Giornata Mondiale Libertà di Stampa, Lucca ricorda Antonio e Bartek uccisi a Strasburgo
A Lucca, in occasione della Giornata internazionale per la libertà di stampa, si ricordano Antonio Megalizzi e Barto Pedro Orent-Niedzielski, i due giovani giornalisti che furono uccisi l’11 dicembre 2018 a Strasburgo, dove si trovavano per raccontare l’Europa attraverso il progetto Europhonica, un network di radio universitarie.
La Giornata internazionale per la libertà di stampa (World Press Freedom Day), quest’anno si celebra ufficialmente ad Addis Abbeba, in Etiopia con tema 'Media for democracy journalism and elections in times of disinformation', con iniziative collaterali in tutto il mondo. Oggi è impossibile slegare il tema della libertà di stampa da quello del dilagare della disinformazione legata alle fake news e all'utilizzo della piattaforme social, che influiscono nella quotidianità delle persone e nella comunicazione politica.
La WPFD, tra l’altro, rende omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione e la città di Lucca celebra oggi la Giornata internazionale per la libertà di stampa con un’iniziativa dedicata a due giovani reporter. Antonio Megalizzi, 29enne di Trento innamorato dell'Unione Europea e Barto Pedro Orent-Niedzielski detto Bertek, 35 anni di Katowice in Polonia, hanno perso la vita inseguendo il sogno di diventare giornalisti per raccontare quell'Europa che li aveva uniti nella stessa passione.
Il convegno dal titolo ‘Antonio e Bartek: testimoni di un mondo di pace e dialogo’, è organizzato dal Club per l’UNESCO di Lucca a Palazzo Bernardini.
Proclamata esattamente 26 anni fa, il 3 maggio del 1993, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata internazionale per la libertà di stampa, come ricorda in apertura del convegno Annateresa Rondinella, Direttrice Club per l'Unesco Lucca, nacque dietro raccomandazione della Conferenza Generale dell’UNESCO, a seguito della Dichiarazione di Windhoek, in Namibia. Il documento afferma i principi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media come elementi fondamentali per la difesa della democrazia e il rispetto dei diritti umani.
L’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo recita: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, tale diritto include la libertà di opinione senza interferenze e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza frontiere”.
Hanno preso parte al convegno la giornalista Carmen Lasorella, Paolo Maria Mancarella, rettore dell’Università di Pisa, Paolo Collini, rettore dell’Università di Trento, Franco Bernabè, presidente Commissione Nazionale Italiana Unesco, Pietro Pietrini, direttore Scuola IMT Alti Studi di Lucca, Alice Plata, segretario nazionale RadUni Ass. Operatori radiofonici Universitarie molti altri relatori, tra cui il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani.
Un minuto di silenzio e un lungo applauso hanno accompagnato il ricordo dei due giovani, Antonio Megalizzi e Barto Pedro Orent-Niedzielski, conosciuto come Bartek, morti nell'attentato di Strasburgo.
Franco Bernabè, presidente della Commissione Nazionale Italiana Unesco, ha centrato il suo intervento sul tema che quest'anno caratterizza la Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa: 'I media per il giornalismo democratico e le elezioni all'epoca della disinformazione'.
"L'Unesco dedica alla problematica delle fake news un saggio disponibile sul sito. Più di 5 miliardi di dispositivi cellulari sono a disposizione della popolazione mondiale, ciò significa un enorme impatto delle nuove tecnologie sui grandi eventi politici sperimentati negli ultimi anni, dalle elezioni americane all'ascesa di Trump ai gilè gialli, che utilizzano una piattaforma informatica con sede in Corea".
"Anche in Italia l'utilizzo di una piattaforma privata ha un suo caso nel M5S - ricorda Bernabè, che individua tre problemi legate alle tecniche di propaganda -. Le tecniche non sono cambiate granché; trasparenza sull'origine del messaggio; costo ed efficacia del messaggio. Non sono cambiate granché - afferma riferendosi al primo punto- dai tempi di Woodrow Wilson, che doveva mobilitare il Paese, dove non vigeva la leva obbligatoria, alla guerra. Nasceva così la storia campagna "Uncle Sam wants you", utilizzando 75mila persone orientate e motivate a trasferire il messaggio e a sollecitare interesse e adesione del popolo americano alla guerra. La trasparenza sull'origine del messaggio: il broadcasting impone un linguaggio semplificato e spinge a vincere le elezioni a chi converge verso il centro. Tutto cambia nell'era dei nuovi media: si verifica una rivoluzione totale, soprattutto attraverso i social network con messaggi polarizzati e segmentati, focalizzati sulla persona che li riceve, anche in modo radicalizzato".
"L'effetto è una sintesi di posizioni estremiste, tipo i no-vax o i terrapiattisti. Si finisce per radicalizzare un tema di maggiore interesse, senza impattare sugli altri temi che interessano la stessa persona che riceve i messaggi. Il costo diffusione messaggio ed efficacia: costo minimo efficacia enorme. I messaggi pubblicitari ormai vanno su Facebook e Google, i giornali sono portatori residuali di pubblicità, e noi sappiamo che l'informazione senza pubblicità rischia enormemente".
Fa sue le parole della giornalista Carole Jane Cadwallader del giornale The Observer, nell'ultimo discorso di Vancouver. Si evince oggi una opacità dei messaggi social e una concentrazione di potere che ha consentito alle piattaforme di diventare dominanti. "Su libertà stampa e pluralismo- conclude-, c'è molto da approfondire".
Molti i temi affrontati, dal principio di libertà all'abolizione della pena di morte nel Granducato di Toscana, come ha sottolineato il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani. Negli interventi dei relatori l'informazione nell'era del web, la conoscenza come strumento di libertà e la comunicazione digitale.
Si è ricordato che l'Osservatorio Unesco ha registrato 99 giornalisti uccisi solo nel 2018, per un totale di 1.307 tra il 1994 e il 2018. Audrey Azoulay, Direttore generale dell'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, dice: "In un momento d crescente diffidenza e delegittimazione della stampa e del giornalismo, è essenziale garantire la libertà di opinione attraverso il libero scambio di idee e di informazioni basate su verità fattuali".
Libertà di stampa, la parola ai relatori del congresso
Alcuni protagonisti del convegno hanno risposto a una domanda ai microfoni di gonews.it: perché è importante difendere la libertà di stampa? L'esempio dell'impegno giornalistico di Antonio Megalizzi e Barto Pedro Orent-Niedzielski, fornisce una chiave di lettura di come fare informazione e in che direzione andare.
Il Rettore dell'Università di Trento, Paolo Collini, ricorda il suo studente, Antonio Megalizzi, che aveva scelto di intraprendere gli Studi Internazionali. "La libertà di stampa e informazione è elemento fondamentale di una società che vuole essere in grado di autogovernarsi come sono le società moderne. Ora si ricordano due ragazzi, uno è un mio studente, Antonio Megalizzi, che con Bartek credeva di dare un contributo per la libertà di stampa con molta chiarezza. Viviamo in un mondo in cui chiamiamo informazione qualcosa che apprendiamo attraverso strumenti non controllati di cui nessuno vuole prendersi la responsabilità".
Paolo Maria Mancarella, Rettore dell'Università di Pisa: "È importante difendere la libertà di stampa perché un Paese dove non c'è libertà di stampa, dove non c'è libertà di pensiero non c'è democrazia. Valori fondamentali in periodi bui come questo per il mondo civile. Lo ricordiamo attraverso due giovani cosmopoliti che volevano portare il loro pensiero in giro per l'Europa, che appartengono a una generazione combattiva. Dobbiamo onorarli sempre e ricordarli costantemente, è un dovere che tutti noi abbiamo".
Pietro Pietrini, Direttore Scuola Imt Alti Studi di Lucca: "Libertà di stampa si potrebbe chiamare libertà e basta: è la base del dialogo e del confronto civile. Antonio e Bartek combattevano l'ignoranza quotidianamente per contribuire a creare un mondo senza confini geografici né ideologici. Consapevoli che l'unico confine che ci deve preoccupare da sempre è quello che divide ciò che conosciamo da ciò che ancora ignoriamo, ed è quello che come scienziati, come uomini e donne di qualunque provenienza, dobbiamo cercare di spingere sempre più in là".
Franco Bernabè, presidente della Commissione Nazionale Italiana Unesco: "Una giornata in difesa della democrazia. L'Unesco rappresenta questo come uno dei momenti principali di difesa del sistema occidentale e ha raccomandato la diffusione del pluralismo dell'informazione a livello internazionale. Uno dei temi importanti è la difesa di chi fa informazione: i giornalisti. In questi ultimi anni in seguito alle guerre, al terrorismo e agli attentati molti giornalisti hanno perso la vita nell'esercizio delle loro funzioni, essenziali per la democrazia. È importante farlo oggi ed è importante per il futuro del nostro Paese".
Chiarastella Foschini