Cracovia, Rossi agli studenti: "Siete anticorpi che l'Europa ha costruito contro i suoi nemici"
"L'Europa ha costruito gli anticorpi contro i suoi nemici. Sono i giovani, nei quali confido, giovani formati che si sentono partecipi di una cittadinanza europea e nelle mani dei quali lasciamo il destino dell'Unione: un destino che credo sarà felice ". Ne è convinto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, appena sceso dal palco che lo ha visto protagonista insieme al vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans del "Citizen Dialogue".
Anche Rossi, come i circa mille giovani italiani e polacchi che hanno riempito l'auditoriim maximum della Università Jagellonica di Cracovia, ha ascoltato le testimnianze di Tatiana e Andra Bucci e di Lidia Maksymowicz, deportata anche lei ad Auschwitz a 3 anni con la sua famiglia dalla Bielorussia, perché sospettati di collaborare con i partigiani. Liberata dai soldati del'Armata Rossa e affidata poi a una delle famiglie che vivevano vicino al campo di sterminio, che la accolse e la curò, Lidia ha potuto ricongiungersi con la madre, anche lei uscita salva dal campo di Bergen Belsen, solo a diciotto anni.
"Abbiamo sentito le voci e le testimionianze dei sopravvissuti e abbiamo capito come da quell'orrore della guerra e dei campi di sterminio sia nata una cultura e un modo di pensare che ha spinto verso la solidarietà e l'uguaglianza tra i popoli. Da quello stesso orrore è nata la costruzione dell'Europa. Adesso viviamo come una fase di rallentamento - osserva Rossi - riemergno pulsioni identitarie, nazionlistiche, che si portano dietro il razzismo, la ricerca di capri espiatori, l'esclusione di chi è diverso, e questo frena la costruzione dell'Europa. Ma stamani, davanti a questi ragazzi italiani e polacchi, ho pensato che l'Europa ha un lascito forte".
A quesgli stessi giovani, poco prima, si sono rivolte le sorelle Bucci e Lidia Maksymowicz, che hanno raccontato le loro storie coordinate dallo storico Giovanni Gozzini, presenza e anima costante del Treno della Memoria toscano.
"La paura per lo straniero e per il diverso continuo a non capirla. Siamo tutti uguali. E perché il male abbia spesso il sopravvento, anche questo continuo a non capirlo. Dico, usiamo ciascuno la nostra testa. Così come dico ai giovani che è vero ed è importante rimanere nel gruppo ma a volte, se questo condiziona il nostro pensiero, è meglio stare da soli": Andra Bucci ha risposto così a una delle domande più difficili posta da una delle studentesse in platea: "Perché la memoria del male non riesce a cambiare l'umanità".
E risponde anche Lidia: "Giovani, è nelle vostre mani il futuro di questo mondo. Non permettete allora che quello che è avvenuto si possa ripetere. Dipende da voi".
Un applauso forte raccoglie l'esortazione. Oltre 550 ragazzi, di quei mille ai quali l'esortazione è diretta, hanno visitato Birkenau e Auschwitz il giorno prima. Sono reduci da un'esperienza dopo la quale "niente è più come prima" ha appena ricodato loro il rettore della Jagellonica, Wojciech Nowak. E perciò ha augurato di non dimenticare mai questo momento per tutta la vita.
"Le parole possono uccidere ma hanno anche il potere di fare molto bene", gli fa eco il vicesindaco di Cracovia, Boguslaw Kosmider, intervenuto all'evento per portare i saluti della città, che non può fare a meno di rievocare l'uccisione del sindaco Pawlel Adamowicz: " Un evento - dice senza aggiungere altro - che abbiamo vissuto in modo molto profondo".
"L'Europa ci richiama ad occuparci del presente"
"Non ci possiamo permettere di essere ignavi e indifferenti – dice il presidente della Toscana Enrico Rossi - Non ci si può voltare dall'altra parte". Ieri per le discriminazioni e le deportazioni organizzate dai nazisti, oggi sull'accoglienza dei migranti. "Le uccisioni iniziano dalle parole – rafforza il pensiero il primo vice presidente della Commissione Europea Frans Timmermans – Nel 1933 Hitler ha avviato una campagna di disumanizzazione contro gli ebrei, addittati quali colpevoli di tutto. Gli sono bastati cinque anni per creare odio (e indifferenza) E l'odio oggi è di nuovo uno strumento nelle mani dei politici".
Nell'auditorium dell'Università Jagellonica di Cracovia, la stessa dove hanno studiato Copernico e Woytyla, si parla del passato dell'Europa – dei campi di sterminio – e si parla del futuro. E c'è un filo ben chiaro tra ieri, oggi e domani, perché dimentichiamo Auschwitz dimentichiamo perché è nata l'Europa, sorta sulle ceneri dei campi di sterminio. Recidere quel filo può essere pericoloso. Si parla del pensiero critico da difendere, della voragine in cui senza si rischia di cadere, dei nazionalismi che agitano l'Europa. Un'ora e mezzo, sul palco Rossi e Timmermans, e seduti di fronte mille studenti polacchi e toscani (in Polonia per visitare i campi di sterminio), che ascoltano e fanno domande. Si parla dell'Europa che appare lontana, ma invece è vicina e lo potrebbe essere anche di pi&ugrav e;. "Un'Europa decisiva – dice Rossi – per tenere fede ai valori umanità, solidarietà e tolleranza fondamentali per il nostro futuro". "Senza questa Europa, perfettibile certo – si sofferma - noi torneremo indietro. Si può far meglio ma non si possono dimenticare le cose positive fatte".
Le domande dei ragazzi intanto fioccano. Si parla dei rischi della Brexit. Si parla dell'accoglienza dei migranti, dell'integrazione. "Ci sono sempre più episodi di razzismo – ammette Rossi – anche nei nostri paesi: l'ultimo nei giorni scorsi, quando due ragazzi hanno gettato della candeggina addosso ad un coetaneo di colore a Pisa. Bisogna iniziare a porsi domande".
"In Toscana - prosegue - vivono 400 mila immigrati, alcuni arrivati da diversi anni e decenni: quattrocentomila persone su 3 milioni e 700 mila abitanti di tutta la regione. E la prima discriminazione che dovremmo rimuovere – alza la voce, rivolto agli studenti – è il mancato riconoscimento della cittadinanza ai tanti ragazzi e ragazze che sono in classe con voi ma non sono riconosciuti come italiani".
Auschwitz e Birkenau si incontrano con l'Europa di oggi. "Stiamo attenti – ammonisce Rossi - che non ci si abitui a sopportare situazioni analoghe in cui vengano calpestati i diritti umani, in cui non si soccorre chi ha bisogno". "Difenderemo – dice – la legge toscana sull'accoglienza e le cure dispensate anche a chi non ha un permesso di soggiorno: una grande conquista di civiltà rispetto a cui non torneremo indietro". Cita la parabola del buon samaritano, rivolto a chi dice che l'Europa dovrebbe fondarsi sul cristianesimo.
"Dall'Europa - prosegue - arriva un forte richiamo ad occuparci del presente. Bisogna che cresca con forza un movimento europeo che sui diritti umani rivendichi un ruolo degli Stati nazionali e dell'Europa stessa". "L'Europa è ad una svolta – conclude Rossi – O va verso gli Stati uniti d'Europa e si rafforza, in grado di occuparsi di politiche economiche e sociali e non solo di moneta, vincoli e finanza, in grado di farsi carico anche dei flussi migratori, un'Europa più forte dunque, gli Stati federati d'Europa appunto, oppure si rischia la paralisi e la regressione, che sarebbe pericolosissima. Ma penso che alla fine un'Europa diversa e più unita vincerà. Sono ottimista". "I problemi del vicino sono i tuoi. - annota Timmermans - Altrimenti saremmo tutti soli".
Fonte: Giunta Regionale