimi elementi - riferisce l’avvocato Stefano Bartoli, a nome delle famiglie - che evidenziavano la gravissima imprudenza dell’autista che, pur cosciente della stanchezza e del rischio di addormentarsi, ha volontariamente scelto di continuare la guida, assumendosi così il rischio di mettere in pericolo i 60 passeggeri che trasportava sul pullman, oltre che se stesso; per noi era davvero inconcepibile non ritenere gravemente imprudente e negligente il comportamento di un autista professionale che decide di continuare a viaggiare, anziché fare una sosta e riposare, nel momento in cui percepisce di essere stanco e non riuscire a restare sveglio ed attento”.
La corte ha ritenuto che la sussistenza della “imprudenza grave” emerga sia da diverse dichiarazioni e testimonianze riportate dai passeggeri dell’autobus che hanno riferito di una condotta di guida non adeguata, sia dall’analisi del crono-tachigrafo dell’autobus che ha rilevato fino a 77 decellerazioni che non trovano analogo riscontro nella strumentazione degli altri due autobus che viaggiavano unitamente a quello condotto dall’indagato e che hanno evidenziato nello stesso arco temporale e chilometrico rispettivamente 5 e 12 decellerazioni. Da quest’ultima emerge una riduzione dei turni di riposo settimanale che, unitamente agli altri elementi, lascia presumere una condizione di stanchezza e sonnolenza tale di per sé a provocare l’incidente.
“Per noi ci sono gravi responsabilità che vanno oltre quelle dell’autista – prosegue l’avvocato - e che dovrebbero coinvolgere la società proprietaria dell’autobus che, evidentemente, non ha messo l’autista nelle condizioni idonee per svolgere le sue mansioni. Auspichiamo che questo processo e le sue conclusioni spronino le nostre istituzioni a vigilare costantemente e profondamente per garantire ai nostri studenti del progetto Erasmus le più appropriate condizioni di sicurezza e il riconoscimento degli stessi diritti di cui godrebbero nel loro paese”.
Indire sul processo per la strage di Freginals in Spagna
«Apprendiamo con soddisfazione la decisione della Corte d'Appello di Tarragona in Spagna di aprire un processo per “omicidio spericolato” per stabilire le responsabilità della strage di Freginals, l’incidente stradale in cui persero la vita tredici studentesse Erasmus. È doveroso far luce su questa vicenda. In questi anni, abbiamo sempre sostenuto il diritto per le famiglie delle vittime di accertare le responsabilità del tragico evento».
Questa la dichiarazione del Direttore Generale dell’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire, Flaminio Galli, in merito alla decisione di lunedì scorso di accogliere il ricorso delle famiglie e di avviare un processo per la strage delle studentesse morte tre anni e mezzo fa sull’autostrada tra Valencia e Barcellona.