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Orti in Toscana, nella Guida anche quello nato nel carcere di Volterra

I semi di una nuova vita li hanno piantati, non figuratamente, ma in un orto vero. Alcuni detenuti del carcere di Volterra hanno così colto al volo l'opportunità creata dal progetto "Centomila orti in Toscana". Il loro orto presso il Maschio, in un terreno di pertinenza del carcere, è uno dei fiori all'occhiello del progetto regionale tanto che è stato scelto oggi come location di una delle sue iniziative centrale: la presentazione della "Guida per un'orticoltura pratica" realizzata dall'Accademia dei Georgofili.

"Questo orto nel carcere di Volterra– ha commentato l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi intervenendo all'iniziativa - racchiude pienamente lo spirito dei "Centomila orti in Toscana": questo spazio permette il recupero e l'utilizzo virtuoso di una porzione del centro storico, offre l'occasione di sperimentare l'amore per la terra, e, in questa fattispecie, permette ai detenuti di cimentarsi in attività ricreative e manuali e ne favorisce l'integrazione con la comunità.

In questo orto già molto ben lavorato e che fa presagire ottimi frutti nei mesi a venire, presentiamo un prodotto rivolto a tutti quegli orticoltori che vogliono mettere a buon frutto il loro terreno: una guida che abbiamo affidato alle competentissime mani dell'Accademia dei Georgofili e che sarà utile a tutti coloro che vorranno migliorare la resa del loro orto e farlo nello spirito della rete realizzata grazie al nostro progetto".

L'orto in carcere

Un orto curato da detenuti per coltivare ortaggi da consumare all'interno del carcere. E' il progetto che si è concretizzato a Volterra. Il progetto è stato sviluppato dentro i confini della Casa di Reclusione grazie a un intervento di 40.000 euro (28.000 di finanziamento regionale) che ha coinvolto il Comune e la direzione del carcere.

Alcuni detenuti hanno usufruito di un regime più attenuato, potendo uscire quotidianamente per recarsi negli spazi aperti extra-murari dell'Istituto al fine di curare le aree adibite ad orto e coltivare zucchine, pomodori, fagiolini, insalata. Il progetto ha offerto la possibilità ai detenuti interessati di praticare volontariamente un'attività che li rende 'temporaneamente liberi', liberi di pensare e curare la natura, produrre ortaggi che poi consumeranno assieme ai propri compagni nelle loro camere. Si tratta di un'esperienza speciale resa possibile anche dalla presenza di una realtà carceraria modello come quella di Volterra.

La guida all'orticoltura

Curata dalla prestigiosa Accademia dei Georgofili, la guida che si pone come vero e proprio strumento di lavoro per tutte le Amministrazioni comunali che intendono realizzare nuovi "Complessi di orti", per le Associazioni, di tutti i tipi, che sono chiamate a gestirli in un ottica di condivisione, di salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità, di apertura alle famiglie ed ai cittadini e, ovviamente, per tutti gli orticoltori che si mettono in gioco per utilizzare nel modo migliore il terreno a loro assegnato. Una parte della guida è dedicata a tutte le questioni pratiche: l'organizzazione della superficie, i tempi della semina, la modalità di lavorazione, le caratteristiche dei principali ortaggi.

I centomila orti in Toscana

Sono nuovi polmoni verdi nel cuore di paesi e città toscane, ma anche spazi di incontro con la natura e centri di aggregazione. I "Centomila orti in Toscana", frutto di un progetto regionale presentato all'inizio della nuova legislatura sono tutto questo, e anche di più.

Grazie al progetto della Regione, che ha investito in questa iniziativa quasi 3 milioni e mezzo di euro, e che ha visto l'adesione di ben 62 comuni, gli orti stanno consentendo di riqualificare spazi, spesso centrali, di paesi e città offrendo a persone di tutte le età, soprattutto ai giovani, la possibilità di sperimentare concretamente l'amore per la terra e allo stesso tempo a offrire nuovi luoghi di socialità, con l'orto come occasione di incontro, di conoscenza, di condivisione.

Considerata l'importanza del ruolo dei giovani l'iniziativa è stata inserita nell'ambito del "Progetto Giovanisì" il progetto della Regione Toscana per l'autonomia dei giovani .

Fonte: Regione Toscana

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