Tartarughe abbandonate nei parchi di Livorno, trasferite all'oasi di Ronchi
L’ufficio Gestione e Manutenzione Verde Urbano del Comune di Livorno, in collaborazione con l’ufficio Tutela Animali, ha provveduto al trasferimento di tutte le tartarughe abbandonate nelle fontane pubbliche cittadine nell’oasi naturale WWF di Ronchi, a Marina di Massa.
Le tartarughe nelle fontane riscuotono da sempre la simpatia di grandi e piccini, ma è bene precisare che la loro presenza nei parchi pubblici non rappresenta una scelta da parte dell’Amministrazione, in quanto si tratta di esemplari abusivamente abbandonati da famiglie che non possono più tenerli in casa. Questi animali sono costretti a vivere in un habitat poco confacente, dove in genere la sopravvivenza è breve e difficile.
Il trasferimento, preceduto da un lungo lavoro preparatorio da parte degli uffici e di coordinamento a livello regionale, è stato portato a termine nella giornata di ieri, mercoledì 28 agosto.
Da vasche e fontane di Villa Mimbelli, Piazza Dante e Parco Pertini sono state prelevate ben 130 tartarughe palustri.
Grazie alla collaborazione della delegazione livornese dell’associazione Anpana, gli animali sono stati trasferiti su un mezzo specifico dell’associazione, fatto arrivare da fuori provincia, e trasportati dentro apposite ceste provviste di panni bagnati, per scongiurarne la sofferenza.
Il centro che li ha accolti, il Parco didattico WWF di Ronchi, è un’oasi naturale realizzata all'interno di un'area litoranea con caratteristiche ambientali originarie, che racchiude gli aspetti tipici del bosco costiero retrodunale. È l’unico centro autorizzato dalla Regione ad ospitare le tartarughe esotiche, ed è gestito dai volontari dell’associazione L’Assiolo.
Il signor Luca Giannelli, figura storica dell’associazione, esaminando i 130 esemplari presi in consegna, ha constatato con grande gioia che fra le tante testuggini palustri americane (Trachemys scripta) c’erano anche diversi esemplari appartenenti a specie esotiche molto rare, che saranno custoditi a parte.
Per chi volesse visitarla, l’oasi naturale di Ronchi si trova sul lungomare di Marina di Massa, di fronte a una bella spiaggia libera attrezzata (entrata da via Donizetti 1). L’ingresso è gratuito.
A Livorno è stata mantenuta, per scopi didattici, una piccola colonia di tartarughe americane, circoscritte all’interno della voliera del Parco Pertini, con esemplari maschi separati dalle femmine.
Il prelievo delle tartarughe dalle fontane pubbliche di Livorno e la loro messa a dimora in un habitat adeguato non era più rinviabile, in quanto il 31 agosto prossimo scade, per enti e cittadini, il termine per denunciare al Ministero dell’Ambiente il possesso di specie esotiche invasive (animali e piante) non commerciabili, quali sono per l’appunto leTrachemys scripta.
Infatti, recependo la normativa europea, il decreto legislativo 230 del 2017 prevede che i proprietari di animali da compagnia appartenenti a specie invasive (sono una cinquantina) possono continuare a custodirli fino a fine vita, purché provvedano a denunciarli al Ministero, e adottino gli opportuni accorgimenti per impedirne la fuga (adeguate recinzioni) e la riproduzione (tramite separazione dei sessi). Lo scopo è infatti quello di evitare il rilascio di esemplari esotici nell’ambiente, per impedire che la fauna e la flora autoctona siano soppiantate da specie invasive, con perdita della biodiversità, gravi ripercussioni sull’ecosistema e ingenti danni economici.
Per chi omette di presentare la dichiarazione sono previste sanzioni da 150 a 20mila euro. Il rilascio nell’ambiente configura invece un vero e proprio reato, con pene detentive fino a tre anni e sanzioni da 10mila a 150mila euro (per maggiori informazioni consultare, per esempio, questo articolo pubblicato dall’agenzia Ansa https://bit.ly/2zufl46).
L’abbandono di tartarughe esotiche è un fenomeno che fa registrare numeri preoccupanti anche a Livorno: basti pensare che solo nella vasca di Villa Mimbelli ieri sono state recuperate ben 30 tartarughe vive, malgrado in occasione dei frequenti controlli se ne trovino sempre almeno un paio morte.
Inoltre, il cibo lanciato dai visitatori attira i topi, che finiscono con il mangiare anche gli animali: per esempio in piazza Dante le tartarughe abbandonate nella vasca sono state la principale causa dell’abnorme presenza di topi, e più di una volta sono state ritrovate tartarughe divorate dai topi, o viceversa topi morti mangiati dalle tartarughe.
L’Amministrazione comunale, oltre a sensibilizzare la cittadinanza contro il fenomeno dell’abbandono, invita quindi a non dare da mangiare agli animali presenti nei parchi pubblici. Gli animali da cortile del Parco Pertini, per esempio, sono già alimentati in base ad una dieta calibrata, e i pesci rossi che spesso si trovano in vasche e fontane sono autosufficienti, in quanto si nutrono di larve ed altri elementi naturali.
Dare cibo ad animali che vivono in ambienti ristretti ne favorisce ilsovrappopolamento e di conseguenza un drastico peggioramento delle condizioni di vita.
Fonte: Comune di Livorno - Ufficio Stampa