GoBlog - Matteo Corsini
Podere Pellicciano, Malvasia Nera 2015: nuova vita per una varietà storica
Riscopriamo oggi un altro vitigno della tradizione viticola toscana, la Malvasia Nera. Incerte le sue origini, anche perché la famiglia delle Malvasie è numerosa ed eterogenea, secondo alcune fonti giunge in Italia dal Mediterraneo orientale nel Medioevo, grazie ai mercanti veneziani, mentre recenti ricerche genetiche la indicano come “consanguinea” del Tempranillo, varietà originaria della Penisola Iberica. Quel che è certo invece è che la Malvasia Nera si è egregiamente adattata ai terreni collinari e al clima della nostra regione e viene perciò da secoli coltivata nei vigneti toscani.
Sin dai tempi di Bettino Ricasoli questa varietà è utilizzata per lo più nell’uvaggio del Chianti, ma se da una parte il suo utilizzo come complemento al Sangiovese è andato diminuendo nel corso degli ultimi decenni, a favore di varietà internazionali come Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, dall’altra si assiste ad una sua riscoperta e se ne trovano anche esempi in purezza: è il caso del vino di cui parliamo oggi, la Malvasia Nera 2015 prodotta da Podere Pellicciano.
Posto sulle pendici a sud di San Miniato, in località La Serra, il podere fu acquistato nei primi anni 2000 dalla famiglia Caputo e, quello che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto essere un rifugio di campagna da utilizzare nel tempo libero, si è trasformato nel giro di pochi anni in una realtà vitivinicola solida e ben organizzata con un’identità precisa. Sette ettari totali di vigneto, alcuni storici, risalenti addirittura al 1959, altri di recente allestimento, ma tutti comunque impiantati con varietà autoctone; cantina ordinata e funzionale, per venire incontro a tutte le esigenze di vinificazione, sempre diverse a seconda dell’annata e della varietà; una filosofia produttiva che ha come obiettivo principale la produzione di vini monovarietali in cui si percepisca netta la sinergia tra un territorio naturalmente vocato alla produzione di uva di qualità e le varietà locali impiantate.
E’ proprio questa sinergia, detta terroir in ambito eno-viticolo, il cardine della qualità dei vini di Podere Pellicciano. L’esposizione dei vigneti a sud e sud-ovest permette un irraggiamento solare ottimale, e la peculiare conformazione del territorio espone le vigne alle benefiche brezze provenienti dal mare e a notevoli escursioni termiche giorno-notte durante tutto il periodo estivo che favoriscono una maturazione lenta e progressiva delle uve; particolare questo di fondamentale importanza che trova riscontro nei vini di Podere Pellicciano con l’espressione di un bouquet aromatico fine e complesso, in cui si distingue anche una decisa mineralità, tratto comune a tutti i vini della tenuta, dovuta a suoli profondi di matrice argillosa intervallata da strati sabbiosi e tufacei, con un’importante presenza di fossili marini.
La Malvasia Nera viene prodotta esclusivamente con la prima selezione di uve provenienti da un vigneto di 60 anni, il quale, ancora perfettamente sano, garantisce basse rese a favore di una qualità molto elevata.
Fabio, che assieme ai genitori e ai fratelli gestisce l’azienda di famiglia, mi spiega come nel processo di vinificazione, di questo come degli altri vini prodotti, l’esaltazione delle qualità del frutto e il rispetto delle sue tipicità siano centrali.
Per questo l’uva è raccolta a mano e vinificata in serbatoi di cemento a temperatura controllata senza l’utilizzo di lieviti commerciali. La lunga macerazione con le bucce, fino a 30 giorni, è volta a massimizzare l’estrazione di colore, tannini e componenti aromatiche. Alla svinatura il vino è trasferito in barriques di rovere francese di secondo e terzo passaggio, all’interno delle quali svolge la fermentazione malolattica e affina sulle proprie fecce fini per un periodo di circa un anno, durante il quale il corredo aromatico si evolve e si arricchisce di nuove sfumature e la struttura del vino si ammorbidisce e si arrotonda.
Meno aromatica rispetto alla sua omonima a bacca bianca, l’uva Malvasia Nera solitamente dà origine a vini di buona acidità, discreto tenore alcolico e tannini piuttosto fini. L’annata 2015 che ho degustato insieme a Fabio si presenta con una tinta rossa intensa e profonda, ancora tendente al porpora nonostante l’affinamento in legno; al naso si apre con profumi dolci e maturi di frutti di bosco, più neri che rossi: mora, mirtillo, ribes nero, che evolvono in note calde di liquirizia e cioccolato fondente e lasciano poi spazio a fragranze speziate di ginepro e pepe nero e alla note minerali a cui accennavo in precedenza, forte espressione di questo territorio, e marchio di fabbrica dei vini di Podere Pellicciano. In bocca è pieno e morbido ma vivace, l’alcolicità, seppur elevata (14,5%), non prevale essendo ben sostenuta da una struttura complessa ed elegante, accompagnata da sensazioni retro olfattive in cui domina la briosità dei frutti di bosco. Una sapidità decisa, specchio della mineralità percepita al naso, accompagna la fine del sorso, lasciando una piacevole sensazione di pulizia sulla lingua e sul palato.
La Malvasia Nera di Podere Pellicciano dimostra come, se ben interpretati e inseriti in un contesto adatto, vitigni considerati minori o complementari, spesso caduti in disuso, possano dare origine a vini che oltre all’oggettiva qualità esprimono carattere e personalità.
Essendo un vino della tradizione contadina Toscana lo accosterei ad un piatto altrettanto tradizionale, come ad esempio il coniglio in umido, ma considerando le sue caratteristiche organolettiche potrebbe essere interessante anche in abbinamento a quella che è considerata l’eccellenza gastronomica locale, il tartufo bianco di San Miniato.
Matteo Corsini