"Giro d'Italia, la tappa come omaggio ai ciclisti di Fucecchio"
Andando a curiosare nei libri di ciclismo si ritrovano pagine dedicate ai fucecchiesi, molti, che si sono distinti nel panorama nazionale e internazionale delle due ruote. Anche il più noto tra i commissari tecnici della nazionale italiana, Alfredo Martini, ricorda con ammirazione le gesta di Secondo Magni, massigiano di origine, che si “misurò con campioni come Bartali e Coppi… e non furono poche le volte che riuscì a superarli” tanto da vincere una tappa del Giro d’Italia del 1939, scalando le vette delle Dolomiti fino a Cortina d’Ampezzo. All’epoca la maglia rosa, sempre come scrive Martini, “valeva l’oro del mondo…ed equivaleva a far parte della prima fila di quel ciclismo ineguagliabile”.
A Fucecchio è d’obbligo ricordare anche moltissimi altri grandi campioni come Vittorio Magni, fratello di Secondo, e i più recenti come Luca Scinto (campione del mondo su strada a Zolder 2002), Federico Colonna e Andrea Tafi, “un super – come ricorda Martini – che ha onorato il nostro paese vincendo, da par suo, le migliori classiche del calendario, quelle che fanno parte dei monumenti: il Giro di Lombardia nel 1996, il Campionato Italiano 1998, la Parigi-Roubaix del 1999, la Parigi-Tours del 2000, il Fiandre del 2002, i suoi tre giri del Lazio”.
Ma correre a Fucecchio significa ricordare anche le gesta del veloce Ottavio Del Bino che negli anni ’30 fece parte della nazionale italiana di ciclismo su pista e gareggiò a Londra, nel triangolare Italia-Francia-Inghilterra, e a Lione.
Meritano di essere ricordati moltissimi altri ciclisti fucecchiesi che si sono distanti nel panorama nazionale fra i quali Gino Campigli, Enzo Cinelli, Athos Rossi, Moreno Campigli, Walter Pettinati e Manuel Bongiorno.
Il minimo che un’amministrazione comunale potesse fare per ricordare la bella Italia del secolo scorso, carica di valori umani e di un’etica sportiva come quella incarnata dai nostri campioni , era quello di far concludere una tappa del Giro d’Italia (quella del trofeo Gino Bartali) qui a Fucecchio, nella città di Indro Montanelli, facendo percorrere le strade del centro storico da tutta la “carovana rosa”.
Però leggendo le sterili polemiche che alcuni soggetti politici stanno facendo in questi giorni, prendendo a pretesto questa bella festa che attraverserà la nostra città il 12 maggio, mi viene solo da pensare quanto siano cambiati quei valori dell’epoca; anziché gioire insieme a tutta la comunità si vuole mettere al primo posto il voler contestare a prescindere, il calunniare senza argomentazioni serie trasmettendo una negatività gratuita che non giova a nessuno, in primis a colui che ne è portatore, e che probabilmente non conosce nessuno di questi campioni e nemmeno la storia del ciclismo a Fucecchio.
Questi soggetti farebbero bene a informarsi correttamente prima di parlare, anziché sparare a vista solo per il gusto di far polemica. Ritengo proprio che questo sia il modo peggiore di far politica, ma forse è l’unico modo per farla quando non si ha niente di buono da raccontare.
Come diceva Dante, “non ti curar di lor, ma guarda e passa”.
Alessio Spinelli, sindaco di Fucecchio