Museo di Storia Naturale Unipi primo classificato regionale: nel 2018 oltre 71mila visitatori
Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa è arrivato primo nella classifica dei musei ecomusei di rilevanza regionale per l’anno 2019. Ottimi piazzamenti anche per gli altri musei dell’Ateneo con il Museo della Grafica e l’Orto e Museo botanico che sono arrivati rispettivamente al settimo e quattordicesimo posto.
In questi giorni, la Direzione Cultura e Ricerca della Regione Toscana ha stilato la graduatoria per l’assegnazione annuale dei contributi ai musei prendendo in considerazione vari parametri tra cui le dotazioni fisse, i servizi di accoglienza, le ore di apertura al pubblico, il numero di visitatori, le attività educative, gli eventi e le attività di studio e ricerca.
Al Museo di Storia Naturale sono andati circa 15.800 euro, al Museo della Grafica circa 14.700 e all’Orto e Museo botanico poco più di 14mila.
Ecco nello specifico i dati relativi ai tre musei dell’Ateneo in termini di visitatori e attività svolte.
Museo di Storia Naturale
Il Museo di Storia Naturale, con sede nella Certosa di Pisa a Calci, ha accolto durante l’anno 2018 un totale di oltre 71.000 visitatori, superando così anche il record del 2016 di 65.000 visitatori. Nel corso dell’anno il Museo ha potuto garantire 3664 ore complessive di apertura.
Con questo record il pubblico ha premiato l’impegno del direttore del Museo, professor Roberto Barbuti, e di tutto il personale, che nel 2018 ha lavorato intensamente per rinnovare le esposizioni e offrire al pubblico una ricca e variegata programmazione culturale con eventi di divulgazione dedicati ai visitatori di tutte le età.
Nel corso del 2018 sono stati inaugurati tre nuovi allestimenti permanenti (le gallerie dei mammiferi e dei cetacei e la “Grotta del Leone, l’uomo preistorico sul Monte Pisano”) e il Museo ha inoltre ospitato due importanti esposizioni temporanee di rilevanza nazionale, “Dinosauri, predatori e prede” e “Arthropoda. Viaggio in un microcosmo”, oltre ad altre nove mostre temporanee di fotografia, pittura e scultura.
Le scuole si confermano uno dei pubblici privilegiati del Museo con 1000 le attività tra visite guidate e laboratori didattici organizzate dall’area educativa, un altro record rispetto agli anni precedenti.
Non mancano infine le attività dove non sono i “numeri” a fare la differenza. Il Museo propone infatti corsi di formazione per insegnanti, guide ambientali e operatori museali, e una serie di iniziative per il benessere degli individui e delle famiglie: campi per bambini durante le vacanze scolastiche, percorsi volti all’inclusione sociale come quelli dedicati a persone con Alzheimer, a migranti e a persone con autismo.
Museo della Grafica
Per un totale complessivo di 3971 ore di apertura al pubblico nell’anno 2018, il Museo della Grafica ha accolto un totale di 19684 visitatori, che hanno partecipato a 11 mostre temporanee e 30 tra conferenze, seminari, convegni e congressi.
Hanno partecipato inoltre alle attività educative organizzate dal Museo, tra cui laboratori didattici rivolti alle scuole e altre attività programmate al di fuori dell’ambito scolastico, come i campus al museo, i laboratori per famiglie o le attività per pubblici con necessità speciali, un totale di 937 utenti, dove il dato più rilevante sono le 109 classi che hanno partecipato a 12 diverse attività educative e 26 classi che hanno partecipato a visite guidate rivolte alle scuole e all’Università.
Sono stati pubblicati infine 17 tra cataloghi e ricerche o studi scientifici.
Orto e Museo Botanico
L’Orto e Museo Botanico è stato visitato complessivamente da 61929 visitatori per un totale di 7420 ore di apertura. Di questi visitatori, 9000 hanno partecipato a mostre, conferenze, seminari, convegni, congressi e altre attività, mentre 600 persone hanno svolto attività educative e visite guidate. 791 persone, tra bambini, ragazzi e adulti hanno partecipato alle attività programmate al di fuori dell’ambito scolastico, come i campus al museo, i laboratori per famiglie e le attività per pubblici con necessità speciali.
Fonte: Università di Pisa - Ufficio stampa