Certosa di Calci, dai carabinieri tre volumi dell'Ottocento: erano stati rubati in passato
Il 1° febbraio 2019, alle ore 10:30, a Calci (PI), presso la Certosa, alla presenza del Direttore del Polo Museale della Toscana Stefano Casciu, di Antonia d’Aniello già Direttrice del Museo della Certosa, del Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, e del Sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti, si svolgerà la cerimonia di riconsegna di 3 volumi dell’opera “Bellezze della commedia di Dante Alighieri” di Antonio Cesari – 1824 di inestimabile valore storico, sottratti dalla biblioteca della Certosa in data imprecisata.
L’attività di recupero scaturisce da approfondimenti investigativi condotti nell’ambito di un’indagine complessa del Nucleo TPC di Napoli e coordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia che ha permesso di disarticolare, nel settembre del 2017, un’organizzazione criminale, vero e proprio crocevia di ricettazione di beni d’arte di provenienza furtiva, perché sottratti da luoghi di culto, istituti religiosi e biblioteche ubicati tra l’alto casertano e la provincia di Isernia. Di fondamentale importanza per l’individuazione del prezioso bene è risultata la comparazione della sua immagine, con quella contenuta nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che ne ha confermato la provenienza illecita. L’appartenenza dei beni al patrimonio librario della Certosa di Calci è stata quindi confermata dalla dott.ssa Antonia d’Aniello, all’epoca direttrice del Museo.
La restituzione odierna, dimostra l’importanza che riveste lo scambio di informazioni e la stretta e fattiva collaborazione tra Procura della Repubblica, Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ed organi centrali e periferici dello Stato senza la quale non si può garantire la ricomposizione di percorsi storici, culturali e sociali come la restituzione, alla collettività, di preziose opere che ne costituiscono l’identità locale.
Fonte: Polo Museale della Toscana - Ufficio stampa