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Liberazione di Santa Croce, i bombardamenti e la morte del soldato Orson

Durante i giorni della Liberazione dal 31 agosto al 1° settembre del 1944, al di qua dell’Arno, sulla riva destra, come scrisse il cronista Mario Lepri su La Nazione di sabato 31 agosto del 1974, si sapeva poco.

“La radio a galena di Gino Gozzini era l’unica fonte di notizie. Anche il gruppo clandestino alloggiato a Poggio Adorno, nella casa colonica di Augusto Battini, era tagliato fuori. Cibo scarso, timore dei nazisti, cannonate americane. A Santa Croce non c'era nessuno. Solo un improvvisato ospedale funzionava nella conceria Duranti, in via di Pelle.

Il 20 agosto il cannoneggiamento sul centro cittadino fu tremendo. Sul campanile della Collegiata sarebbe stato installato un osservatorio tedesco. La svelta torre fu abbattuta con i tiri delle batterie statunitensi che sparavano dalla valle di Marzana, nel sanminiatese.

Crollarono, però, anche molte case e la chiesa fu ridotta ad un mucchio di macerie. L'ultima volta che appresi - è sempre il reportage di Lepri - quanto riferito dalla "galena" che, in via del Castellare, captava alla meglio "Radio Londra" e "Radio Italia Libera", seppi poco: "Sul fronte dell'Arno, scontri di pattuglie".

In uno di questi, in località Poderaccio, sulla riva sinistra, c'era un ragazzo poco più che ventenne: Frederick Orson. Era venuto dal Wisconsin, a morire dinanzi a Santa Croce, per la libertà degli italiani. Da notizie in nostro possesso si può dire con certezza che il 1° Settembre a Santa Croce non ci fu nessuna battaglia fra americani e tedeschi. Ciò non toglie il grande valore di quel giorno che fu soprattutto un giorno di liberazione dalla paura della guerra e l’inizio della ricostruzione.

Valerio Vallini

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