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Alessio Mantellassi, presidente Aned: "L'8 marzo, il giorno della memoria empolese"

Domani, 8 marzo 2019, ricorre il 75° anniversario della deportazione nei campi di sterminio nazisti di 55 cittadini di Empoli. Alle 9 nella chiesa della Madonna del Pozzo di piazza della Vittoria verrà celebrata la Santa Messa, officiata dal proposto Don Guido Engels; alle 9.45 partirà il corteo fino a raggiungere il Monumento della Vetreria Taddei, in via Fratelli Rosselli, dove l’amministrazione deporrà una corona di alloro alla targa ricordo dei cittadini deportati

Alessio Mantellassi, presidente dell'Aned Empolese-Valdelsa, ricorda quel giorno

Si può dire che l'8 marzo è la giornata della memoria empolese?
Direi di sì. Naturalmente ricordiamo come merita anche il 27 gennaio, data della liberazione del campo di Auschwitz, ma per noi la data dell'8 marzo 1944 è particolare, perchè ricorda la deportazione empolese

Che successe quel giorno?

La notte fra il 7 e l'8 marzo vennero eseguiti gli arresti pianificati nei giorni precedenti in seguito allo sciopero che in Toscana fu indetto il 4 marzo. Fu uno sciopero importante, molto partecipato e che coinvolse anche le nostre vetrerie. In seguito a quello sciopero furono stilate le liste delle persone da deportare

Con la collaborazione di?

Delle proprietà aziendali che comunicarono ai fascisti chi non era andato a lavorare. L'occasione fu poi utile per inserire dentro tutti coloro che erano stati oppositori del regime, o antifascisti o semplicemente non avevano preso la tessera

Quindi per essere deportati bastava non aver preso la tessera

Sì, in alcuni casi anche meno. Carlo Castellani, a cui è intestato lo stadio, fu preso al posto del padre David che era antifascista. Andarono a cercarlo, non lo trovarono a casa ed al suo posto andò Carlo, pensando che si sarebbe trattato semplicemente di andare in caserma per dei controlli. Così non fu

Quanti ne presero quel giorno?

A Empoli 55, in totale nella nostra zona furono 118 anche se, sul trasporto che andò a Mautahusen, erano in realtà 115 perchè 3 andarono a Dachau da dove, per fortuna, riuscirono a tornare a casa

Quale fu il loro destino?

Prima furono portati a Firenze e da lì, sul convoglio 32 che comprendeva i toscani, a Mautahusen. Il 34% era pratese, il 32 empolese, poi fiorentini. Empoli fu, da questo punto di vista, sovrarappresentata. La caratteristica è che non fu una deportazione di rappresaglia, ovvero persone prese a caso, ma mirata

Gli arresti dove avvennero?

Avendo le liste delle persone, le andarono a cercare nelle case, mentre quelli che erano al lavoro furono presi in fabbrica. Alla Taddei, dove è presente ancora oggi la targa commemorativa, furono 26

Quanti ne tornarono?

Dal complesso di campi di Mauthausen 17, ma diversi dei reduci morirono quasi subito sia per difficoltà fisiche che psicologiche. Nel 1984 ci fu la ricerca di Italo Tibaldi sui deportati italiani e, degli arrestati del convoglio 32 e degli empolesi, ne erano vivi 5 fra cui Saffo Morelli, Nedo Nencioni, Aldo Rovai e Loris Valori. Negli anni 2000, invece, appena 3 e l'ultimo a morire è stato Nedo Nencioni

Saffo era il più piccolo?

Assieme a Marcello Martini, deportato pratese che sta a Torino e che è ancora vivo, è stato il più giovane deportato toscano. Marcello era più giovane di qualche mese

Di che età stiamo parlando?

Avevano 14 anni, poi Saffo purtroppo è morto giovane per una malattia. Nella sua testimonianza racconta che lui, il 4 marzo, andò a far volare l'aquilone. Questo fa capire che, sicuramente, aveva attorno una rete di persone attive nell'organizzazione dello sciopero e quindi partecipò con un po' di consapevolezza, ma anche con la leggerezza di un ragazzino. Comunque anche Nedo di anni ne aveva 16 mentre Lorenzo Cinotti, il più anziano, 75. La deportazione empolese ha la caratteristica di essere un po' più adulta rispetto alla media toscana

Chi collaborò con i fascisti alla stesura delle liste ha poi pagato?

E' una vicenda complessa, così come lo è stata la resa dei conti del fascismo con l'Italia. Un vero momento in cui si sono tirate le somme, una Norimberga italiana non c'è stata e, anzi, negli anni della Repubblica, una parte dei fascisti sono pure diventati classe dirigente amministrativa del nostro paese. Dopo la Liberazione ci furono molte indagini, ho letto molti fascicoli che sono all'Archivio di Stato di Firenze

Cosa hai trovato?

Nei mesi immediatamente successivi alla Liberazione si ha traccia della Questura che dirige le indagini con Polizia e Carabinieri per capire chi era responsabile degli arresti. I verbali di tante testimonianze di parenti ci sono, ad esempio a Montelupo quella della moglie di Giovanni Nonis, direttore dell'Opg che fu deportato perchè non aveva rinnovato la tessera dopo la caduta del fascismo, e si era un po' esposto sul lavoro sollecitando i colleghi a fare lo stesso. Fu arrestato e la moglie dice proprio che sapeva chi era stato, parlò di complicità di alcuni colleghi e della ferma volontà della dirigenza fascista montelupina. Altri documenti ci dicono che molti delatori sparirono per non farsi trovare e non a caso ci sono richieste scritte al Ministero della Giustizia di personale perchè molti erano spariti temendo rappresaglie. Quindi la volontà di fare indagini ci fu, ma giustizia fino in fondo non è stata mai fatta

L'altra data empolese della memoria è il 5 maggio, perchè?

Perchè quel giorno fu liberato Mauthausen dove erano reclusi gli empolesi. C'è una bellissima testimonianza di Gianfranco Maris, presidente nazionale Aned per molti anni, che ha detto che è nato tre volte: quando è nato, quando fu iscritto all'anagrafe e il 5 maggio quando vide arrivare una camionetta americana a liberare il campo. Una testimonianza che non necessita di commenti

Domani come ricorderà quell'8 marzo l'Aned empolese che presiedi?

Intanto per la prima volta, lunedì, abbiamo ricordato assieme alla Cgil l'anniversario dello sciopero al liceo Pontormo. La cosa è andata molto bene con ampia partecipazione dei ragazzi. Siamo partiti da lì e domani parteciperemo alle celebrazioni ufficiali organizzate dall’amministrazione comunale

Marco Mainardi

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