GoBlog - Marco Mainardi
Al calcio sociale serve un pulmino, Empoli in campo per riuscirci
Di solito a Empoli funziona così. Quando c’è bisogno di sostenere una bella iniziativa o un progetto che merita, si lancia la proposta e si aspetta che ciascuno faccia la propria parte. Questa volta il protagonista è il calcio sociale che, ormai da diversi anni, è approdato in città grazie al Centro di Accoglienza di Barzino e che, per la propria attività, ha ora bisogno di un nuovo pulmino. La Fondazione della sezione soci Unicoop ‘Il cuore si scioglie’ ha fatto il primo passo, contattando i responsabili e lanciando il progetto sulla piattaforma di Crowdfunding Eppela (cercare un passaggio per un goal). Ora tocca a Empoli visto che lunedi sera è in programma una pizzata al centro Coop dopo, naturalmente, una partita di calcio sociale.
Se questa particolarissima disciplina è in città lo si deve a Juri Stabile, animatore di comunità presso il Centro Giovani di Avane.
Come nasce il tutto?
Un giorno guardando su Rai Due la trasmissione Dribbling, ho sentito parlare di calcio sociale. Ho trovato la cosa interessante anche per la nostra realtà ed ho deciso di muovermi
Qual è stato il primo passo?
Con altri operatori siamo andati a Roma al Corviale dove tutto è nato. Si tratta di un complesso che ospita circa 10mila persone, appartamenti di edilizia popolare dove è facile capire quali problemi ci siano. Lì è nato il ‘campo dei miracoli’ dove tutto è iniziato grazie a Massimo Vallati che quel giorno incontrammo
Individuando Avane come posto ideale
Nel piccolo ci pareva che rispecchiasse le stesse caratteristiche di altri luoghi e così, nel 2014, abbiamo dato il via al progetto
L’obiettivo?
Far giocare tutti, ma proprio tutti. Una volta parlai con un babbo che mi disse che suo figlio che aveva otto anni non giocava nella sua squadra perché ritenuto meno bravo di altri. Perché un bambino di otto anni deve stare in panchina? Perché un disabile o una persona che ha qualche problema non deve giocare? A noi non pare una cosa giusta e quindi diamo a chiunque la possibilità di divertirsi con un pallone. All’inizio giocavamo in piazza ad Avane, poi ci siamo trasferiti al campo sportivo. Ogni lunedì dalle 15 alle 17 chi vuol venire può farlo senza problemi. Anzi, è il benvenuto
Le regole?
Semplicissime: ogni giocatore può fare al massimo tre gol, il calcio di rigore lo tira chi ha meno possibilità, non esiste la panchina, niente titolari o riserve, non c’è arbitro. Si gioca e ci si diverte e basta, tutti devono giocare e rispettarsi
Quante persone avete coinvolto?
Diciamo sui 100/150 annui, senza considerare che abbiamo giocato anche in altri posti tipo a Ponte a Elsa o al campo Mariambini. La nostra idea è muoverci, pensa come sarebbe bello giocare in diverse parti della città o anche fuori Empoli. Per questo il nostro vecchio pulmino va cambiato, non ne può più
Oltre al divertimento cosa è il calcio sociale?
Sembrerà strano, ma il pallone ci ha aiutato anche a smussare attriti, risolvere problemi fra le persone, far crescere i ragazzi non come giocatori ma come persone. Si promuovono valori come l’accoglienza, il rispetto della diversità e della comunità e questa è la cosa più importante
Si è diffuso altrove oltre che a Empoli?
In Italia ci sono otto realtà, in Europa a Londra, Bulgaria e Francia. Tutte esperienze in posti non facili, per capirci è nato anche a Scampia
Come nasce questa campagna?
Dalla Fondazione della sezione soci Unicoop Firenze ‘Il cuore si scioglie’ che ci ha cercato lanciando il progetto del nuovo pulmino sulla piattaforma di Crowdfunding Eppala e che raddoppierà la cifra che raccoglieremo fino a un massimo di 7500 euro. Così è più bello e coinvolgente rispetto ad avere pochi privati che ti danno i soldi. Vuol dire che tante persone credono al tuo progetto
Lunedi cosa ci sarà?
Alle 19 una partita di calcio sociale al campo di Santa Maria con almeno 60/70 persone coinvolte, poi pizzata alla Coop con contributo di 10 euro. Più siamo e più ci divertiamo, la filosofia del calcio sociale
Marco Mainardi