Tramvia Libertà-Bagno a Ripoli, Amato (PaP) dice No: ecco perché
“Domani 23 gennaio si terrà la prima seduta della conferenza dei servizi sul progetto di linea 3.2 di tramvia, tratta Libertà - Bagno a Ripoli, e chiediamo ai partecipanti alla conferenza di porre molta attenzione a tutte le criticità del progetto che sono talmente grandi e gravi da farne ritenere opportuno l'abbandono”. Lo dice Miriam Amato, consigliera di Potere al Popolo, insieme a Tiziano Cardosi, esponente di PaP, e ad Alberto Ziparo, docente all'Università di Firenze, partecipanti a una conferenza stampa a Palazzo Vecchio. "Chiediamo alla Giunta – aggiungono i tre – di porre una moratoria sui progetti relativi alle tramvie dell’area fiorentina, a partire da quella di cui sarebbero previsti i cantieri entro giugno, la linea variante al centro storico, tratta Strozzi – Libertà – San Marco, e di iniziare una vera progettazione del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile”.
Amato, Cardosi e Ziparo mettono innanzitutto in evidenza la fretta nella progettazione della linea Libertà - Bagno a Ripoli “solo per rientrare nei tempi delle richieste dei finanziamenti alla UE e al ministero dei Trasporti e con la volontà politica di proseguire con un progetto inadeguato e costoso, che garantisca la continuità degli accordi e dei contratti con Tram spai, qualunque sia l’esito delle prossime elezioni amministrative. Così il Partito Democratico ricalca quanto fece Berlusconi, che nel 2005 autorizzò avventatamente molte opere poi rimaste incompiute o mai avviate". Amato sottolinea che “il project finanacing, così com'è stato concordato, è totalmente sbilanciato a favore del soggetto privato, con un capovolgimento dei ruoli che relega gli enti pubblici a meri finanziatori dell'opera”.
Ziparo rileva in particolare “l’anomalia di non effettuare la VIA (valutazione di impatto ambientale), limitandosi ad una semplice VAS (valutazione ambientale strategica) per la linea Libertà - Bagno a Ripoli, anomalia introdotta già per la linea 1, che impedisce di fare serie e concrete valutazioni degli impatti di queste infrastrutture non solo sull’ambiente ma anche sociali, economiche, urbanistiche. Ed è grave la mancanza di un piano della mobilità e arriva in ritardo l'avvio di un piano urbano della mobilità sostenibile deliberato in dicembre dall'amministrazione comunale”.
“L'impatto ambientale e trasportistico della progettata linea 3.2 per Bagno a Ripoli – accusano Amato e Ziparo – prevede non solo la costruzione di un nuovo ponte sull'Arno, fra via Minghetti e piazza Gualfredotto, con inevitabili ingorghi del traffico nei quartieri di Bellariva e di Gavinana, ma anche il taglio delle alberature lungo i viali di circonvallazione, da piazza della Libertà ai lungarni del Tempio e Colombo, e di quelle del viale Giannotti: una ecatombe, una follia per niente giustificata dalla promessa di nuovi impianti, perché le alberature esistenti, oltre ad avere effetti benefici sull’ambiente cittadino, sono una risorsa paesaggistica e monumentale che non può essere ignorata e cancellata così superficialmente. Per non parlare poi dell’impatto invasivo delle tranvie in sede esclusiva sui viali di circonvallazione con effetti negativi sul traffico privato che non può essere eliminato, ma anche sui mezzi pubblici come i bus, i taxi, e anche i mezzi di soccorso”. “Anche questa tramvia per Bagno a Ripoli – aggiunge Cardosi – è scollegata dal sistema ferroviario di cui si continua a non riconoscere e sfruttare le potenzialità; invece di fare un parcheggio scambiatore e l'enorme deposito dei tram a Bagno a Ripoli, cementificando suolo attualmente a verde agricolo, per intercettare i flussi di auto provenienti dal Valdarno e dalla Valdisieve si potrebbero istituire nuovi treni cadenzati nelle ore di punta, con frequenti fermate tra Valdarno, Pontassieve e Firenze, e poi elettrificare l’anello della Faentina e Valdisieve, liberando cosi le vie di accesso orientali alla città dall’eccessivo traffico su gomma oltre che rispettare gli abitanti di Bagno a Ripoli”.
“E' il momento di fermarsi con queste nuove tramvie – concludono Amato, Cardosi e Ziparo – e di pianificare una mobilità sostenibile, al servizio delle esigenze degli abitanti, scegliendo sistemi di trasporto alternativi e non invasivi e distruttivi, come ad esempio gli autobus elettrici in corsie protette, realizzabili nell’arco di una giornata con cantierizzazione e costi minimi a differenza dei binari delle tramvie”.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio stampa