Emergenza sociale, il servizio d'avanguardia nel territorio ex Asl 11 diventa modello per la Toscana
Sala piena al Palazzo delle Esposizioni a Empoli questa mattina per “Seus verso il modello regionale”, il convegno organizzato dalla Conferenza dei Sindaci della Asl Toscana centro e da Anci Toscana per un confronto sul Servizio di Emergenza Urgenza Sociale (Seus) dedicato h24 per 365 giorni alle problematiche sociali complesse di natura emergenziale. Il Seus utilizza l’esperienza positiva che si è maturata in circa otto anni nella zona di Empoli Valdarno Inferiore e Valdelsa e che si è poi allargata alle altre zone, a partire dal dicembre 2017, ovvero la Valdinievole, la Fiorentina nord ovest, la Fiorentina sud est, Pistoia e Prato.
“E’ una buona pratica che abbiamo potuto importare nel 2018 in altre cinque zone dell’Azienda - ha sottolineato il direttore sanitario della Asl Toscana centro, Emanuele Gori – Mi auguro che nel 2019 si possano “arruolare” anche le zone Firenze e Mugello che in questo momento mancano alla sperimentazione. E’ un servizio che dà ulteriore sviluppo alla rete di assistenza territoriale dentro la quale l’Azienda sa bene quanto sia importante non creare troppa distanza fra l’ospedale e il territorio. Un plauso alla zona del Valdarno inferiore – ha concluso Gori - che da otto anni sperimenta il progetto e ci ha permesso di esportarlo. L’obiettivo ora è farlo diventare patrimonio comune di tutta l’Azienda”.
Dall’assessorato regionale al diritto alla salute, si è parlato di Seus come di un esempio di integrazione socio sanitaria che s’inserisce a pieno titolo nel modello organizzativo su cui la Regione Toscana punta da anni. L’augurio dunque da parte della Regione è che questa avanguardia che fa della Ausl Toscana centro una delle esperienze più importanti a livello italiano nel campo dei modelli organizzativi di pronto intervento sociale, venga estesa a tutte le altre Aziende sanitarie.
Promosso e coordinato dal punto di vista tecnico-scientifico dal Dipartimento del Servizio Sociale dell’Azienda Usl Toscana centro, Seus è stato sostenuto e finanziato dalle Società della Salute e dalle amministrazioni comunali aderenti.
La metà degli utenti del Seus non conosciuti dai Servizi Sociali territoriali
Dai primi dati rilevati emerge che il 48%, quasi la metà quindi degli utenti che si rivolgono ai Servizi sociali territoriali, non sono conosciuti dai Servizi sociali, persone dunque che prima o poi avrebbero fatto ricorso o a una struttura di emergenza come i Pronto Soccorso o che si sarebbero rivolte alle forze dell’ordine. In questo senso i dati rafforzano il valore di prevenzione che il Seus rappresenta.
Gli altri dati che emergono sono il numero più alto di italiani (439) rispetto agli stranieri (370) che hanno fatto ricorso al servizio e per analisi di genere il numero maggiore di donne (520) sugli uomini (348). Quanto agli interventi effettuati sulle persone nel 2018 nei territori dell’Azienda, a fronte di 941 persone prese in carico sono stati complessivamente 991 gli interventi effettuati: considerata la complessità dei bisogni che vengono espressi da alcune categorie di cittadini, più interventi sono stati realizzati anche sulla stessa persona. Le schede aperte, cioè i processi di soccorso attivati, sono state 697.
Le problematiche sociali più ricorrenti
Figura con la denominazione di Criticità e abbandoni, la problematica sociale più ricorrente (361 persone segnalate). Si tratta, cioè, di situazioni di grave disagio personale che riguardano adulti senza rete familiare o sostegno sociale, con anche problematiche correlate a disagio psichico o dipendenze. Seguono i Minori esposti a rischio di maltrattamenti e abusi (209 persone segnalate), il Codice Rosa (182 persone segnalate), la Non autosufficienza (161 persone segnalate).
Dai dati a disposizione, risulta anche che le problematiche legate alla Povertà (193 persone segnalate) si collocherebbero al terzo posto. Ma va segnalato che questo dipende dal fatto che il dato si riferisce quasi esclusivamente alla sola zona di Empoli. Infatti quello della povertà risulta essere il fenomeno più significativo nell’esperienza dei servizi sociali, e quindi necessita di un approccio estremamente graduale e di un contesto organizzativamente maturo; ad oggi, quindi, il Seus ha potuto, in via sperimentale, affrontarlo in maniera più completa solo in tale zona, per poi prevedere un successivo ampliamento di tali interventi anche nelle altre zone aderenti.
Le parole del sindaco Barnini
Il Servizio Emergenza Urgenza Sociale (SEUS), a disposizione h24, ha l’obiettivo di offrire un servizio pronto a rispondere con immediatezza alle richieste di soccorso sociale – minori, anziani, casi di tossicodipendenze, situazioni di disagio mentale o di disagio economico -, in grado di gestire l’emergenza e di trovare con tempestività la soluzione più adatta al singolo caso che di volta in volta si presenta.
"È opinione diffusa e condivisa la necessità di mettere in atto nuovi modelli di intervento fondati sulla multidisciplinarità, ossia un sistema socio-sanitario integrato che veda coinvolti assistenti sociali, educatori professionali, infermieri, medici, psicologi e tutti i professionisti che operano nell’area del sociale.
I dati emersi dal convegno regionale che si è svolto oggi a Empoli – spiega il sindaco di Empoli Brenda Barnini, candidato alle prossime elezioni amministrative – mostrano che, nel primo anno di sperimentazione, la presa in carico dei vari ha riguardato maggiormente minori e famiglie (quasi il 45%), anziani e adulti. Fra le problematiche più rilevate spicca la criticità per abbandono dei minori e di anziani, oltre a una sempre alta percentuale di casi relativi al Codice Rosa, che comunque riguardano anche i minori. Un altro dato importante di Seus è che la modalità di ‘emergenza’ permette di intercettare una parte della popolazione non conosciuta. Infatti il 48% dei casi non erano in carico ai servizi sociali
Non solo, rispetto a considerazioni populiste ed estremamente superficiali, lontane dalla realtà e dalle persone che soffrono e affrontano quotidianamente problemi, i numeri dimostrano come il ruolo del servizio sociale sia sempre più centrale e che solo il 39% riguarda stranieri; il resto, quindi un ampia maggioranza degli interventi, hanno riguardato cittadini di nazionalità italiana. Un servizio non certo costruito a misura di stranieri o immigrati, ma che riguarda soprattutto i residenti".
Fonte: Ufficio stampa