In ospedale scolaresche da Taranto e Caserta, è contagio da Norovirus
Non è stata una tossinfezione alimentare ma il contagio da Norovirus la causa del ricovero delle scolaresche provenienti da Caserta e Taranto. E’ quanto emerge dagli accertamenti e dai riscontri evidenziati e dalle interviste raccolte sia tra gli studenti che tra gli operatori del settore alimentare, svolti dal personale dell’area aziendale Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare, diretta dal dottor Stefano Cantini.
I medici, i veterinari e i tecnici della prevenzione della struttura di Firenze, di cui è responsabile il dottor Stefano Bonfigli, in questi giorni, con la preziosa collaborazione dei Carabinieri NAS e la dottoressa Cristina Bonnal, referente per le tossinfezioni alimentari dell’area fiorentina, dopo un’ attenta analisi epidemiologica dei singoli casi di malessere tra i ragazzi, raccolti e valutati i menù dei pasti consumati ed individuati i vari ristoranti e alberghi coinvolti, hanno controllato gli stessi e campionato alcuni alimenti che avrebbero potuto potenzialmente essere causa di tossinfezioni alimentari.
“Dall’ispezione fatta nell’albergo, - spiega Bonfigli - non sono state trovate problematiche significative nella conservazione e manipolazione degli alimenti distribuiti così come pure nei due ristoranti dove i ragazzi sono andati a cena e a pranzo. Personale responsabile degli stessi esercizi hanno tra l’altro riferito che alcuni ragazzi avevano chiesto espressamente pietanze in bianco per disturbi già in essere al momento del pasto nella giornata di venerdì, giorno d’arrivo a Firenze”.
Il Norovirus è un agente eziologico ad alta contagiosità e causa di sintomi quali vomito diarrea e febbre, forse già presente tra alcuni ragazzi delle scolaresche interessate fin dalla partenza e che poi con ogni probabilità, si è diffuso tra gli studenti che erano ospitati nello stesso albergo. A questo proposito sono già stati chiesti esami specifici, per la diagnosi di Norovirus, a conferma del sospetto che questa sia la causa dei malori accusati.
Bonfigli ha precisato che sicuramente questi spiacevoli episodi che a questo punto si possono classificare come occasionali, hanno permesso di testare, insieme alla fattiva collaborazione dei Nas, che la Sicurezza degli Alimenti a Firenze è buona sia per l’impegno degli operatori del settore, che per i costanti impegno controlli da parte della ASL.
Ogni anno, infatti, arrivano a Firenze quasi ad 11 milioni di turisti e che dalla colazione al pranzo ed alla cena sono ospitati dalle strutture presenti sul territorio della città ( bar, ristoranti alberghi) e la Unità Funzionale di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare controlla costantemente l’operato di questi 6000 esercizi verificando la salubrità degli alimenti distribuiti.
Intanto i 17 giovani della scolaresca sono stati tutti dimessi dopo essere stati costretti al ricovero al Santa Maria Annunziata per episodi di malessere diffusi con sintomi riconducibili a sospetta MTA ( Malattia Trasmessa da Alimenti). Per l’arrivo contemporaneo degli undici ragazzi, in particolare nella tarda serata di lunedì, è stato necessario allestire un apposito open space per garantire il ricovero e le cure del caso, come ha riferito la dottoressa Germana Ruggiano, direttore del DEA dell’ospedale di Bagno a Ripoli e dell’area aziendale dei pronto soccorsi e attivato il piano maxiemergenze da parte della direzione sanitaria del presidio, diretta dalla dottoressa Lucilla Di Renzo, per implementare il personale della medicina d’urgenza con le reperibilità di medici ed infermieri.
“L’impegno straordinario di tutto il personale sanitario –ha detto la dottoressa Ruggiano - ha permesso di superare l’emergenza senza disagi per i ragazzi e i ricoverati”.
AGGIORNAMENTO ORE 18.30
E’ arrivata la conferma dall’area aziendale di Igiene Pubblica e Nutrizione, diretta dal dottor Giorgio Garofalo del contagio da Norovirus tipo G II. I campioni prelevati agli ultimi ragazzi della scolaresca proveniente da Taranto, ancora ricoverati presso l’ospedale Santa Maria Annunziata, e analizzati dal laboratorio microbiologico dell’ospedale di Prato, hanno dato esito positivo.
L’Azienda pertanto conferma l'ipotesi di una contaminazione di tipo ambientale verosimilmente avvenuta in un ambiente confinato.
Il periodo di incubazione del Norovirus è di 12-48 ore, mentre l’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. Pertanto, secondo quanto emerso dall’indagine epidemiologica effettuata dal dipartimento di igiene pubblica e nutrizione, i primi ragazzi ricoverati all’OSMA, già il giorno 12 aprile, hanno presumibilmente contratto l'infezione prima della partenza in gita.
I sintomi di questo tipo di virus sono quelli comuni alle gastroenteriti, e cioè nausea, vomito, soprattutto nei bambini. In qualche caso si manifesta anche una leggera febbre. La malattia non ha solitamente conseguenze serie e la maggior parte delle persone guarisce in 1-2 giorni senza complicazioni.
Il virus è altamente infettivo e bastano 10 particelle virali per dare vita a un’infezione. Data la loro persistenza nell’ambiente, che ne permette la replicazione e diffusione anche per due settimane dopo l’infezione iniziale, i Norovirus sono difficili da controllare ed è quindi necessario applicare rigorose misure sanitarie per prevenirli e contenerli. Sono inoltre resistenti nell’ambiente, sopravvivono a temperature sopra i 60°C e anche in presenza di cloro, normalmente utilizzato per disinfettare le acque potabili. Pertanto solo misure molto stringenti, a partire da un’accurata igiene personale degli addetti alla manipolazione e distribuzione dei cibi, possono prevenirne la diffusione.
Per questo i primi ragazzi, avendo passato alcune ore in un ambiente confinato ristretto, quale il pullman usato per il viaggio da Caserta, possono aver contagiato gli altri ragazzi della gita, causando successivamente la diffusione ambientale ed il contagio dell'altro gruppo presente nello stesso hotel.
L’Azienda ringrazia tutti i professionisti che hanno contribuito ad una rapida individuazione e soluzione del caso.
Fonte: Asl Toscana Centro