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Alla Normale specialisti da tutto il mondo per l’invenzione dell’interiorità

L’invenzione dell’interiorità, ovvero di quella pratica di dialogo e ascolto che l’io pratica con se stesso, ebbe un Europa un momento fondante nella Scuola di San Vittore, che nacque a Parigi all’inizio del mille e cento. Una straordinaria «comunità di borbottanti» che popolò i chiostri e le biblioteche medioevali, inventando un nuovo modo di pensare, di scrivere, di leggere. A questa Scuola e alle implicazioni che ebbe nell’ispirare poeti e scrittori di quell’epoca la Normale dedica tre  giornate di studio: “La cultura dei vittorini e la letteratura medievale”, al Palazzo della Carovana in Piazza dei Cavalieri dal 23 al 25 gennaio, a partire dalle 9.30.

Organizzato da Corrado Bologna, professore di Professore di Filologia e Linguistica Romanza, il convegno internazionale metterà a confronto vari contributi riguardanti la cultura dei vittorini: “La Scuola di San Vittore, soprattutto con Ugo e Riccardo – spiega Bologna - rappresenta uno dei centri culturali in cui si elabora la metamorfosi del pensiero europeo intorno all’interiorità, avviato da Agostino nelle Confessioni e sviluppato con la pratica monastica del “ruminare” senza interruzione le parole e le idee nel profondo del cuore. L’interiorizzazione dell’esperienza lirica culmina infine nella poetica del canto che sgorga dal cuore pieno d’amore. La traducono in altissima poesia volgare prima i trovatori nella Francia meridionale, poi in Italia gli “spirituali” francescani, e Jacopone da Todi, e infine Dante, il quale, ripensando l’insegnamento agostiniano e vittorino, nella Commedia proclamerà di scrivere ciò che Amore gli «ditta dentro». Sullo sfondo s’intravede già, secoli più tardi, il pensiero poetante di Giacomo Leopardi”.

La cultura dei Vittorini e la letteratura medievale".

Fonte: Scuola Normale Superiore - Ufficio Stampa

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