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Liste d'attesa interventi chirurgici, la Cgil: "Silenzio assordante dei sindaci"

L'Asl sta cercando di abbattere le liste di attesa per interventi chirurgici attraverso il ricorso alle cliniche private: la cosa non ci piace affatto.

Già in occasione della presentazione del Piano di programmazione 2018/2020 abbiamo evidenziato alla direzione dell'Asl e alla Conferenza dei sindaci il nostro parere contrario in tal senso. Quello che oggi riteniamo grave è che non solo l’azienda abbia deciso di intraprendere la strada preannunciata da noi non condivisa, ma che tutto accada nel più assordante silenzio dei sindaci.

La sanità pubblica della nostra provincia dispone di medici di altissimo livello: grave che i cittadini non possano usufruire al 100% di queste professionalità a causa della mancanza di risorse e di posti letto disponibili.

Tutto ciò a beneficio del privato convenzionato ma con costi sulla sanità pubblica di carattere economico e di prospettiva. Il decreto Balduzzi richiede infatti il rispetto di alcuni parametri per il mantenimento delle specialistiche all’interno degli ospedali che sono basati anche sul numero degli interventi. Che cosa succederà quando le persone ormai stanche d'aspettare per un intervento chirurgico saranno dirottate nel privato? Questi interventi saranno considerati o no al fine delle casistiche previste dal decreto? Noi temiamo di no, con tutte le conseguenze del caso per alcune specialistiche.

Manifestiamo inoltre tutto il nostro più ampio disappunto rispetto all'ipotesi d'inviare i professionisti dell'ospedale "in trasferta" nelle strutture private. Malgrado l'azienda lo abbia sempre negato, è evidente che ci siano carenze di posti letto.

Nella nostra provincia vi sono realtà pubbliche che continuano ad essere sottoutilizzate, strutture pubbliche che con un rafforzamento di dotazione organica legata all’incremento di posti letto e non solo darebbero risposte ai cittadini in attesa.

Il sistema scelto dallAsl rischia di potenziare ancor di più e finanziare il privato a discapito del servizio pubblico, cosa che noi non accettiamo. Siamo pertanto pronti a mettere in piedi iniziative a sostegno della sanità pubblica.

Monica Cavallini,

segreteria generale Cgil provincia di Livorno con delega alla sanità

 

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