Erasmus Hurray, al centro diritti delle donne e violenza di genere: gli studenti senesi ospitano 4 delegazioni straniere
All’interno del progetto Erasmus + HURRAY (acronimo che significa Human Universal Rights Renewed Among Youngsters), ormai giunto al secondo anno, dopo le mobilità in uscita in Ungheria e in Romania che si sono svolte nel precedente anno scolastico, è attualmente in corso in questa settimana (dal 21 al 26 Ottobre) la mobilità in entrata. Il team italiano del “S. G. Bosco” e “C. Cennini”, impegnatissimo nell’organizzazione delle attività, ospita quattro delegazioni di studenti e docenti provenienti da Bulgaria, Grecia, Romania ed Ungheria.
Ieri, 23/10/2019, presso l’Auditorium degli istituti superiori in viale dei Mille a Colle di val d’Elsa si è svolta una tavola rotonda sul tema centrale della mobilità italiana, ovvero i diritti delle donne e la violenza di genere.
L’iniziativa, volta a promuovere e diffondere gli ideali del progetto tra le giovani generazioni, ha visto la partecipazione di vari esperti e referenti del territorio, che si occupano di prevenzione, oltre che di offrire assistenza materiale, psicologica e legale alle donne vittime di abusi o violenza. Dopo i saluti delle autorità, Marco Parri, preside dell’Istituto “S. G. Bosco” e “Cennini”e degli assessori ai Servizi Sociali Vincenza Severina Errico e all’Istruzione Serena Cortecci, hanno avuto luogo una performance allestita dalle studentesse dell’Istituto “Cennini”, che fanno parte del team, coordinate dalle loro insegnanti dal titolo ‘Dar voce alle donne.
“Che cosa indossavi? ...Gli abiti non contano...”’ ed una introduzione sui diritti delle donne in Italia, a cura degli studenti del team Erasmus+ HURRAY della sezione liceale. Si sono poi susseguiti gli interessantissimi interventi della dott.ssa Elisabetta Pizzichini del Centro Pari Opportunità Valdelsa, della Dott.ssa Angelina Gerardi dell’ Associazione Atelier Vantaggio Donna, della Dott.ssa Elena Pullara, Operatrice del Centro Antiviolenza Valdelsa e della Casa Rifugio Donne Insieme Valdelsa, della Dott.ssa Francesca Nencioni, Coordinatore Sociale della Società della Salute Zona Alta Val d’Elsa, dell’ Avv. Roberta Cucini del Foro di Siena, Referente Associazione Italiana degli Avvocati per la famiglia e per i minori, sez. Siena, del Prof. Massimo Piccioni dell’ Associazione LUI, Livorno Uomini Insieme, che ha parlato del ruolo delle associazioni di uomini nel contrasto alla violenza di genere e della Prof.ssa Angela Ferretti, portavoce dell’esperienza nell’educazione di genere dell’IIS “Roncalli” i Poggibonsi. La tavola rotonda ha riscosso successo e consensi non solo tra le delegazioni straniere, ma anche tra gli studenti dell’istituto invitati a partecipare, con il coinvolgimento particolare di alcune studentesse delle classi quinte del Liceo linguistico, che si sono impegnate nella traduzione in inglese degli interventi dei vari relatori. Nel pomeriggio i team internazionali e quello nazionale si sono confrontati sul tema trattato nella mattina di studi, esponendo qual è la situazione nel loro paese rispetto ai diritti della donne, per poi unirsi e collaborare in un role play volto a mettere in scena varie situazioni legate alla violenza e a come le donne in difficoltà possono trovare un aiuto, usando sempre l’inglese come lingua veicolare per comunicare.
“Una giornata davvero proficua, una grande e bella opportunità di crescita, sia a livello culturale che umano per tutti i partecipanti”, ha osservato la professoressa Danila Ferro, referente del team italiano e coordinatrice del progetto.
Ci siamo lasciati così
Il resoconto di Mattia Galigani, studente Erasmus +
Ci siamo lasciati così, con le lacrime e con i sorrisi, due modi così ossimorici e contrastanti che rimandano però ad un medesimo sentimento: la gioia. Questa piccola parola composta da soltanto cinque lettere che, nonostante sia tra le più utilizzate della lingua italiana, ha un’accezione così significativa da far diventare positivo l’umore della persona che ne fa uso, non risultando mai banale. La gioia di aver fatto nuove e sincere amicizie, la gioia di aver trascorso momenti di divertimento insieme.
Ci siamo lasciati così, con lo stesso gesto ripetuto appena cinque giorni prima quando abbiamo rivisto i nostri amici dopo cinque lunghi mesi trascorsi a messaggiare con loro nell’attesa di rincontrarli di nuovo: un abbraccio. Questo gesto, tanto semplice e istintivo quanto efficace nello stemperare le proprie emozioni, tristi o felici che siano, non è per niente casuale ed ha un significato strettamente collegato al fine che il progetto Erasmus si prefigge: la fratellanza tra i popoli per rinnovare lo spirito di pace, fortemente messo a rischio dal desiderio di supremazia che da sempre contraddistingue l’essere umano.
Ci siamo lasciati così, con i ricordi di questa splendida settimana trascorsa insieme, nella quale noi ragazzi dell’Istituto di Istruzione Superiore San Giovanni Bosco abbiamo fatto del nostro meglio per accogliere i nostri ospiti in modo da rendere questa mobilità indimenticabile: li abbiamo condotti nella loro visita alle meraviglie che la nostra splendida regione offre, come Firenze, Siena, San Gimignano e Colle di Val d’Elsa. Abbiamo cercato di farli entrare nelle nostre tradizioni, nelle tradizioni che da secoli vengono tramandate di generazione in generazione. Ci siamo divertiti insieme a loro nei momenti di tempo libero, nei quali si avvertiva un meraviglioso spirito di amicizia. Ci siamo impegnati insieme a lavorare sui diritti delle donne, l’argomento chiave di questa mobilità in entrata, un argomento così attuale e di estrema importanza ma purtroppo troppo spesso ingiustamente trascurato.
Ci siamo lasciati così, con l’augurio di rivedersi ancora una volta nell’ultima mobilità in programma, quella sull’isola greca di Lesbo, che purtroppo non può ancora essere una certezza in quanto la lista dei partecipanti non è ancora stata stilata. Ciò nonostante, dato che il significato dell’amicizia non implica necessariamente un continuo contatto diretto, sono sufficienti elementi come la stima reciproca e i bei ricordi dei momenti trascorsi insieme, siamo certi che la coesione e la fratellanza dimostrati nel corso delle mobilità, resteranno invariate.
Questo articolo si chiude così, con una parola, tanto semplice quanto utilizzata con frequenza: grazie. Il mio grazie va a tutti i miei compagni, sia italiani che delle delegazioni estere, che hanno reso indimenticabile questa esperienza e hanno svolto il nobile compito di rinnovare a gran voce il messaggio dei diritti umani. È inoltre doveroso porgere un caloroso ringraziamento ai professori della nostra scuola che si sono impegnati con dedizione ad organizzare tutto ciò e a tutta l’amministrazione, sempre favorevole ad organizzare progetti di questo genere.
GRAZIE MILLE!!! Ευχαριστώ πολύ!!! Nagyon szépen köszönöm!!! БЛАГОДАРЯ ВИ МНОГО!!!
Fonte: Ufficio stampa