Aggressioni dopo la morte di un detenuto, caos in carcere a Lucca
Una situazione di alta tensione si è verificata nelle ultime ore nel carcere di Lucca. La notizia è diffusa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
Commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “È successo che nella giornata di mercoledì è morto un detenuto cinquantenne di origini italiane, sembra per cause naturali, e nella stessa serata gli occupanti di due Sezioni hanno inscenato una protesta con le battiture sonore sulle inferiate e blindati. Nella prima mattinata di ieri 27 dicembre, invece, un detenuto italiano ha gettato del caffè verso un detenuto tunisino, il quale poi è stato aggredito fisicamente per le scale della Terza sezione. Lo straniero è stato inviato presso l’ospedale cittadino facendo poi rientro in carcere verso le 15.00. Era prevedibile che vi fosse una rivalsa, e infatti verso le 13.15 nei cortili della 3 sezione, un detenuto tunisino ha cercato prima di aggredire con dei pugni tre italiani poi ha divelto la porta di calcio e armatosi di un ferro della porta ha cercato di colpire gli stessi. Prontamente gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti evitando il peggio. Purtroppo, nella Terza sezione, sono ristretti vari detenuti con problemi psichiatrici e per vari motivi si sfogano aggredendo verbalmente il personale operante in essa, creando caos nei reparti.
Il pm ha disposto l'autopsia per chiarire le cause della morte dell'uomo.
A Lucca abbiamo un personale di Polizia Penitenziaria sempre più sottorganico, senza mezzi idonei e senza adeguati fondi in una struttura penitenziaria critica nell'indifferenza totale di tutte quelle Autorità preposte ad una legittima esecuzione penale. Gli eventi critici violenti ormai sono quotidiani e ricadono oltre che sugli stessi detenuti anche e soprattutto sulle donne ed uomini in divisa della Polizia Penitenziaria, eroi silenziosi. È inammissibile che il personale di Polizia Penitenziaria debba continuare a subire queste aggressioni, senza avere alcun mezzo idoneo – tipo il taser – per difendersi".
“Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Capece. “Quanto accaduto a Lucca evidenzia come le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E rispetto all’ennesima emergenza legata al sovraffollamento, con oltre 60mila detenuti presenti nelle carceri italiane, è solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto e se si riesce a contrastare le intemperanza e le violenze di una parte di popolazione detenuta aggressiva e violenta”.
Il Segretario Generale del SAPPE esprime infine apprezzamento e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Lucca ed auspica che “il ministero della Giustizia riconosca loro una adeguata ricompensa per le eccellenti capacità professionali e umane con le quali hanno gestito il gravissimo evento critico, che avrebbe potuto avere peggiori conseguenze se l’intervento degli Agenti non fosse stato appunto tempestivo. Un grazie a loro – all’unico Ispettore in servizio a Lucca, ai pochi colleghi e al Comandante di Reparto, peraltro in missione”.