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Camelie, leggende e racconti dell'orgoglio lucchese

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Un mito proveniente dall'oriente narra che uno dei patriarchi del buddismo, Ta-Mo, durante una delle sue meditazioni, si assopì. Una volta risvegliato, si rese conto dell’accaduto e per punizione, decise di recidersi le palpebre ed evitare così di addormentarsi ancora. Le gettò a terra e nel punto in cui caddero, cominciò a crescere una bellissima pianta dalle cui foglie era possibile ricavare una bevanda dalle proprietà energizzanti. Così nacque, secondo una delle tante leggende, la prima pianta del tè, la Camelia sinensis. 

Originaria dei paesi dell’Asia tropicale, Cina, Giappone e Vietnam in particolare, giunse ufficialmente in occidente solo attorno al 1730, grazie alla Compagnia delle Indie Orientali. Si racconta che gli europei, soprattutto gli inglesi, fossero molto interessati al tè prodotto dall'infusione delle sue foglie, e chiesero ai cinesi di fornire loro delle piantine da poter coltivare. I cinesi però, gelosi del loro prodotto, fornirono agli inglesi delle camelie comuni tra cui forse la Camelia japonica, la più conosciuta per scopi ornamentali, che non consentivano di produrre tè ma che suscitarono comunque molto interesse tra i botanici dell’epoca per la bellezza della fioritura.

Giardinieri, vivaisti e botanici cominciarono a sfidarsi per la creazione di nuovi ibridi ai quali davano spesso i propri nomi o i nomi di persone ricche o note in campo politico e culturale. Ben presto divenne una vera e propria moda possedere le varietà più belle e rare, e la camelia entrò a far parte anche della letteratura dell'epoca grazie ad Alexandre Dumas e il suo romanzo "La signora delle camelie". Grazie alla storia di questa cortigiana che si adornava la scollatura di camelie, il fiore iniziò a diffondersi anche nel campo della moda: veniva utilizzato come decoro sui baveri e negli orli degli abiti delle nobildonne, e gli uomini scapoli lo inserivano nel bavero del frac per attirare l’attenzione delle dame. Questa moda si ripresentò poi ai giorni nostri, quando Madame Chanel lo inserì costantemente nei tailleur di sua creazione, scegliendo la varietà "alba plena", dal colore bianco candido.

In Italia le Camelie comparvero per la prima volta nel 1760 quando, presso la Reggia Reale di Caserta , fu messa a dimora la cosiddetta "Celebratissima", come pegno e dono d’amore che l’ammiraglio Nelson dedicò a lady Emma Hamilton, la moglie dell’ambasciatore inglese presso la corte dei Borboni di Napoli. Da quel momento cominciò a diffondersi a macchia d'olio e ancora oggi se ne conservano delle bellissime collezioni nelle dimore storiche più importanti della nazione, fra cui le nostrane ville lucchesi. E' proprio in provincia di Lucca che troviamo il "Borgo delle Camelie", l'insieme di due piccoli paesini vicino Capannori,  Pieve e S.Andrea di Compito, dove abbiamo la fortuna di poter vedere alcune tra le camelie più antiche della Toscana.

Il prossimo fine settimana partirà anche la XXX Mostra Antiche Camelie della Lucchesia, sito proprio nel borgo delle camelie, dove potrete andare alla scoperta del mondo di questa pianta, tra esposizioni, passeggiate e, pensate, degustazioni del primo tè prodotto in Italia, di cui potrete visitare anche la coltivazione. 

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Ilaria Mancini

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