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Allarme protesi al seno, interrogazione urgente di Marcheschi (FdI)

Perché, nonostante il Ministero della Sanità non faccia riferimento ad alcun tipo di correlazione tra l’utilizzo delle protesi mammarie Allergan e l’insorgenza di linfomi, ma solo alla mancanza del rinnovo della certificazione CE dei dispositivi, la Regione Toscana vuole sottoporre a controlli migliaia di donne? La Regione spieghi se ha in mano elementi che dimostrino una correlazione tra le protesi al seno Allergan e rare forme tumorali. Altrimenti diventa procurato allarme. Inoltre perché, (vedi allegato articolo stampa), nonostante già nel 2015 l’Agenzia nazionale di sicurezza dei farmaci evidenziasse come sui 18 casi di linfoma anaplastico riportati in Francia negli ultimi tre anni 14 fossero legati alle protesi Allergan, si sia proceduto comunque ad affidare e rinnovare negli anni successivi l’appalto di fornitura dei tali dispositivi?”. Lo chiede in un‘interrogazione urgente il Consigliere regionale Paolo Marcheschi.

Marcheschi sottolinea che “la determina Estar n.1042 del 28/06/2017 prende atto del fabbisogno annuo di protesi ed espansori mammari e dispone il rinnovo contrattuale alla ditta Allergan spa. Dall’atto si evince che la stima del fabbisogno annuale di protesi ed espansori per la ricostruzione delle mammelle in Toscana è di 1596 dispositivi per un costo complessivo di 856.000,00 euro. Considerato che il primo contratto di fornitura è stato bandito da Estav nel 2014, indicativamente potremmo pensare che le donne a cui sono state impiantate questo tipo di protesi potrebbero essere oltre 4500, per un costo complessivo per le Asl di 3 milioni di euro. Nel caso in cui tutte le pazienti venissero a richiedere l’espianto, come intende organizzarsi la Regione visto la carenza del personale medico e delle sale operatorie e di chi siano a carico i costi relativi all’espianto e all’eventuale nuovo impianto di altre protesi?”.

Fonte: Ufficio Stampa

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