Violenza e sport, Saccardi: "I club possono contribuire ad isolare chi tiene condotte illecite"
"Il progetto europeo Novis è dedicato al superamento della violenza nello sport. La Regione Toscana ha tre le proprie azioni anche quella di favorire un modello in cui a prevalere sia l'idea dello sport inteso come integrazione, superamento dei propri limiti, negazione del razzismo, rispetto delle regole, accettazione della sconfitta. Sono tutti principi che non attengono solo allo sport, ma che se acquisiti da piccoli, attraverso la pratica sportiva, divengono elementi fondanti la personalità di un individuo, riflettendosi poi a livello sociale. Per quanto riguarda le società sportive, invece, esse possono essere determinanti nell'azione di contrasto della violenza. Soprattutto dove esiste un seguito di tifosi e sostenitori, difatti, i club possono individuare e contribuire ad isolare, con l'aiuto delle forze dell'ordine, chi si avvicina allo sport per creare problemi o rendersi protagonista di azioni illecite o violente".
Lo ha affermato l'assessore regionale al Diritto alla Salute con delega allo Sport, Stefania Saccardi, intervenendo a Palazzo Sacrati Strozzi nel pomeriggio di oggi, giovedì 21 febbraio, al convegno internazionale "Novis, no violence in sport" dedicato al rapporto tra sport e violenza in Italia e in Europa.
Il progetto Novis intende prevenire e combattere gli episodi di violenza, razzismo e qualsiasi forma di intolleranza nello sport e in particolare in quello giovanile. Novis affronta temi delicati e purtroppo in forte crescita come la violenza, il razzismo ed ogni genere di intolleranza sui campi da calcio come nelle palestre o sugli spalti, sia a livello professionistico che dilettantistico od amatoriale, proponendo a dirigenti sportivi, allenatori ed istruttori, azioni e strumenti concreti da implementare nelle scuole e nelle associazioni sportive per un'efficace prevenzione, nella convinzione che la non violenza nel mondo dello sport debba essere uno strumento prioritario per affrontare il profondo disagio sociale dell'era contemporanea.
Il lavoro è coordinato dal Centro giovanile di formazione sportiva di Prato e realizzato in partnerariato con Coni, Regione Toscana, Comunità Nuova onlus ed altri sei partner europei provenienti da Spagna, Grecia, Olanda, Bulgaria, Romania e Polonia. E' supportato esternamente dalla Fondazione Cannavò e dal Comune di Prato.
Nel pomeriggio il convegno è stato dedicato alle associazioni sportive, mentre al mattino, al Teatro della Compagnia, ha coinvolto i ragazzi e le ragazze delle scuole dell'obbligo.
Al mattino, con l'attore e speaker ufficiale del Milan, Germano Lanzoni, a fare da moderatore, il progetto Novis è stato illustrato ai giovani, ai quali è stato proiettato anche un video sul celebre giornalista Candido Cannavò, per diciannove anni direttore della Gazzetta dello Sport, del quale proprio domani ricorre il decennale della scomparsa ed a cui è dedicata la Fondazione Cannavò. L'attore e drammaturgo Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto Facchetti, storico capitano dell'Inter e della Nazionale italiana, ha letto invece dei brani dello stesso Cannavò. Dopodiché è stato effettuato un collegamento con lo scrittore Marco Malvaldi dal Mandela Forum di Firenze, dove è stata riprodotta la cella di Robben Island in cui venne recluso per diciotto anni Nelson Mandela, primo presidente nero del Sudafrica.
Ma l'evento clou della mattinata, per i ragazzi, è stata la presenza al Teatro della Compagnia di Giovanni Simeone, calciatore della Fiorentina e figlio di Diego Simeone, oggi allenatore dell'Atletico Madrid e in passato uno dei giocatori più forti d'Argentina.
Nel pomeriggio, invece, c'è stata la parte dedicata alle società sportive. Con Alessandro Cannavò, giornalista del Corriere della Sera e figlio di Candido Cannavò, a Palazzo Strozzi Sacrati ci si è soffermati sull'importanza di chi, giornalista o scrittore o comunicatore, riesce ad affermare nell'opinione pubblica, quindi nella società, i valori fondanti ed i principi dello sport, che sono improntati sulla lealtà e sul rispetto dell'avversario. Sono intervenuti, tra gli altri, l'ex cestista ed imprenditore Giacomo Galanda, ex Fortitudo Bologna, Varese, Siena e Pistoia, l'ex calciatore Alessandro Birindelli, ex Empoli e Juventus, nonché diversi dirigenti sportivi. E' intervenuto anche Milan Djupovac, presidente dello Sport diagnostic center di Sabac in Serbia.
Una riflessione sulla violenza nello sport e sul come si manifesta, sui fenomeni ed i disagi sociali che possono esserne all'origine, si sono infine soffermate le psicologhe Francesca Vitali dell'Università di Verona e Tania Kyriakidou dell'Università di Atene.
Fonte: Regione Toscana