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Bimbo ucciso a Scarperia: "Il padre può sostenere un processo"

Il 34enne che uccise il figlio di un anno a coltellate, il 14 settembre 2018 durante una lite in famiglia a Scarperia, e tentò di uccidere la figlia di 7 anni e la convivente, è in grado di sostenere il processo. A stabilirloo una perizia disposta dal giudice per le indagini preliminari i cui risultati saranno discussi il 15 aprile prossimo in incidente probatorio.

Per il perito, quando ha commesso il reato, l'uomo "versava in condizioni di capacità di volere grandemente scemate". Tuttavia, stabilisce la consulenza, il 34enne, che è difeso dagli avvocati Federico Bagattini e Caterina Manni, "è in grado di comprendere il contesto giudiziario in cui si trova", "sa che gli viene contestato un preciso reato" ed è "in grado di argomentare la propria difesa". Dunque, è in grado di sostenere un processo. In base agli esami eseguiti, il 34enne risulta affetto da un "grave disturbo della personalità", e ha una tendenza alla minimizzazione dei propri disturbi associata a una bassa aderenza alle terapie farmacologiche, associata a una tendenza all'abuso di alcol. Pertanto, deve essere considerato "una persona socialmente pericolosa".

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