Giornata dei Piccoli Musei, all'Archeologico di Peccioli un dvd omaggio
Un dvd con cui poter esplorare il modello di un tempio etrusco descritto da Vitruvio, alla scoperta dei dettagli architettonici, degli elementi fondamentali della struttura, e un volo sulla carta del Mediterraneo tra il IV e il III sec. a.C., fino ad arrivare a Ortaglia per conoscere gli ultimi attimi di vita del tempio. Chi visiterà il Museo Archeologico domenica 29 settembre, in occasione della terza Giornata Nazionale dei Piccoli Musei, riceverà in omaggio questo dvd grazie a cui poter approfondire alcuni aspetti della cultura etrusca e in particolare gli usi della comunità che abitò e visse per secoli le colline intorno a Peccioli.
Organizzata per mostrare il "vero volto" dei Piccoli Musei, la Giornata Nazionale rappresenta ogni anno un'occasione di scoperta di tante meraviglie e curiosità nascoste in luoghi curatissimi e per lo più sconosciuti al grande pubblico, ma capaci di offrire una visita del tutto particolare e "a misura d'uomo". Sono piccole certo, a volte costituite magari da una sola stanza, ma le 350 realtà italiane - riunite nell'Associazione Nazionale Piccoli Musei - sono anche dinamiche, radicate nel territorio, attentissime alla cultura della relazione e dell'accoglienza: chi vi lavora è pronto a dare a ogni visitatore spiegazioni appassionate sulla storia di ciò è custodito con amore nel museo, offrendo il proprio sapere, grande disponibilità e una buona dose di sorrisi. "Il nostro obiettivo è sempre lo stesso, quello cioè di presentare i piccoli musei per ciò che sono, per far sì che non si continui a considerarli sullo sfondo", spiega il presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Musei, "i piccoli musei possono essere protagonisti non solo dello sviluppo culturale di un luogo, ma anche di quello turistico e quindi economico. Noi non siamo in competizione con i grandi musei, siamo solo diversi". Dietro a quella che sarà una grande festa diffusa in tutto il territorio italiano, si cela, oltre all'entusiasmo, un grandissimo impegno: "per molte persone i piccoli musei sono ancora poco noti, tuttavia si sta affermando l'idea che quello piccolo sia un museo vicino, capace di offrire uno sguardo particolare sul territorio".
Il Museo Archeologico di Peccioli è stato inaugurato nel 2004 per una corretta conservazione dei numerosi reperti rinvenuti nel sito archeologico etrusco di Ortaglia, a pochi chilometri da Peccioli. Gli scavi erano stati gestiti dal Comune di Peccioli in collaborazione con l’Università di Ferrara, e sotto la direzione di Stefano Bruni.
Da un pozzo profondo 10 metri e largo 4 erano venuti alla luce oggetti votivi e parti di una costruzione che, per dimensioni e tipo di decorazione, facevano pensare a qualcosa di simile a un tempio o quantomeno a un santuario. I reperti si presentavano in frammenti, perché la struttura di cui facevano parte aveva collassato, probabilmente nel IV sec. a.C., in seguito ad un incendio. La parte alta del pozzo, a causa di un’erosione, era poi franata verso nord-ovest, facendo cadere i reperti da un’altezza di circa cinque metri.
Molti oggetti votivi, come i pesi del telaio e i rocchetti per il filo, tipici del lavoro femminile, avevano fatto pensare che il santuario fosse dedicato ad una divinità femminile.
Punta di diamante della collezione una kylix attica a figure rosse, sicuramente attribuibile al celebre pittore greco Makron, operante ad Atene intorno al 490 – 480 a.C.
Dal 2007 il Museo Archeologico si trova nella nuova, suggestiva sede, in Piazza del Carmine 33, all’interno di un sistema di cunicoli ancora di recente usato come cantina, ma che in epoca antica conteneva con ogni probabilità tombe ipogee. Nella nuova sede ai reperti esposti ne sono stati aggiunti altri: il corredo funerario proveniente dalla tomba etrusca di Legoli (scavo del 1930), un grande loutérion (bacino per le abluzioni), nonché una serie di materiali relativi a culti notturni, legati ad una divinità simile alla greca Dèmetra.
Tra questi si può ammirare un kèrnos (vaso cilindrico) con quattro coppette per le offerte votive alla divinità.
Nella sala del tempio un grande plastico riproduce il tempio tuscanico, ricostruito secondo le regole di Vitruvio (teorico dell’architettura di età augustea). Notevole importanza è stata data nella nuova esposizione alla multimedialità. Si è pensato che le più recenti acquisizioni in questo campo potessero venire incontro alle esigenze e al modo di apprendere soprattutto degli studenti e delle giovani generazioni. Il plastico del tempio è stato così corredato da supporti multimediali che permettono di “interrogarlo” e di gustare filmati tridimensionali tramite appositi occhiali. Inoltre, nella sala multimediale è stato allestito uno schermo con proiettore grazie ai quali si posso vedere filmati relativi alla storia dell’incendio del tempio di Ortaglia.
I reperti rinvenuti, appartenenti al territorio a nord di Volterra, hanno permesso di gettare nuova luce ed elaborare nuove possibilità interpretative sulla storia degli etruschi di Volterra, dei quali quello tardo-arcaico resta ancor oggi un periodo assai oscuro.
Alla collezione etrusca proveniente dal sito di Ortaglia, si affiancheranno infatti i materiali rinvenuti, durante gli scavi condotti dal Gruppo Archeologico Tectiana, sul sito di Santa Mustiola a Ghizzano, un piccolo colle ubicato lungo una delle vie di comunicazione antiche più importanti del territorio, che collegava Volterra, Pisa e il mare a Roma. Proprio l’importanza commerciale e strategica del luogo ha permesso il succedersi di varie fasi insediative: da quella romana, testimoniata dalla cisterna di I secolo d.C., quella longobarda di cui rimangono grandi quantità di oggetti e ceramiche di uso quotidiano e, infine, a quella medievale con la costruzione della piccola chiesa dedicata a Santa Mustiola. All’interno della chiesa, lungo uno dei muri perimetrali, è stata rinvenuta una sepoltura femminile con un prezioso corredo in bronzo, oggi completamente restaurato e ricomposto nella sua forma originale.
Il corredo, composto da un copricapo, un anello e una cintura è databile alla prima metà del Trecento, e rappresenta un raro esempio in Italia di oggetti di questo tipo, soprattutto per la quantità di elementi decorativi che compongono la cintura. L’entità del ritrovamento, unito alle informazioni provenienti dallo studio antropologico delle ossa sepolte, ha permesso di delineare alcuni aspetti della vita della defunta.
La scoperta di Isadora, questo è il nome che abbiamo scelto per lei, apre nuovi scenari sulla tipologia di insediamento che in quei secoli caratterizzava il nostro territorio comunale, tanto che un piccolo colle che oggi si trova al di fuori delle rotte principali, probabilmente in passato ne era al centro.
Il Museo Archeologico di Peccioli domenica osserverà il seguente orario: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Per ulteriori informazioni contattare la Segreteria Organizzativa tel. 0587 672158, info@fondarte.peccioli.net, www.fondarte.peccioli.net
Fonte: Fondazione Peccioliper