Valvirginio, 1500 bottiglie di vino per dire sì alla nuova pista al Vespucci
“Per fare impresa la prima necessità è avere infrastrutture che funzionino. E' per questo che non è più possibile pensare che le aziende fiorentine e toscane possano andare avanti e stare nella concorrenza nazionale e internazionale se il territorio non ha le strutture necessarie, a cominciare dallo scalo di Firenze. Non si può crescere col freno a mano tirato. La nuova pista al Vespucci è indispensabile” così, in attesa che il 29 gennaio la Conferenza dei servizi dica la parola finale sul progetto di adeguamento dell'aeroporto di Firenze e sulla nuova pista parallela all'autostrada, Ritano Baragli presidente della cooperativa Valvirginio, cantina sociale Colli Fiorentini, la prima azienda produttrice di Chianti nel mondo, ha deciso di mandare un segnale un po' particolare.
Ha messo in fila oltre 1.500 bottiglie di vino per realizzare nel piazzale della cantina sociale (oltre 4 ore di lavoro per sistemarle tutte) la sagoma di un grande aereo e la (inequivocabile) scritta Sì aeroporto.
“La politica deve fare la politica e l'impresa deve fare l'impresa – spiega Baragli - , ma quello che non deve mai accadere è che si mettano i bastoni fra le ruote di chi ha voglia di investire e rischiare per creare valore e occupazione. Come cooperativa ogni giorno ci confrontiamo con il mondo e quindi siamo esposti a una competizione molto forte. E' ovvio che se da casa nostra invece che sostenerci ci ostacolano i nostri concorrenti se ne avvantaggiano e le ricadute poi sul territorio non potranno che essere negative sia in termini di investimenti che di posti di lavoro”.
E il punto di osservazione di Baragli non va sottovalutato perché sono oltre 850 le aziende, in prevalenza ubicate nelle zone di produzione del Chianti Docg, del Chianti Classico Docg, del Toscano Igt e dell’ Olio Igp Toscano, che conferiscono i propri raccolti ai siti produttivi della Cooperativa, con un fatturato che è di 11 milioni di euro.
La Cantina produce il 7% del vino Chianti, primo produttore della denominazione, e vinifica uve autoctone e internazionali (quali sangiovese, canaiolo, colorino, ciliegiolo, malvasia, merlot, cabernet, chardonnay etc.), che i 300 soci conferenti coltivano nei propri vigneti che ad oggi contano circa 1500 ettari. Oltre 12 milioni di kg. di uve vengono vinificate seguendo metodi tradizionali con le più avanzate tecnologie, frutto di investimenti che negli ultimi anni hanno superato i 10 milioni di euro. “E attraverso un’attenzione particolare alla salvaguardia dell’ambiente – sottolinea Barbagli -, visto che siamo la prima cantina cooperativa toscana che si è dotata di un impianto fotovoltaico che consente di produrre ed utilizzare energia pulita”. La Cantina ha inoltre sette punti vendita dislocati sul territorio toscano.
“Sono 20 anni che le imprese toscane e fiorentine aspettano quella nuova pista, sarebbe tempo di avere risposte chiare in favore della crescita e dello sviluppo” conclude Barbagli.
Fonte: Ufficio stampa