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Naufragio piroscafo Oria, la commemorazione in Grecia

Paola Mascherini era al suo tavolo, all’ufficio anagrafe del Comune di Vaiano, quel giorno del 2012. Prese lei la telefonata dal Comune di Surbo (Lecce) che chiedeva notizie di un soldato dalle iniziali DM incise su una gavetta ritrovata sui fondali greci. “Vaiano DM 1922 Mamma ritornerò” era il messaggio intero dell’incisione che diede il via ad una ricerca condotta prima in anagrafe e poi, con passione, dalla Fondazione CDSE per rintracciare il proprietario del reperto, quel Dino Menicacci 22 anni vaianese, operaio al lanificio Forti della Briglia, internato a Rodi dopo l’8 settembre 43, che aveva scelto di non aderire al nazi-fascismo ed era fra le vittime del naufragio del piroscafo Oria.

L’11 e 12 febbraio sono le date che segnano l’anniversario del naufragio, dove persero la vita oltre quattromila soldati italiani, e ieri in Grecia a Saronikos, una Paola Mascherini evidentemente commossa ha partecipato alla solenne commemorazione, insieme al presidente della Repubblica greca Prokopīs Paulopoulos, al presidente dell'Attica e all'Ambasciatore italiano in Grecia.

“Fin dal 2012 il Comune e la Fondazione CDSE insieme alla Regione Toscana ha riconosciuto pubblicamente la tragedia e abbiamo organizzato iniziative perché questa storia fosse conosciuta e fosse dato il giusto riconoscimento ai familiari delle vittime”, commenta il sindaco Primo Bosi.

Nei pressi del luogo della tragedia, dove cinque anni fa è stato innalzato un monumento, quest’anno si è celebrato il 75esimo anniversario, l’anno scorso a rendere omaggio al monumento c’era il presidente italiano Sergio Mattarella. Nel frattempo nel 2017 la gavetta di Dino Menicacci è tornata a casa ed è ora musealizzata all’interno del CDSE

La Fondazione CDSE, grazie all'appoggio della Regione Toscana, ha oggi un progetto permanente, unico in Italia, di ricerca capillare dei dispersi dell'Oria all'interno di tutti i comuni toscani. Presto uscirà una pubblicazione dedicata a soldati dispersi nel pistoiese, realizzata insieme all'Istituto storico della Resistenza di Pistoia, anche quest'ultimo presente, con il suo direttore Matteo Grasso, alla commemorazione in Grecia.

Il naufragio dell’Oria - Il piroscafo Oria era una nave da carico norvegese requisita dai tedeschi nel 1940 e usata, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, per trasferire i soldati italiani che avevano rifiutato di aderire al nazi fascismo (i cosiddetti IMI - internati militari italiani) dalla Grecia verso i campi di lavoro e sterminio della Germania.

L'11 febbraio 1944 il piroscafo di stanza a Rodi fu stipato con oltre 4000 soldati italiani destinati alla deportazione in Germania e salpò nel pomeriggio alla volta del Pireo. Colto nella notte del 12 febbraio 1944 da una tempesta, affondò presso Capo Sounion, a 25 miglia dalla destinazione finale, dopo essersi incagliato nei bassi fondali prospicienti l'isolotto di Patroklos. Solo una quarantina furono i superstiti. Essendosi trattato di "un incidente" quella che è stata la più grande tragedia navale del Mediterraneo è passata per anni sotto silenzio e le stesse famiglie delle vittime hanno atteso il ritorno dei propri cari, senza avere notizie sul naufragio.

Fonte: Comune di Vaiano - Ufficio Stampa

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