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Carcere e giustizia, il garante dei detenuti: "Recuperare il pensiero di Alessandro Margara"

“Carcere e Giustizia, ripartire dalla Costituzione. Rileggendo Alessandro Margara”. Questo l’argomento al centro della due giorni che si apre venerdì 8 febbraio alle 14 nella sala Collezioni di palazzo Bastogi (via Cavour, 18) e prosegue sabato 9 al Cenacolo di S. Apollonia (via San Gallo, 25).

Nell’incontro si discuterà “dell’uso populistico della giustizia penale e del carcere, quali armi contro i nemici sociali” e si parlerà del tema “dell’uso simbolico del penale messo in relazione al declino del sociale e all’incapacità della politica di governare la società moderna”. Si affronterà poi l’argomento, ripercorrendo le idee di Alessandro Margara, il magistrato ispiratore della riforma penitenziaria che fu sempre in prima linea per i diritti delle persone private della propria libertà. Per “ripartire dalla Costituzione”, seguendo il suo pensiero, si presentano due questioni di fondo: l’intreccio tra penale e politica e il significato che la giustizia e il carcere hanno assunto nel senso comune.

 

Dal dibattito su questi temi, sviluppato in un incontro in occasione del secondo anniversario della morte di Alessandro Margara, è scaturito l’impegno per un convegno nazionale, ispirato al suo pensiero e alla sua opera. Il convegno è stato preparato attraverso “laboratori” tematici, per raccogliere il più largo contributo di idee e favorire la maggiore partecipazione possibile.

 

A portare i saluti istituzionali saranno il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, e il presidente della Regione, Enrico Rossi.  L’introduzione è affidata al garante dei detenuti della Toscana, Franco Corleone. Tra gli interventi: Beniamino Deidda e Antonietta Fiorillo e si parlerà dell’esito dei laboratori tematici su “Città e sicurezza”, “OPG e Rems”, “41bis e ergastolo”,Droghe e carcere”, “Gli spazi della pena”, “Donne e carcere”, “Alternative al carcere, giustizia di comunità e giustizia minorile” e “Immigrazione e sicurezza”.

 

L’incontro proseguirà sabato alle 9.30 al Cenacolo S. Apollonia (in via San Gallo, 25) con le relazioni “Meno stato e più galera” di Luigi Ferrajoli; “Moralità e diritto” di Tamar Pitch; “Il carcere dopo Cristo” di Stefano Anastasia.

 

Alle 15.30 avrà luogo la tavola rotonda sul tema “La giustizia nella crisi della democrazia:  un manifesto per ripartire dalla Costituzione”, coordinata da Laura Zanacchi.

 

Il prologo del convegno, venerdì mattina alle 10 nella sala delle Collezioni di palazzo Bastogi, con la presentazione del progetto di empowerment women in transition-wit  “Donne in carcere”, promosso dalla Società della Ragione. All’incontro intervengono Sofia Ciuffoletti di Altro Diritto, Antonio Fullone, provveditore dell’amministrazione penitenziaria di Toscana e Umbria, Letizia Sommani della Chiesa Valdese. Presenti anche le curatrici del progetto Serena Franchi, Liz O’Neill, Susanna Ronconi e Grazia Zuffa.

 

Il progetto WIT si colloca in continuità con una ricerca fra le donne detenute condotta nel 2013 dalla stessa Società della Ragione. Quella ricerca centrava sulla differenza femminile, come osservatorio per leggere la realtà del carcere e proporre azioni di trasformazione (valide per donne e per uomini). Focalizzare la differenza femminile significa innanzitutto non fermarsi alla rappresentazione unilaterale della debolezza/fragilità femminile, ma vedere anche laspetto della forza, ossia delle risorse che la soggettività femminile è in grado di mettere in campo. Da qui ha preso spunto il progetto di ricerca-azione WIT, con una parte di ricerca qualitativa, svolta fra le donne detenute e con interventi pilota di laboratori di self empowerment, rivolti alle donne detenute degli istituti di Firenze-Sollicciano e Pisa-Don Bosco.

Fonte: Regione Toscana

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