L’incoronazione di Botticelli torna nella sua 'casa' di Montevarchi dopo due secoli
Le sale del Palazzo del Podestà di Montevarchi (Ar), recentemente restaurato, ospitano fino al 28 aprile 2019 la grande mostra “Botticelli, Della Robbia, Cigoli. Montevarchi alla riscoperta del suo patrimonio artistico” promossa dal Comune di Montevarchi in collaborazione con il Museo di Arte Sacra della Collegiata di San Lorenzo di Montevarchi e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo. Una mostra, ideata dal direttore artistico del Museo di Arte Sacra di San Lorenzo Luca Canonici, curata da Bruno Santi, Lucia Bencistà e Felicia Rotundo, che mette insieme per la prima volta capolavori e importanti opere d’arte realizzate nel territorio di Montevarchi ponendo l’accento sulla rilevante importanza socio-culturale e artistica della città tra la fine del ‘400 e la fine del ‘700. Opere d’arte che, per circostanze di vario genere, sono state allontanate dai luoghi per i quali sono state realizzate e rappresentano il frutto delle grandi committenze per gli enti religiosi di Montevarchi. Il percorso espositivo comprende nove dipinti e una statua in terracotta e il ruolo di protagonista spetta ad un autentico capolavoro come l’Incoronazione della Vergine e Santi di Sandro Botticelli, (Firenze 1445 – 1510), uno dei maggiori esponenti del Rinascimento fiorentino. L’opera, ad olio su tavola, di grandi dimensioni, è stata presumibilmente realizzata tra il 1498 e il 1508 per l’altare maggiore della chiesa francescana di San Ludovico ed è divisa in due livelli, uno terreno e uno celeste, da un piano di nuvole. Nella parte inferiore, sopra un prato fiorito, si può vedere un’assemblea di santi, tra cui proprio Ludovico da Tolosa, che rivolgono lo sguardo al cielo dove la Vergine è incoronata da Dio Padre insieme ad un affollato coro di angeli.
L’impostazione e lo stile sono senza dubbio legati alla pittura matura del Botticelli. Basti vedere la ricchezza e la finezza dell’abito del San Ludovico o la dolcezza del profilo della Santa Caterina d’Alessandria. Insieme al maestro è ragionevole pensare che la tavola sia stata realizzata con l’aiuto degli allievi della sua bottega. L’opera fu trafugata ai primi del XIX secolo, a seguito della soppressione napoleonica dei beni ecclesiastici, dalla chiesa di San Ludovico (ora Sant’Andrea a Cennano) ed in seguito a varie vicissitudini è oggi custodita a Villa La Quiete a Firenze. Un altro capolavoro presente in mostra è l’imponente Miracolo della mula di Giovanni Martinelli (Montevarchi 1600 – Firenze 1659), uno degli artisti più affascinanti ed enigmatici della pittura del Seicento, anche se, allo stesso tempo, tra i meno conosciuti. Questo dipinto, ad olio su tela, è stato realizzato nel 1632 probabilmente proprio a Montevarchi con il pittore “suggestionato da ciò che il territorio gli suggeriva”. Anche quest’opera era stata dipinta per la Chiesa di San Ludovico ma oggi è custodita a Pescia nella Chiesa di San Francesco. Nella mostra è possibile ammirare anche un altro capolavoro recuperato, un bellissimo dipinto del pittore Jacopo Vignali (Pratovecchio 1592 - Firenze 1664) che raffigura il Beato Felice da Cantalice che riceve il Bambino Gesù dalle mani della Vergine. La tela, eseguita in origine per il Convento dei Frati Cappuccini di Montevarchi, era stata trasferita negli anni ’90 del secolo scorso a Firenze, nella sede centrale dei Cappuccini presso il convento di Montughi, in seguito all'abbandono del convento montevarchino da parte dei frati. Dalla Chiesa del Monastero benedettino di San Michele Arcangelo alla Ginestra a Montevarchi provengono altre due opere di primissimo piano come la Resurrezione di Cristo di Ludovico Cardi detto il Cigoli (Cigoli di San Miniato 1559 – Roma 1613), firmata dal pittore e datata 1591, e la Natività della Vergine di Santi di Tito (Firenze 1536 - 1603), entrambe conservate al Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo. La mostra presenta inoltre altre interessanti sorprese come Il miracolo di Sant’Antonio taumaturgo di Mattia Bolognini (Montevarchi 1605 - Siena 1667), pittore nato a Montevarchi al pari del Martinelli, che dipinse quest’opera, oggi nella raccolta di arte sacra della Chiesa di San Clemente di Pelago (Fi), nel 1647 per l’ex Monastero di Santa Maria del Latte.
Dal Museo Provinciale dei Cappuccini Toscani di Firenze provengono, inoltre, altre due opere: il San Fedele da Sigmaringen in adorazione della Vergine col Bambino del pittore cappuccino Fra Felice da Sambuca (Sambuca 1734 – Palermo 1805), originariamente nella Chiesa dei Cappuccini di Montevarchi, e il San Francesco della pittrice Violante Siries Cerroti (Firenze 1710 - 1783), dipinta nel 1765 per l’altare del santo nella chiesa di San Ludovico. I Santi francescani in adorazione della Vergine di Giacomo Tais (Trento 1685 - Pescia 1750) è, invece, un’altra grande tela realizzata espressamente per la Chiesa di San Ludovico nel 1739 che è stata ritrovata, proprio in occasione della mostra, tra le opere di ignota provenienza in deposito presso il Museo del Cenacolo di San Salvi a Firenze. Il percorso espositivo è arricchito dalla terracotta policroma invetriata con Sant’Antonio Abate attribuita a Luca della Robbia il Giovane, opera proveniente dall’antica Compagnia di Sant’Antonio Abate di Montevarchi. “Questa mostra, grazie ad un lavoro raffinato e intenso, è un’occasione per far conoscere il nostro territorio, per dare valore alla nostra comunità”, ha commentato la sindaca di Montevarchi Silvia Chiassai Martini. “La mostra, basata su una ricerca che ho iniziato e sviluppato insieme a tanti preziosi compagni di viaggio – spiega l’ideatore Luca Canonici -, trova il suo perno nella tavola con l’Incoronazione della Vergine e Santi di Sandro Botticelli e bottega che, dopo due secoli di assenza, torna nella città di Montevarchi dove il Vasari la cita, nella Vita dedicata a Botticelli, come presente nella Chiesa del Convento di San Lodovico. Insieme al grande artista fiorentino anche tutti gli altri protagonisti di questa esposizione ci aiutano a ripercorrere un pezzo della nostra storia facendo riaffiorare uno straordinario patrimonio artistico finora sottratto ai nostri occhi”. La mostra è aperta nel Palazzo del Podestà di Montevarchi (Ar), Piazza Varchi 8, dal 20 gennaio fino al 28 aprile 2019 dal giovedì alla domenica dalle ore 10 – 13 e dalle 15 alle ore 19. Ingresso 5 euro intero, 3 euro ridotto.
Informazioni: ufficio cultura Comune di Montevarchi telefono 0559108230 / 0559108314 e-mail: ufficio.cultura@comune.montevarchi.ar.it sito web: www.comune.montevarchi.ar.it. Altre info sugli spazi social del Comune (Facebook, Twitter, Instagram) e sul canale Telegram alla voce Incomune Montevarchi.
Fonte: Ufficio stampa