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Istituto degli Innocenti, ecco la mostra 'Venturino Venturi mater'

C’è un tema che tra tutti è stato caro a Venturino Venturi, sin dagli albori della sua maturità umana e artistica, ed è il tema della maternità, frutto di una ricerca che parte dall’osservazione del dato quotidiano per poi risalire fino ai suoi significati ancestrali di rinnovamento e rinascita.

La mostra “Venturino Venturi mater”, inserita nel programma delle celebrazioni per il Seicentenario dell’Istituto degli Innocenti - promossa dall’Istituto e dal Comune di Firenze in collaborazione con l’Opera di Santa Maria del Fiore -, si sviluppa in tre prestigiose sedi (Palazzo Vecchio, Museo degli Innocenti, Museo dell’Opera del Duomo) e racconta questo lungo lavoro di indagine: nel corso dei decenni l’artista torna più volte sul tema della maternità, esplora e alterna tecniche, materiali e stili seguendo il proprio sentire, senza alcuna preoccupazione di dare coerenza esteriore al proprio discorso artistico, concentrandosi unicamente sulla ricerca della profondità e dell’autenticità espressiva.

Per assecondare questo processo creativo, la mostra presenta le opere senza seguire un andamento cronologico, proponendole al visitatore come episodi di un unico percorso artistico e umano. Talvolta le opere sono poste in relazione con i lavori degli antichi maestri toscani che avevano rappresentato per Venturino, rientrato giovanissimo in Italia, la radice a cui riconnettersi per mettere a fuoco il proprio fare artistico.

La mostra “Venturino Venturi mater” che si inaugura oggi, 21 febbraio 2019 e si concluderà il 5 maggio prossimo, è curata da Lucia Fiaschi, Stefano Filipponi e Antonio Natali, è allestita al Museo degli Innocenti, nella sala Penelope di Palazzo Vecchio (fino al 14 marzo 2019) e nella Sala delle Cantorie del Museo dell’Opera del Duomo.

Alla conferenza stampa sono intervenuti: Maria Grazia Giuffrida, presidente dell’Istituto degli Innocenti, Tommaso Sacchi, capo segreteria dell’assessorato alla cultura del Comune

di Firenze, Antonio Natali, curatore della mostra e consigliere dell’Opera di Santa Maria del Fiore e Giovanni Palumbo, direttore generale dell’Istituto degli Innocenti.

“Questa mostra ci dà l’occasione di celebrare due anniversari, ovvero il centenario della nascita nel 1918 di Venturino Venturi e i sei secoli della fondazione dell'Istituto degli Innocenti nel 1419 – commenta la presidente dell’Istituto degli Innocenti, Maria Grazia Giuffrida – riflettendo su un tema, la maternità, in un luogo ideale perché qui da sei secoli ci si occupa di accogliere, accudire, educare e far crescere i bambini. L’esposizione dà anche la possibilità di soffermarsi sui valori universali e gli archetipi della maternità, le opere di Venturino Venturi sono messe in relazione e in dialogo con i lavori degli artisti del passato che hanno rappresentato gli ideali e la “cultura dell’infanzia” che dovevano guidare le attenzioni di chi quotidianamente si occupava dei bambini. Visitare questa mostra, allestita negli spazi del Museo degli Innocenti ci spinge a pensare alla maternità in tante diverse declinazioni, nei diversi significati legati alla cura dei più piccoli e all’investimento di sensibilità, attenzioni ed energie in favore del rispetto dei loro diritti e del loro futuro. Questa iniziativa culturale si inserisce nel programma del nostro Seicentenario, che sarà ricco di incontri, convegni, mostre, spettacoli, è il primo grande evento dopo la cerimonia di inaugurazione delle celebrazioni che si è tenuta dieci giorni fa alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.

“L’esposizione di Venturino Venturi – spiega Giovanni Palumbo, direttore generale dell’Istituto degli Innocenti - introduce una importante novità grazie a un accordo nato da una proficua collaborazione tra l’Istituto degli Innocenti e l’Opera di Santa Maria del Fiore: infatti per la prima volta è previsto un biglietto unico (intero 18 euro, ridotto 6 euro) per entrare al Museo degli Innocenti e al Museo dell’Opera del Duomo. L’Istituto degli Innocenti e l’Opera di Santa Maria del Fiore avviano con questa iniziativa una nuova collaborazione che ha come scopo quello di promuovere le identità storiche e i patrimoni culturali delle due istituzioni e di dare visibilità alle attività del presente. Siamo oltremodo contenti di aver potuto realizzare, nell’anno del Seicentenario dell’Istituto, questa mostra che si avvale di un progetto condiviso da tre importanti istituzioni della nostra città quali l’Istituto, il Comune di Firenze e l’Opera di Santa Maria del Fiore”.

Per la prima volta l’Istituto degli Innocenti e l’Opera di Santa Maria del Fiore hanno avviato una collaborazione e in occasione della mostra “Venturino Venturi mater” è stato creato un biglietto unico (intero 18 euro, ridotto 6 euro). La proposta del biglietto congiunto ha validità dalla data di inaugurazione della mostra fino al 31 dicembre 2019. Il biglietto è venduto alle biglietterie dei due musei, è di tipologia open (data e fascia oraria aperta) e ha validità 72 ore dal primo ingresso in uno dei due musei.

La mostra è realizzata grazie al sostegno di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini (special supporter), partner della proposta educativa del Museo degli Innocenti e de La Bottega dei Ragazzi, e di CONstruire srl, con il coordinamento organizzativo di MUS.E.

“Venturino Venturi mater” è aperta al Museo degli Innocenti: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30), al Museo di Palazzo Vecchio: tutti i giorni escluso il giovedì dalle 9.00 alle 19.00, al Museo dell’Opera del Duomo: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 19.00. Chiuso il primo martedì del mese.

La biografia di Venturino Venturi

Venturino Venturi nasce il 6 aprile 1918 a Loro Ciuffenna, in provincia di Arezzo, dal padre Attilio, di professione scalpellino, e dalla madre Primetta Gori. Nel 1921 Attilio, di ispirazione socialista, è costretto a lasciare l'Italia e ripara in Francia, a Étain Meuse. Porta con sé poche cose, ma non rinuncia ad una copia della Divina Commedia e alle Avventure di Pinocchio; saranno i libri sui quali i figli impareranno la lingua italiana.

Venturino frequenta tutto il corso degli studi sino alla scuola tecnica a Esch-sur-Alzette e appena dodicenne comincia a seguire il padre nei cantieri, e a cimentarsi con la lavorazione della pietra.

Finite le scuole tecniche Venturino valuta la possibilità di frequentare le scuole d'arte nella vicina Germania, ma la descrizione della natìa Toscana nei racconti del padre, grande narratore, suscitano nel giovane il desiderio di avvicinarsi ai luoghi che hanno visto nascere ed operare i grandi artisti del passato: Donatello, Michelangelo, Masaccio; tutti "nati a pochi passi da casa mia", come era solito dire Venturino.

La passione per le arti lo porterà, quindi, nel 1936, a scegliere come sede formativa superiore Firenze. Studia prima presso l'Istituto d'Arte di Porta Romana e poi frequenta l'Accademia delle Belle Arti di Firenze.

A Firenze Venturino era solito andare allo storico caffè Le Giubbe Rosse, ritrovo di artisti e letterati. Qui conobbe e frequentò Ottone Rosai, Dino Caponi, Vasco Pratolini, Alessandro Parronchi, Mario Luzi, Carlo Bo, Piero Bigongiari, Eugenio Montale, Enrico Pea, Giuseppe Ungaretti e molti altri. È questa anche l'epoca dei primi ritratti: Ottone Rosai (1938), Autoritratto (1939), Mia madre Beppina, Rina e Emilia (1943).

Nel 1945, a pochi giorni dalla liberazione di Firenze, allestisce la sua prima personale nella Galleria La Porta, ove espone sculture, dipinti, bozzetti e disegni, sintesi di dieci anni di lavoro.

Nel 1947 lascia Firenze per Milano. Nel 1953 partecipa al concorso internazionale per un Monumento a Pinocchio, indetto dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi, a Collodi di Pescia (PT) e vince il primo premio per il progetto della piazzetta mosaicata. L'artista tornerà a riflettere anche negli anni successivi sul tema Pinocchio, è ritenuto uno dei più sensibili interpreti del testo collodiano, sapendone cogliere l'esemplare messaggio letterario e poetico, dove si rispecchia, per singolare consonanza, la sua anima. Gli anni Sessanta in particolare lo vedono partecipare a rassegne nazionali ed internazionali. Sono anche gli anni di importanti opere pubbliche, e tra queste il Monumento per le Vittime del Nazismo del 1963 oggi in P.za Tasso a Firenze.

Nel 1993 viene aperto il Museo Venturino Venturi di Loro Ciuffenna; nel 1999 viene allestita nella Sala d'Arme di Palazzo Vecchio a Firenze l'importante mostra antologica, ma non si esaurisce la partecipazione dell'artista ad importanti esposizioni d'arte: nel 2002, pochi giorni prima della sua scomparsa, un importante nucleo delle sue opere viene

esposto a Palazzo Strozzi nell'ambito della rassegna "Continuità. Arte in Toscana 1945-1967", per la cura di A.Boatto.

Fonte: Ufficio Stampa

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