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Il Monastero di Santa Croce fra vendite, soppressioni e nuova acquisizione

Riportiamo di seguito la nota storica le cui informazioni sono state tratte dalla relazione del ministero dei Beni culturali nel 2008, dove vengono ricordate le vicende dell'ordine di regola agostiniana e del monastero nel corso di quasi 800 anni di vita.

Il complesso monastico delle Agostiniane di Santa Cristiana in Santa Croce sull'Arno fu fondato il 14 novembre 1279. Oringa Menabuoi, meglio conosciuta con l'appellativo di Cristiana, ricevette dal Comune di Santa Croce sull'Arno una casa e un pezzo di terra nella contrada di San Niccolò nei pressi delle mura del borgo. Lì la donna, insieme alle sue compagne, si ritirò, vestendo l'abito delle terziarie di San Francesco. Il 24 dicembre dello stesso anno il comune ufficializzò la donazione. Il 26 maggio 1283 Paganello da Porcari, Vescovo di Lucca, approva la costruzione di una chiesa per le necessità delle religiose. In un lasso di tempo imprecisato che va dal 18 gennaio 1290 al 16 aprile 1293 lo stesso vescovo pone le pie terziarie francescane sotto la regola di Sant'Agostino, fondando così canonicamente un monastero di suore agostiniane. [Tale trasformazione delle suore da Francescane ad Agostiniane ha il senso di una operazione “politica” che approfondiremo in altra sede, NdR]

Fra il 1435 e il 1441 il monastero e l'attigua chiesa sono oggetto di ulteriori, radicali restauri, propugnati e benedetti da Papa Eugenio IV: Alla fine di tali restauri il 1 dicembre 1453, il vescovo di Lucca, Baldassarre Manni, procede alla consacrazione della chiesa del monastero, mai consacrata prima. Purtroppo il 20 agosto 1515 l'intero complesso monastico è quasi completamente distrutto da un pauroso incendio. Tuttavia, nel 1587, i lavori di restauro e di ristrutturazione dell'intero edificio possono dirsi conclusi.

La chiesa attuale fu costruita a partire dal 12 aprile 1711 su progetto del milanese Carlo Zola. Fu consacrata il 1 settembre 1716 dal Vescovo di San Miniato, Giovanni Francesco Maria Poggi. Nel frattempo nel corso del diciassettesimo secolo San Miniato era diventato diocesi autonoma staccandosi da Lucca. Nel secondo ventennio del '700 lo stesso vescovo chiamò il pittore fiorentino Anton Domenico Bamberini ad affrescare la volta del presbiterio. La chiesa viene terminata nel secolo diciannovesimo quando si completano gli ornati della volta dell'aula mentre il monastero viene soppresso dalle leggi napoleoniche. Le religiose vi torneranno solo nel 1816 dopo il congresso di Vienna e i processi di restaurazione post napoleonici.

Dal 1854 al 1856 il complesso monastico è oggetto di pesanti restauri che possono essere definiti una nuova edificazione. Viene infatti distrutta buona parte dell'antica fabbrica cinquecentesca e ne viene edificata una nuova, quella che possiamo vedere anche oggi. Il 10 novembre 1866 il monastero viene di nuovo soppresso dallo Stato italiano e tutti i suoi beni sono incamerati dal demanio pubblico, le monache, tuttavia, hanno la concessione di poter continuare a risiedevi.

Nel 1887 lo Stato, che vuole vendere l'intero complesso, ingiunge alle religiose di andarsene. Avviene così che, nel 1889, per una spesa di lire 20mila, tre benefattori acquistano il monastero dallo Stato e lo riconsegnano alle suore che ne ritornano così pienamente in possesso.

Valerio Vallini

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