Riforma 118, i firmatari contrari replicano: "Diritto alle cure più importante degli interessi di bottega"
"Riguardo la riorganizzazione del 118, noi medici e infermieri in prima linea, con una lettera firmata da circa 350 sanitari, abbiamo portato alla luce alcune questioni tecniche, che né l’assessore regionale alla Salute Stefania Saccardi, né alcun direttore del 118, e men che meno nessun membro di associazioni di volontariato ha finora smentito pur avendone avute plurime occasioni.
All’opposto: Alberto Corsinovi ha detto che “le nuove norme sono un miglioramento del sistema del 118, e non faccio mistero che come associazioni stiamo spingendo per questa riforma”. In pratica, conferma che abbiamo detto la verità.
Le associazioni di volontariato, giorni dopo in conferenza stampa, hanno ribadito che con la sperimentazione in atto, il sistema verrebbe migliorato. Ci dicano allora in cosa il cittadino paziente dovrebbe sentirsi rassicurato, quando domani verrà soccorso solamente da un volontario ed un autista, magari ultrasettantenne, sovraccarichi di materiale e strumentazione, anziché dai tre effettivi che già oggi, in alcuni scenari critici, sono appena sufficienti?
Si ammetta allora, che la riduzione di soccorritori da tre a due, rappresenterebbe una vera e propria follia, causando fin da subito disservizi intollerabili con ricorso a mezzi aggiuntivi in aiuto di quelli già inviati, con aggravio di costi pubblici e inaccettabili perdite di tempo per i malati.
Riguardo alle circa 40 automediche che oggi fanno servizio in Toscana, praticamente quasi tutte di proprietà delle ASL, da sempre senza autista, da anni rappresentano il terzo e migliore livello del soccorso sanitario in Toscana. I disservizi che questo ha generato? Zero. I costi medi di ammortamento e gestione di queste automediche? Circa 10.000-15.000 euro l’anno. Quanto chiederebbero le associazioni per la loro automedica sperimentale, guidata da un volontario? 110.000 euro all’anno. Circa 10 volte tanto. Nessuno anche qui, ha smentito.
Saccardi potrebbe spiegarci per che cosa, da domani, il contribuente dovrebbe pagare così tanto un servizio che costa oggi un decimo di quella cifra e già adesso rappresenta il meglio del 118 per il cittadino? Tanto più che oggi a medici ed infermieri manca equipaggiamento fondamentale per garantire un soccorso ai cittadini al passo coi tempi.
La quasi totalità dei soccorritori sa benissimo che le istanze sollevate dagli infermieri e dai medici che operano sul campo sono legittime, ed urgenti. Anzi, dalla base del volontariato riceviamo quotidiani conferme e forte condivisione su quello che stiamo facendo.
Chi fa “le notti”, chi carica i pazienti sul “telo”, chi trasporta una montagna di attrezzatura fino a un quarto piano, sa benissimo che ciò che diciamo è inattaccabile. La riforma strutturale della sanità è qualcosa di più complesso e delicato di sterili braccio di ferro e rivendicazioni di parte. La sanità che cambia, deve trarre slancio e aver come fine ultimo, l’interesse supremo del paziente. È un percorso che certo non matura a colpi di conferenze stampa in cui non si è capaci di replicare nel merito delle questioni da noi fatte emergere pubblicamente. Ed è un percorso in cui infermieri e medici devono poter far sentire una voce fin qui loro sempre negata.
I circa 350 medici e infermieri firmatari, non hanno infatti mai avuto dignità di rappresentanza a nessun tavolo, e men che meno nella “Conferenza regionale permanente”. Il responsabile delle Misericordie che li ha bollati come “ignoranti “ lo sa bene, ma non l’ha detto. E nessuno delle centinaia di sanitari firmatari vuole uno scontro con i volontari della cui preziosa opera, in ogni ambulanza in Toscana, non si può prescindere. Tuttavia la legittimità delle istanze da noi sollevate, e da nessuno smentite, è insindacabile. Lo sanno bene i medici e gli infermieri del 118. E lo sanno bene i nostri impagabili soccorritori, che svolgono spalla a spalla con noi il loro dovere.
Invitiamo l’assessore Saccardi in un giorno di ferie a prendersi in spalla i 15 kg di monitor defibrillatore, o i 18kg di zaino, o il bombolone di ossigeno assieme all’aspiratore e salire per una giornata sulle ambulanze entrando nelle case dei nostri pazienti. Invitiamo i dirigenti apicali delle Asl a fare lo stesso. Quando si parla di salute, l’interesse della popolazione è qualcosa di più importante di qualsiasi altra logica ed il diritto a delle cure ideali è senz’altro più importante degli interessi di bottega di qualcuno".
I 350 sanitari firmatari contro la riorganizzazione del 118