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L'assemblea di Mps approva il bilancio: 2019 anno difficile. No all'azione di responsabilità contro i vertici

L’Assemblea ordinaria e straordinaria di Banca Monte dei Paschi di Siena, riunitasi oggi sotto la presidenza della Prof.ssa Stefania Bariatti, ha approvato il Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2018.

La Banca ha chiuso il bilancio d’esercizio con la rilevazione di una perdita netta pari ad Euro 111.921.614. Inoltre, nell’esercizio 2018 la prima applicazione dei principi contabili IFRS 9 “Strumenti finanziari” e IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti” ha determinato effetti negativi imputati a patrimonio netto per complessivi Euro 978.422.816. E’ stato quindi riportato a nuovo l’importo complessivo di Euro 1.090.344.430.

Il bilancio consolidato del Gruppo Montepaschi si è chiuso invece con un utile di Euro 279 milioni.

Sono stati inoltre approvati dall’Assemblea degli azionisti la relazione sulla remunerazione prevista dall’art. 123-ter del Decreto Legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998 (“Testo Unico della Finanza”), ed il piano, ai sensi dell’art. 114-bis del Testo Unico della Finanza, di utilizzo delle azioni proprie a servizio del pagamento di severance a favore di personale del Gruppo Montepaschi, con autorizzazione al compimento di atti di disposizione su azioni proprie ex art. 2357 e 2357-ter del Codice Civile.

L’Assemblea ha inoltre deliberato in merito alla sottoscrizione di una copertura assicurativa “Directors & Officers Liability” e conseguente revoca del regime di “autoassicurazione” e ha conferito l’incarico alla società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A. per gli esercizi 2020-2028.

Marco Morelli, amministratore delegato di Mps, conferma che il 2019 si prospetta per il Monte un anno più complicato del 2018, a causa di un contesto esterno molto più difficile rispetto a un anno fa. "L'ingresso nel 2019 è molto peggiore dell'entrata nel 2018, mi sembra che ormai si atterri a un consenso generalizzato sul fatto che la crescita del Pil del nostro Paese sarà vicino allo zero" ha detto Morelli, aggiungendo che "sui tassi tutti sono in grado di farsi un'idea" e che si è in presenza di "un contesto di mercato di funding istituzionale che è molto più complicato e che porta un costo molto più elevato rispetto ai primi mesi scorso anno", senza considerare che "nel 2019 entrano in vigore nuove regole Mifid 2" ma anche "il calendar provisioning" sugli accantonamenti dei crediti deteriorati "che avrà effetti" in futuro. "Noi - ha aggiunto - ci diamo priorità operative per essere focalizzati sulle cose che possiamo fare".

Nel valutare i risultati conseguiti da Mps nel 2018 Morelli invita tutti, incluso il Tesoro, a ricordarsi delle condizioni in cui si trovava Mps alla fine del 2016, quando è stata salvata dallo Stato. "Ognuno di voi, gli azionisti, chiunque essi siano, può valutare se quello che abbiamo fatto risponde a una serie di aspettative". "Il suggerimento che cerco di dare a tutti i miei interlocutori, anche a chi rappresenta il nostro azionista di riferimento, è: 'contestualizzate sempre quello che il Monte riesce a fare in funzione di dove è partita la banca alla fine del 2016, cosa ha percorso e dove è arrivata", ha detto Morelli in assemblea. Morelli, nel corso del suo intervento, ha ricordato i progressi sugli "obiettivi" fondamentali che la banca si era data nel 2018 e relativi "al derisking della qualità del credito, al rilancio commerciale e all'efficientamento della struttura, a investire in innovazione vera, a recuperare reputazione legata a un brand che andrà avanti a prescindere da chi fa il presidente, l'ad e siede in cda".

Ricavi passato irraggiungibili, da settembre opzioni strategiche

Mps ha iniziato già "lo scorso settembre" le riflessioni strategiche che includono anche possibili aggregazioni. Lo ha detto in assemblea l'ad Marco Morelli, spiegando che i vincoli del piano di ristrutturazione costringono a fare "una riflessione ovvia sulla tenuta nel lungo termine del modello di business di una banca come il Monte". Morelli ha indicato che Mps, con i paletti del piano, con la diminuzione dell'attivo, l'aumento del costo del funding, non può generare gli stessi ricavi e redditività del 'vecchio'Monte.

No alle azioni di responsabilità contro i vertici

L'assemblea di Mps, con il voto decisivo del Tesoro, ha bocciato le azione di responsabilità proposta contro l'ad Marco Morelli, della presidente Stefania Bariatti e di altri tre consiglieri in carica, oltre gli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Contro le due proposte di Bluebell ha votato il 99% dei voti in assemblea.

Il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, ha dichiarato la sua adesione all'azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici, Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, mentre è contrario ad un'analoga iniziativa nei confronti dell'attuale vertice. "Sono a favore di un'azione di responsabilità nei confronti della vecchia governance perché non è difficile gestire una banca facendo aumenti di capitale a ripetizione che non si capisce bene a cosa siano serviti". Ma la "nuova governance" dell'attuale cda "va guardata per quello che sta facendo" ed è necessario che "ognuno si assuma le responsabilità che gli competono". "Questi signori , ha detto intervenendo per la prima volta all'assemblea di Mps - li valuteremo alla fine del loro mandato, valutando i bilanci, ma non con uno sguardo rivolto al passato. Non possiamo legare due gestioni diverse, ogni governance risponde del proprio operato".

"Bisogna iniziare a distinguere le responsabilità dei cda precedenti da quelli attuali e questo non significa né indulgenza né connivenza con l'attuale cda". "Non dico che si veda la luce in fondo al tunnel ma una piccola fiammella c'è. Ecco, allora un'apertura di credito la dobbiamo fare, moderata, da senesi, sempre molti critici e sempre molto attenti".( "Il 2018 ha dato un bilancio in un certo modo, valuterete voi se buono o cattivo, io ho visto un segno più" ha detto De Mossi, riconoscendo che "il 2019 non sarà così". A questo cda "se davvero vuole segnare un segno di discontinuità" il sindaco "chiede la permanenza della direzione generale a Siena, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, perché un conto è ristrutturare la banca per il futuro sapendo già quanti posti perderemo, un conto è tutelare quelli che già ci lavorano, che è un altro profilo necessario".

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