'Ma io … abito qui?' e 'Alberi': mostra personale di Ennio Furiesi
Abiti’ impiccati nel niente e ‘alberi’ orfani dell’ambiente. Manifestazioni, più che metafore, della questione delle questioni: l’Uomo nella sua solitudine e nel mistero della sua assenza.
“‘Ma io … abito qui?’ e ‘Alberi’/ variazioni sul tema di Ennio Furiesi”, è la mostra personale di pittura, in due sedi, che presenta a Volterra (PI), rispettivamente presso VolaterrA ed Osteria Fornelli, le nuove opere della produzione 2018 (e già 2019), di Ennio Furiesi. Dal 29 marzo al 5 maggio 2019 (inaugurazione venerdì 29 marzo 2019 / ore 17.30 a VolaterrA), ancora sulla scena è il maestro Pizzi, che fra dramma e ironia, prosegue la problematizzazione del rapporto fra spazio e vita. Una nuova indagine visiva in due capitoli distinti e non apparentemente correlati.
‘Ma io … abito qui?’, mette in crisi già, nel titolo, la distinzione fra oggetto e soggetto. In ripetizione installativa, il soggetto rappresentato è uguale a se stesso, ma i monocromi differenziati per presenze ripetute, accendono sentimenti potenti e unici, nella solitudine di una memoria di dolore. La stesura pittorica indugia paziente e stratificata come il tempo, quando remota è la memoria. La forma provoca l’organizzazione mentale dello spazio e dalle giacche “sventrate” si aprono serrature del corpo per presenze oltre la materia.
Colori luminescenti - rosa, giallo, verde, rosso, viola, blu…bianco - che seducono, ma che non scaldano, mentre il gancio-gruccia-cappio, ri-trasporta “l’abito e chi lo abitava” nei territori dell’oblio, non senza aver compiuto, in un attimo di eternità, la totalità della sua necessaria percezione.
Nella sua personalissima dialettica dove l’eleganza dell’informale sembra agire il superamento della vita fisica, mentre il figurativo l’azione, non senza ironia, del suo ritorno, in una lotta fra materia e spirito che dipinge uno spazio altro, intrigante come un animato noir d’autore, e l’indagine è direttamente nelle fessure e “stesure” del mistero della vita.
Silhouette di cipressi, salici grottescamente festosi, mimose e cachi ancora colorati, o piante dai rami neri con uccelli, affaticati come ombre in un tramonto solo in citazione. Prigionieri della propria forma, sono colti in un insolito primissimo piano, ma come da una visione secondaria.
Ma anche: eleganti e stilizzate foreste fortemente tormentate, dove la follia delle chiome non domina abbastanza lo stiramento di un tronco-corpo stanco ed esasperato.
Sono gli “Alberi”, sventolanti su una tela bianca, nella solitudine tematizzata del loro ruolo. È l’esasperazione stessa di un soggetto caro a Van Gogh, ma precipitato oltre la natura tormentata, ora nella ulteriore inquietudine finale di un sudario verticale, che forse prelude allo spirituale.
Nato a Volterra (PI) nel 1937, dove ancora risiede e svolge la sua attività artistica, per oltre vent’anni nelle stanze dello studio d’arte ricavato dagli spazi del ‘Chiarugi’, e ora presso lo studio di via Lungo le Mura, nel centro storico più panoramico della città, Ennio Furiesi, dopo il conseguimento del Diploma presso l’Istituto d’Arte di Volterra ed un periodo di dedizione all’artigianato, con una tecnica estremamente evoluta, ed all’insegnamento, riprende un rapporto personalissimo e continuativo con la pittura e la scultura, fino agli interventi a carattere installativo, nello scenario più attuale dell'arte contemporanea.
A cura di: Costanza Furiesi, Vittorio Fradelizio, Jonni Guarguaglini.
Apertura mostra a VolaterrA: tutti i giorni orario 10-22 / Osteria Fornelli: dalle 10 alle 13 e dalle 19 alle 21 (chiuso il martedì). Ingresso libero.
Info: VolaterrA 0588 88765 / info@volaterra.it / http://volaterra.it.
Fonte: Ufficio Stampa