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Rivoluzioni e follia in un convegno a Palazzo Boilleau

L’iniziativa prevede anche una sessione dedicata a Franco Basaglia e alla trasformazione profonda delle idee intorno al rapporto tra normalità e follia

Giovedì 28 febbraio e venerdì 1 marzo, a Palazzo Boilleau, in via Santa Maria 85, si tiene il convegno “Immagini di rivoluzioni, immagini di follia nel XX secolo”, organizzato nell’ambito del progetto di ricerca d’Ateneo “La mutevole ambivalenza epistemologica delle immagini. Invenzione, espressione, comunicazione”, la cui responsabile scientifica è la professoressa Maria Antonella Galanti.

Il convegno è articolato in due parti: il 28 pomeriggio, dopo i saluti del rettore Paolo Mancarella e del direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere Pierluigi Barrotta, si inizia alle ore 15 con la sessione “Un secolo di rivoluzioni” coordinata da Maria Antonella Galanti e articolata in due relazioni: la prima, a cura di Alberto Mario Banti, sul concetto di rivoluzione nel XX secolo, e una seconda, a cura di Franco Cambi, sulle rivoluzioni nell’ambito delle scienze umane e in particolare per quanto riguarda l’educazione sia in ambito scolastico sia familiare.

La seconda sessione, “Tra filosofia e psichiatria: la rivoluzione di Franco Basaglia”, coordinata da Fabrizio Meroi dell’Università di Trento, si apre alle ore 9 di venerdì 11 marzo ed è un approfondimento della trasformazione profonda delle idee intorno al rapporto tra normalità e follia che si realizza nel XX secolo e in particolare nella seconda metà. Sono invitati a parlarne uno studioso del nostro ateneo, Angelo Gemignani, e due psichiatri, Paolo Marinari e Gerardo Favaretto, che hanno vissuto sul campo tutte le contrastate vicissitudini legate alla legge Basaglia e alla sua applicazione.

In ciascuna delle due sessioni viene presentato un libro: “Rivoluzioni”, a cura di Fabrizio Meroi e Paolo Vanini, con i quali dialogano Guido Carpi e Pasquale Terracciano e “La trappola del fuorigioco” di Carlo Miccio, con il quale dialogano Maria Antonella Galanti e Alfonso Maurizio Iacono.

Fonte: Università di Pisa

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