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Scuola Normale Meridionale, Rossi: "Umiliata l'autonomia universitaria"

Enrico Rossi

«E' normale che una questione così importante venga decisa in una riunione tra un sindaco, un deputato e un capo di gabinetto del ministero dell'Istruzione? C'era un progetto che andava avanti da tempo per espandere in altre parti d'Italia l'organizzazione e le conoscenze della Normale, era stato votato anche un emendamento favorevole alla Camera per far partire questa gemmazione e poi salta tutto per i capricci di un sindaco?».
Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, in un'intervista sull'edizione odierna de Il Mattino di Napoli, parla della vicenda della gemmazione della Scuola Normale di Pisa con l'Università Federico II: «Il metodo che hanno utilizzato è assurdo. Il governo non mi ha neppure consultato, lo ha fatto nonostante il titolo V della Costituzione riconosca un ruolo agli enti regionali su questi temi». «Facciamo tutto il possibile per aiutare l'università - prosegue il Presidente della Toscana - abbiamo dato in comodato uffici, laboratori e come Regione abbiamo aperto anche un ufficio a Bruxelles per ricercare finanziamenti da offrire alla Normale. Quando siamo stati interpellati ci siamo stati sempre, questa volta invece siamo stati soltanto spettatori di un teatro dell'assurdo».
«Siamo al punto - spiega Rossi - in cui dei piccoli interessi localistici valicano gli interessi nazionali. Il Miur ha fatto un comunicato a ciel sereno che ha potuto far gonfiare il petto al sindaco di Pisa che parla di una vittoria storica».
Per il presidente della Regione Toscana, «Si tratta soltanto di una enorme sconfitta per l'autonomia delle università che spero ora si mobiliteranno, non solo a Pisa. Se chi è all'interno dell'università aveva previsto di poter incrementare l'importanza della Scuola Normale facendola crescere attraverso sinergie con altre realtà, questa era una scelta che spettava soltanto agli accademici. Così si è soltanto umiliata l'autonomia dei corpi universitari».

Rossi non condivide l'opinione del sindaco di Pisa Conti secondo il quale portando l'università a Napoli sarebbe stato depredato il marchio di un'eccellenza pisana: «Non mi risulta - dice Rossi - che la Normale sarebbe stata chiusa, anzi era un modo per esportare un modello di eccellenza. La legge prevedeva che un comitato interno alla Scuola avrebbe sorvegliato sui progressi portati avanti dalla Federico II. Anche la Scuola di Parigi, da cui è nata la Normale, ha sedi in tutta la Francia con la direzione centrale ben salda in mano ai parigini. Era un modello replicabile».

La Lega ancora una volta si fa scudo dietro un triviale campanilismo: «A Milano dicono una cosa, a Firenze un'altra e a Napoli ancora un'altra. È facile fare politica cosi. Del resto basta vedere cosa hanno fatto sulla manovra e le trattative con l'Europa: dicono una cosa e poi ne fanno un'altra. Questa è solo l'ennesima dimostrazione».

Fonte: Ufficio stampa

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