È un fiume in piena, si sfoga sui social network ("Vergogna" è il motto più ripetuto) e al telefono Giulia Scimmi, sorella di Sara morta a 19 anni il 9 settembre 2017 dopo la notizia dell'archiviazione del fascicolo di inchiesta per omicidio volontario. "Non hanno ricostruito nulla, dopo sei mesi non hanno trovato la macchina che precedeva il tir che poi l'ha ammazzata e solo dopo che siamo andati a 'Chi l'ha Visto?' hanno aperto l'indagine per omicidio colposo", afferma ai microfoni di gonews.it.
Sul banco d'accusa della famiglia Scimmi gli inquirenti e la pm che ha gestito l'indagine: "Ci sono stati secretati entrambi i fascicoli, abbiamo chiesto più volte un incontro ma ci sono stati sempre negati, ho le mail con la segreteria che lo provano. Non ci ha mai incontrato perché troppo impegnata".
La ricostruzione dei fatti che avrebbe portato alla chiusura del fascicolo per omicidio colposo non va giù alla sorella della vittima, che ha mandato assieme ai legali e ad altri professionisti una ventina di memorie al pubblico ministero. A detta degli Scimmi non torna la vicenda della testimone che ha sterzato per evitare Sara Scimmi, in piedi in mezzo alla carreggiata: "Tutti i periti hanno affermato che le auto che passano hanno tutte traiettorie lineari. Sara sarebbe dovuta passare all'inizio del video e alle 3.15 ancora non c'è. Abbiamo anche chiesto che venissero prese in considerazione le immagini di videosorveglianza del distributore di benzina che si trova prima della discoteca in direzione Certaldo, ma non è andata così. Abbiamo anche dovuto pretendere che venissero messi agli atti l'analisi delle celle telefoniche".
E ancora, l'omicidio volontario dovrebbe configurare la presenza di persone che hanno avuto a che fare con Sara nei minuti precedenti la sua morte. "Ci sono più di due tipi di dna rilevati dai tamponi sotto le unghie, abbiamo dovuto chiamare un 'contro-perito' che dicesse che potevano fare un solo profilo e che le analisi sono state fatte forse non in modo corretto". Poi la posizione del corpo, interrogativo ancora aperto nel fascicolo d'indagine: "Mia sorella sarebbe morta con il femore rotto, quindi dovrebbe essere caduta da sola, non è possibile". Infine l'accusa più eclatante: "Gli assassini sono al pub".
Al momento i legali hanno bisogno di alcuni giorni per poter analizzare le carte. Giulia Scimmi confida che nei 30 giorni di tempo disponibili sia possibile la riapertura delle indagini. Nel frattempo su Facebook la notizia di oggi rimbalza con vari commenti e critiche, al grido di "giustizia per Sara".
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