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#artediparte, a Volterra la mostra collettiva di pittura e scultura

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Estrapolazioni di sintesi dall’apparente reale. Riflessioni sull’umano, e dis-umano, a colpi di pennellate “frantumate” come la nuova etica. “Enigmi di luce” e varchi di colore sui contorni figurali del mistero esistenziale.

Che l’arte non possa essere imparziale e modifichi prima o dopo qualche comparto del mondo, ne hanno consapevolezza il gruppo di pittori e scultori della mostra“#artediparte”: identificabili con un proprio aggregatore tematico (hashtag) e dichiaratamente impegnati nel loro messaggio – non solo – visivo.

Inaugurazione giovedì 18 aprile 2019, ore 17, nello spazio del Chiostro della Pinacoteca Civica a Volterra (PI), in Via dei Sarti 1, per la collettiva che presenta opere di pittura, tecnica mista, sculture del ferro e della pietra, in stilemi di modernità, di Daniele Bianchi, Roberto Marmelli, Giampaolo Minuti Innocenti, Lenio Morganti e Valerio Trafeli.

Con la presentazione di Paolo Grigò e di Elena Capone, in cadenzato percorso espositivo, entrano sulla scena cittadina, dalle stanze del ferro, le affascinanti leghe d’acciaio diDaniele Bianchi, scultore e designer volterrano, autentico e diretto come la materia prediletta che supporta i suoi minimalisti lavori. Formatosi all’Istituto d’Arte di Volterra, nel solco dell’avanguardia trafeliana, ma anche figlio della patria dell’alta tradizione artigiana di antichissima memoria, erede del padre fabbro e sensibile anche alla pietra di luce, l’alabastro, conferisce insolita leggerezza, eleganza, dinamicità e luminescenza agli scarti della materia più dura.

È come un “ritorno ai primordi dell’arte”, alle potenti ed enigmatiche forme arcaiche e tribali, dove si manifestano vite remote, ma anche si smuovono simboli dell’inconscio. Sconfina fra gli azzardi informali e la maestria figurale della modernità, Roberto Marmelli, scultore salinese consacrato al caldo messaggio della pietra arenaria da cui trae il dolore stesso della materia, ma anche l’immediatezza della dinamica, fino a manifestare struggenti ed eterne emozioni.

La sua è una pennellata “frantumata”, una “sintassi pittorica” che si è trasformata negli anni, al ritmo della ricerca e dell’inquietudine. Non è imparziale la tavolozza ad olio, acquerello o pastello, di Giampaolo Minuti Innocenti, artista bibbonese, autore di colori ora acidi o più di rado crepuscolari, per quelli che definisce “lavori lenti…che forse sveleranno la loro anima, se ne avranno il tempo”. Una vera e propria filosofia formale, cromatica e percettiva che rivela la tensione fra il vuoto esterno ed interno all’Uomo contemporaneo.

“Quante cose nascono e quante finiscono nel corso della vita. La vita stessa è un susseguirsi di eventi in cui continuamente qualcosa muore e contemporaneamente risorge”.

Va oltre la fine. Lenio Morganti, nativo di Castagneto Carducci, classe 1956, residente a Volterra e agronomo a Siena. I suoi lavori di suggestione e reiterazione Pop art, esordiscono dal dolore estremo per la morte del fratello: in un ambiente cibernetico e dal messaggio ipertestuale, il sintetico ed il pittorico rimandano il ritratto netto di una identità che appare e scompare, in spazi altri da esplorare.

La luce è cristallina, abbagliante, quasi provocatoriamente sintetica, in contesto incontaminato e naturale. Le prospettive non lasciano dubbi nella loro compiutezza finale. È un inanimato ri-animato sulla rincorsa inarrestabile del tempo, lo spazio del volterrano Valerio Trafeli, autore visivo dalla singolare libertà interpretativa dei soggetti classici della pittura. Paesaggi e scorci, temi crepuscolari come l’“autunno”, nature morte, ritratti, impressi in un tono singolare che pervade il colore e va a trasfigurare gli spazi consueti e a suggerire un ordine altro intrinseco alla realtà.

La mostra “#artediparte” sarà in corso dal 18 aprile al 5 maggio 2019. Orario 10-13 e 15-19. Info: cl 328 4521588.

Fonte: Ufficio stampa

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