Basket in carrozzina, le Volpi Rosse ritornano tra i banchi del 'Pontormo'
Dopo il successo degli anni scorsi e il premio “Aramini” dello scorso 4 Marzo, continua il progetto volto a sensibilizzare ragazze e ragazzi delle scuole superiori al tema della disabilità nello sport: la Menarini Volpi Rosse, associazione fiorentina di basket in carrozzina, tornerà nella palestra del Liceo Pontormo per dare il via alla terza edizione di “Oltre l'ostacolo”.
Quest'anno saranno coinvolte tre classi “quarte”: la A, la F e la H, seguite dai professori Gabriella Bertelli, Roberto Ancillotti e Biancarosa Caponi. Si parte domani, lunedì 25 Marzo, per poi continuare l'1, l'8 e il 15 Aprile.
Il format è lo stesso dei passati anni scolastici: in palestra saranno portate le speciali carrozzine da basket per poter essere provate dai ragazzi che dopo aver preso confidenza con questi ausili, si cimenteranno in vere e proprie partite.
«Sono contento che questo percorso formativo nelle nostre scuole prosegua» spiega l'assessore allo sport Fabrizio Biuzzi che, insieme ai docenti e ai dirigenti delle Volpi Rosse, è promotore dell'iniziativa fin dal 2017.
«Attraverso lo sport possiamo far avvicinare gli studenti al tema della disabilità e far capire loro che – aggiunge Biuzzi – con un giusto approccio, possiamo tutti insieme cercare di fare in modo che non sia considerata un ostacolo insuperabile nello svolgimento delle attività quotidiane di una persona».
Gli fa eco Ivano Nuti, presidente della Menarini Volpi Rosse, che spiega su cosa si focalizzerà quest'anno l'attività con i ragazzi: «Attraverso l’attività fisica l’individuo impara a conoscere se stesso e tende a trovare un equilibrio. Questo è il punto focale per l’inclusione sociale: avendo un equilibrio le persone imparano ad accettarsi, a rispettarsi reciprocamente e a collaborare. Quest’anno il progetto tenderà proprio a “far canestro” su questo argomento: “equilibrio della personalità sempre in movimento”».
Soddisfatti di questa iniziativa anche i professori. «Un'esperienza che lascia un segno, una realtà che esiste, ma non fa parte dei pensieri fino a quando non entri in contatto con le persone con disabilità, con la carrozzina da usare come fossero gambe», racconta la professoressa Gabriella Bertelli. «È vero, all'inizio c'è la difficoltà mentale di mettersi a sedere, ma passa subito nel momento in cui cominci a giocare... Emozioni nel fare un canestro, adrenalina quando collabori insieme alla tua squadra per un unico obiettivo. Dovremmo tutti per lo meno una volta metterci nei panni di chi tutti i giorni utilizza questo ausilio e lotta per rendere evidente una normalità che c'è già, anche se non tutti riescono a vederla».
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio stampa