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Giorno della Memoria, il racconto dei campi di concentramento con gli occhi degli studenti empolesi

“Mai più indifferenti” Stefano Anguillesi, Luca Campani, Filippo Cataldi, Giulia Cioni, Giuseppe Miraglia, Samuel Nueva, Rebecca Pacchini e Irene Sabatini. Questi sono i ragazzi dell’Istituto Ferraris-Brunelleschi di Empoli che, accompagnati dal Prof. Andrea Bruscino, hanno preso parte all’edizione 2019 dell’iniziativa della Regione Toscana, realizzata in collaborazione con il Museo della Deportazione di Prato, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Dal 20 al 24 gennaio gli studenti empolesi si sono recati in pellegrinaggio ad Auschwitz-Birkenau affrontando un viaggio estenuante di 24 ore per raggiungere la Slesia polacca. Dopo aver visitato il campo e le baracche dell’orrendo campo di Auschwitz-Birkenau e prima della cerimonia presso il monumento commemorativo, ognuno degli oltre 500 studenti toscani ha ricordato ai microfoni il nome, il cognome e l’età al momento della morte di ebrei, rom o sinti toscani o deportati dalla Toscana. Il secondo giorno la comitiva ha visitato Auschwitz I e il suo museo per trasferirsi, nel pomeriggio, a Cracovia presso il cinema Kijow dove i ragazzi hanno ascoltato le voci dei testimoni e assistito al bellissimo spettacolo di Enrico Fink “Le tre notti del ‘43”. Nato dal racconto “Una notte del ’43” di Giorgio Bassani e dal film che ne trasse Florestano Vancini sull’episodio storico, sul racconto e sul film, il poliedrico artista fiorentino ha sviluppato un percorso in musica e parole intorno a una delle pagine più oscure della nostra storia: le deportazioni nazifasciste. La mattina del 23 gennaio si è svolto presso l’Aula Magna della prestigiosa Università Jagellonica di Cracovia il “Citizen dialogue”, un momento di confronto con alcuni studenti universitari italiani ed europei, alla presenza del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e del primo Vice Presidente della Commissione Europea, Frans Timmermans. Prima del confronto con i rappresentanti istituzionali, i ragazzi hanno ascoltato le testimonianze delle sorelle Andra e Tatiana Bucci, due dei sedici bambini scampati agli orrendi esperimenti del dott. Mengele, e di Vera Vigevani Jarach, il cui nonno morì ad Auschwitz da cui lei scampò perché nel 1943 riparò in Argentina. In America Latina però Vera è stata testimone di un’altra tragedia del ‘900: quella dei desaparecidos del regime dittatoriale di Videla di cui sua figlia diciottenne è stata vittima nel 1976. Nonostante le giornate intense, anche durante il viaggio di ritorno, durato oltre 24 ore, i ragazzi si sono mossi per le 16 carrozze per svolgere, come già durante il viaggio di andata, workshops sui temi di urgente attualità come il razzismo e le nuove destre, l’omofobia, la memoria e la post testimonianza. Spossati ma felici, gli studenti del Brunelleschi sono tornati ad Empoli con la consapevolezza di dover condividere le loro emozioni e la loro esperienza prima con i compagni con cui avevano seguito un corso propedeutico al viaggio, e poi con gli altri compagni di scuola e di vita. Perché questa è stata veramente una lezione di vita.

 

Fonte: Iis 'Ferraris-Brunelleschi'

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